Ottavo.

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Ho un mal di testa tremendo, apro gli occhi e vedo che accanto a me c'è Trevor e mi sta tenendo la mano, gliela lascio con cautela per non disturbarlo.
Sono le 10:07 non credo di essermi mai alzata dal letto così presto nella mia vita.

Trevor si sveglia <come stai?> mi chiede mentre si stropiccia l'occhio, ha i capelli scombinati e la camicia sgualcita, continua a fare quel buon odore di colonia che faceva ieri, non è male svegliarsi così.

<Meglio, ho solo un gran mal di testa> intanto sto già aprendo il cassetto del comodino per prendere un'aspirina.

Ho i ricordi un po' confusi riguardo ieri sera ma sono abbastanza sicura che tra di noi non sia successo nulla o per lo meno lo spero, sarebbe strano convivere per un mese intero altrimenti.

Trevor va in bagno per sciacquarsi la faccia e la bocca.

Quando esce è a petto nudo <il rubinetto del lavandino è rotto> mi comunica <mi sono schizzato tutto, ti dispiace se lascio la camicia nel tuo balcone ad asciugarsi?>, prima di aprire bocca per rispondergli mi accorgo che la bocca era già aperta.

<Ehm no... lascia, lascia pure>.

Non mi ero accorta di che bel ragazzo fosse fino a quel momento, mi ero soffermata sulle qualità caratteriali positive che avevo avuto l'opportunità di scoprire in quel pochissimo tempo passato insieme ma quelle fisiche, beh su quelle non mi ero soffermata.

Ora che lo guardo con più attenzione posso dire che è molto bello, va in palestra e si vede, la luce illumina i suoi occhi
molto particolari, sono castani ma tendono al verde ed è un piacere guardarli.

Sento le guance rosse per l'imbarazzo e corro in bagno per provare a riprendermi.
Dalla mia stanza proviene una voce maschile e non è quella di Trevor, <che ci fai qua?> è Zachary e sembra infastidito dalla presenza del ricciolino.
<Te la sei portata a letto?> più che una domanda sembra un'accusa questa, capisco che il fatto che Trevor sia a petto nudo non aiuti ma andiamo fratello, mi fai veramente questo tipo di ragazza? Beh forse ogni tanto è capitato effettivamente ma non è comunque una giustificazione.
<No amico assolutamente, mi sono addormentato qua ieri notte e...> prima che continui intervengo io <Zac, lui non ti deve nessuna spiegazione, non siamo andati a letto insieme ma anche se fosse così non dovrebbe interessarti>,
mio fratello si ammorbidisce di colpo, sarà forse per come l'ho chiamato? Potrebbe essere, non lo chiamavo così da un bel po' di mesi.

La conversazione più imbarazzante della mia vita termina con Zac che avvisa che è pronta la colazione e i due che escono dalla mia camera.

Mi faccio una doccia di circa trenta minuti e questa volta dall'armadio prendo i primi vestiti che trovo.

Scendo in cucina, Trevor sta filmando la tavola della colazione. Si è cambiato, indossa dei jeans con qualche strappo ed una maglietta tinta unita nera, eh sì, è bello anche così.

Prendo una ciambella dal tavolo e la finisco in tre morsi.

Dopo la colazione passo un po' di tempo con Trevor, parliamo molto ed essendo il suo compito quello di farmi domande mi sembra anche logico ma noi parliamo in maniera diversa, sento come se non ci fossero veli, sento di potermi esprimere in totale libertà e in alcuni momenti non faccio caso nemmeno alla videocamera.

I momenti che passo con i giornalisti sono i più noiosi, fanno sempre le stesse domande, mi chiedono come mi sento, mi chiedono se soffro, se mi manca. La maggior parte sono conversazioni botta e risposta, poche volte capita che facciano domande dove io possa argomentare ed in parte mi va bene perché non mi sento di potermi aprire con loro. Preferisco quando le domande mi vengono fatte da Trevor, è come se raccontassi cosa mi succede ad un mio amico e riesco a sfogarmi con più facilità, le nostre sono vere e proprie conversazioni e poi mi fa ridere, ne ho proprio bisogno in questo momento della mia vita. 

Si è fatta sera ed io sono in camera mia con Trevor, gli sto leggendo le mie frasi preferite di "Mille splendidi soli" e stiamo commentando insieme una marea di libri. È un appassionato come me, mi ha raccontato che suo padre quando era piccolo al posto di leggergli le favole gli leggeva i canti della "Divina Commedia", di quanto sperasse che suo figlio frequentasse la facoltà di lettere e che diventasse uno scrittore come avrebbe voluto essere lui e di quante volte tornava a casa da lavoro con un DVD nuovo perché dopo aver letto i libri adoravano guardare i film e commentare insieme le parti non attinenti ai romanzi.

Senza accorgercene si è fatta mezzanotte, sto morendo dal sonno ma non ho voglia che vada via, adoro parlare con lui.

Mi distendo sul letto e quando apro gli occhi è giorno, sono le 9, non capisco cosa mi stia succedendo ma mi sono svegliata di nuovo prima del solito.

Questa volta però Trevor non c'è.

Scendo le scale di corsa e non lo trovo neanche in cucina così vado da Katia, un'altra cameraman e le chiedo dove sia,
<si è preso un giorno, dice che aveva qualcosa in famiglia che non poteva disdire>.

Sono un po' triste per la notizia, mi stava iniziando a piacere l'idea di averlo ogni giorno tra i piedi.

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