Sesto.

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Dopo una ventina di minuti ci ritroviamo in spiaggia con Erin e suo fratello, si stranizzano vedendo un ragazzo sconosciuto che segue ogni mia mossa con una videocamera e approfitto del fatto che si sia allontanato per riprendere meglio l'oceano per poter spigare loro in che folle situazione io sia finita.

<Proprio una sfortuna essere seguita da quel ragazzo 24h su 24, a chi potrebbe mai piacere? Oh si forse a me>,
il commento di Erin non poteva mancare ma anzi si è trattenuta, pensavo che alla vista del ricciolino la sua reazione sarebbe stata ben diversa.

Mentre Erin continua a fissare Trevor con lo sguardo da pesce lesso ed io lo aiuto a chiudere la tuta, sento la voce di Noah alle mie spalle <e quello chi sarebbe?> non è di certo la voce di chi è voglioso di fare nuove amicizie. Sono pronta a spiegargli come stanno le cose che mi aggredisce verbalmente <ti chiedo da mesi di parlare e tu mi rifiuti per sto tipo? Cosa avrebbe lui in più di me?>. "Un po' di tatto" avrei tanto voluto rispondere ma ancora una volta, prima che potessi aprire bocca, dall'altro lato del ring sferra il suo colpo Trevor <amico stai calmo, non so nemmeno chi tu sia, lavoro con lei>. Forse le sue parole sarebbero potute sembrare un po' equivoche nella testa di un tipo come Noah ma comunque non era autorizzato a sferrargli un pugno in faccia.

<Noah che cazzo fai? È un cameraman, lavora a casa mia> gli urlo prima che possa dargliene un altro.
Mi avvicino a Trevor per vedere come sta, per fortuna il naso è a posto e non gli esce sangue, ha solo la guancia un po' arrossata ma passerà presto.

Noah è mortificato e si vede ma questo è uno dei tanti motivi per cui non potrei mai innamorarmi di lui, è troppo istintivo, non ha freni e non ragiona.

Aiuta Trevor ad alzarsi e lo implora di perdonarlo, il ricciolino non sembra risentito nei suoi confronti e questa è decisamente una cosa positiva dato che non sarà di certo l'ultima volta che vedrà Noah.

Ormai il pomeriggio di surf è rovinato e nonostante gli altri ci chiedano di restare ad entrambi sembra che sia meglio tornare a casa e magari mettere un po' di ghiaccio su quella guancia.

<Ma hai registrato tutto?>, mi fa cenno di sì con la mano mentre continua a riprendermi.

<Non manderete in onda queste parti giusto?> chiedo un po' preoccupata, mi dispiacerebbe se le persone iniziassero a farsi idee sbagliate sul mio conto e su quello dei miei amici.

<Questo lo decideranno i produttori, io sono solo un cameraman ricordi? L'hai detto tu>, l'ha presa sul ridere alla fine e questo mi fa piacere.

<Senti mi dispiace per la sua reazione incontrollata, io non pensavo che...> mi interrompe <tranquilla non è un problema, vengo dal South Los Angeles, sono abituato a qualche pugno in faccia e se posso dirtelo, il tuo amico non è certamente un pugile> mi metto a ridere per nascondere l'imbarazzo che questa situazione mi ha portato.

C'è troppo silenzio quindi alzo la radio anche se odio guidare con il volume troppo alto.

<Suppongo sia il tuo ex comunque> interviene Trevor per rompere questo silenzio ma ripensandoci il rumore del nulla era meglio.

<No, non proprio. Facciamo più un amico>, è decisamente scomodo parlare con una telecamera puntata sulla faccia. <Non tutti tirano pugni ai cameraman dei loro amici> fa un ghigno sotto i baffi e spegne la telecamera, <facciamo che questa parte non la filmo>.

<Diciamo che è stato più di un amico ma meno di un fidanzato ma ora, qualsiasi cosa fosse, è finita> credo di aver reso l'idea in questa maniera.

Vedo con la coda dell'occhio che sta sorridendo mentre riaccende la telecamera.

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