Capitolo 1

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                                 14 novembre

"Floooo" sento urlare dalla cucina mia madre per la terza volta, ma dico io come diavolo fa a urlare di mattina? Se io non riesco neanche  a parlare perché sono ancora nel mondo dei sogni?

Giro di poco la testa per guardare la sveglia vicino al mio comodino, segnano le 6:25, suonerà fra 5 minuti esatti non so perché mia mamma non si mette in testa che ormai sono cresciuta e che so benissimo alzarmi anche da sola.

"Driin" trilla la mia sveglia.
Emettendo il solito suono fastidioso ogni mattina per le mie povere orecchie.

Mi giro dalla parte opposta coprendo le mie orecchie con il cuscino e mormorando parole senza un minimo di senso.

"Questo perché sei strana forte!"

Eccola tornata!! Devi proprio rompere di prima mattina?

"Drinn" trilla di nuovo la mia stupida sveglia.

"La chiami stupida eppure senza di lei non riusciresti a svegliarti."

Alzo gli occhi al cielo senza ribattere, perché ha ragione, e mi alzo controvoglia dal mio adorato letto trascinandomi fino al bagno.

Dire che sono stanca morta è nulla visto che ieri sono andata a dormire alle 3:00 per l'interrogazione di oggi.

" Certo perché ieri pomeriggio la signorina doveva leggere al posto di studiare storia"

Ma se sono tutti quanti morti. A me che importa?

"A me quella morta qui mi sembri tu"

Infatti non ha tutti. Guardo il mio brutto riflesso allo specchio. Delle grosse occhiaie viola contornano i miei occhi azzurri, i miei capelli lunghi castani sono aggrovigliati in un enorme groviglio, e la mia bocca è ancora impastata nel sonno.

Entro in doccia lasciando che l'acqua calda scorra sul mio corpo come i pensieri nella mia mente.

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Mi piazzo davanti l'armadio tirando fuori le prime cose che vedo. Non mi è mai importato del mio aspetto tanto qualunque cosa metterei la situazione di certo non cambierebbe di una virgola.

Mi infilo poco aggraziata la mia felpa extra-large grigia, i miei jeans neri e le mie amate  vans argentate con le borchie. Pettino i miei capelli cercando di sistemarli un po', almeno quel che posso, non mi va minimamente di lavarli o passarmi la piastra.
Applico un po' di fondotinta e del mascara agli occhi e sono pronta.
sedici mesi.

"Mery" le scuoto un braccio ma nulla non da segni di vita.

Vedete mia sorella é una persona alquanto pigra

"ma non quando te!"

Sbuffo.

"Io non sono pigra!" mi lamento mentalmente

Comunque stavo dicendo la mia cara sorellina é una persona alquanto pigra quanto perfettina e avvolte tende ad essere un tantino lenta. Non esce mai senza trucco e capelli perfettamente piastrati. Ah e non dimentichiamoci il look, non si esce se i vestiti e le scarpe non sono perfettamente abbinate.

Ma io la accetto così com'è e le voglio bene.

"Ma quanto siamo smielate stamattina!" mi prende ancora in giro lei.

Lei è Lizzy, la mia coscienza . È una rompi scatole dalla mattina alla sera, dice sempre il contrario di quello che dico io e non si fa mai gli affari suoi, ma in un certo senso mi fa compagnia nelle giornate in cui mi sento terribilmente sola e quanto sembra che nessuno mi capisca. È come un amica, credo.

"Mery" la richiamo svegliandomi da i miei pensieri e in cambio lei si gira dal altra parte. Basta! Sto perdendo la pazienza!

"Tu la perdi sempre!"

"Meryyyy" urlo e lei apre di scatto quei suoi occhioni simili ai miei.

"Tu sei matta" dice mettendosi a sedere e stroppiciandosi gli occhi ancora truccati del giorno prima rendendola così un panda. È pigra anche a struccarsi!

" Sono le 7:30" gli indico l'orologio sulla parete.

"io sono già porta" gli faccio notare.
"e tu" gli punto un dito contro.

"ti devi ancora preparare e stai una vita di un gatto a farlo" dico uscendo dalla camera e non lasciandogli il tempo di ribattere.

Arrivata fuori la porta la sento ridere. Ma cosa ha da ridere alle 7:35 di lunedì mattina?

 
Intravedo la figura di mio padre armeggiare con la macchinetta del caffè. Mamma sarà sicuramente già a lavoro e come sempre, é uscita senza salutare nessuno.

L'odore del caffè arriva dritto alle mie narici svegliandomi completamente i sensi.

Mi precipito in cucina, shioccando un bacio sulla guancia a mio padre e andandomi a sedere cominciando a girare sui social nel attesa che mia sorella finisca e con ancora la voglia di tornarmene a letto.
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"Ci hai messo un ora e diciassette minuti a prepararti mi puoi spiegare come diavolo fai?" sgrido mia sorella per la seconda volta da quando è spuntata un ora dopo in cucina.

"E non dimentichiamoci i diciassette minuti" mi suggerisce Lizzy.

Si si.

Mia sorella in risposta sbuffa per poi sporgersi verso di me.

"Non mi chiamo Flo che sta 15 secondi e non commina nulla" si difende lei

"Voglio sapere. Cosa fai in un ora? Devi solo lavarti, vestirti e truccarti per andare a scuola, e sottolineo SCUOLA non a una sfilata di moda a Parigi." contrabatto

"Ma cosa ne sai tu di moda se ti vesti da sacco di patate tutti i giorni?" mi chiede squadrandomi.

"Ma cosa ne sai tu che arriviamo a scuola sempre un ora dopo tutti i giorni e io perdo lezioni!" dico al culmine della mia pazienza

Vedo Mery aprire bocca per ribattere ma viene interrotta.

"Basta ragazze!" si intromette mio padre anzi nostro padre facendoci zittire al istante.

Giro la testa verso il finestrino vedendo la mia cara città scorrere o almeno una piccolissima parte.

"Diamo inizio a un altra giornata di M" sussurro tra me e me.

Tutto ciò che ho sempre desideratoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora