Capitolo 38.

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"Cosa?" Chiedo mentre getto la sigaretta nel piccolo cestino.

"Di fumare" prendo un bel respiro ma lui continua "e anche di mentirmi.."

Sento le gambe tremare e farsi molli,non posso cedere.

"Non ti mento.." Dico sedendomi sul tavolino nella veranda.

"È l'ora del dolce,venite dentro!" Esclama il padre di Marcel sbucando dal nulla.

Qualcuno mi ha salvato.

"N'è parliamo dopo." Dice guardandomi e annuisco,entrando dentro.

**

I genitori di Marcel sono stati gentilissimi e credo di piacierli.

Ma ora ho altro a cui pensare,cosa devo dire a Marcel?

Sicuro non la verità.

Entriamo in casa e poggio la borsa all'ingresso.

Percorro il corridoio in silenzio,sperando che si dimentichi di tutto,ma una mano cattura la mia.

Mi porta al tavolo in cucina e mi fà sedere.

"Voglio sapere una cosa,devi essere sincera peró." Dice e posso vedere il suo nervosismo attraverso i piccoli gesti.

Toccarsi i capelli,muovere le mani e il bottone della prima camicia aperto.

Conosco il mio uomo come le mie tasche.

"Dimmi" Dico poggiando il braccio sul tavolo e raggiungendo la sua mano.

"Mi tradisci?"

"Stai bene?" Chiedo quasi urlando "Non lo farei mai,Marcel,che domande fai?"

"Allora chi è che chiami ogni volta? Io non posso sentire mai la conversazione perchè sparisci sempre." Dice alzandosi e aprendo il rubinetto del lavandino.

"Non è nessuno,è sempre mia sorella! Sono cose da donne e non vuole far sapere niente a nessuno per questo mi allontano,amore." Dico avvicinandomi a lui e poggiando la testa sul suo petto.

"Scusami,amore."

"Non pensare più una cosa del genere,ok?" Chiedo alzando la testa e i nostri sguardi si incontrano,sorridendo.

Lui abbassa il capo e le nostre labbre si incontrano.

Mi giro del tutto e le sue braccia circonda la mia vita,sempre di più.

"Ti amo,ricordati che ogni cosa succeda puoi contare su di me." Dice e mi bacia sulla fronte.

Annuisco sorridente.

"Voglio cucinare qualcosa di dolce,sto diventando malata." Dico prendendo la farina dalla credenza sotto lo sguardo incredulo di Marcel.

"Stai bene?" Chiede ridendo.

"A te niente,bastardo." Dico ridendo e facendo finta di tirargli la teglia da forno.

POV di Harry.

Oggi è domenica e sono solo come un cane.

Vorrei tanto essere con la mia famiglia e invece mi ritrovo in questo lurido motel.

Prendo le chiavi della macchina ed esco di casa.

Dopo un pó di tempo arrivo a casa dei miei genitori,dopo tanto tempo.

Attraverso il prato verde e sto un bel pó davanti alla porta,per poi bussare al campanello.

Le emozioni che provo ora sono tante.

Sogno che mi accolgano a braccia aperte,come anche Marcel.

Riavere la mia famiglia.

Ad aprirmi la porta è mamma,che quasi salta all'aria alla mia vista.

"Mamma" dico a bassa voce.

"Tesoro mio." Dice quasi piangendo e mi salta addosso,abbracciandomi.

"Mi sei mancato" Dice staccandosi da me.

"Anche voi.."

"Chi è alla porta?" Sento mio padre gridare da dentro e sento le vene gelarsi,lo so che non li farà piacere vedermi.

Come la maggior parte della gente.

Mia mamma mi fa entrate ed entro nel salotto,dove mio padre è intento a guardare una partita di basket.

Gira la testa e alla mia vista si alza in piedi,venendo verso di me.

"Cosa ci fai qui?" Chiede urlandomi in faccia.

"Ti prego,smettila" Prega mia mamma mettendosi davanti a me,ma la sua piccola altezza non serve a niente.

"Sono cambiato,datemi una possibilità. Non riesco a stare senza la mia famiglia,vi prego." Chiedo quasi in ginocchio e credo che questa sia la prima volta che prego in ginocchio qualcuno.

Erano gli altri che lo facevano.

"Per rovinare il rapporto di Marcel e Megan? Vero?"

"Per me non esiste più Megan,quella notte ero ubriaco e ogni santa notte faccio lo stesso incubo,mi sento un lurido mostro." Dico e sento delle lacrime rigarmi la faccia.

"Ti do una possibilità,ma la prima cavolata ti mando a calci in culo fuori da questa casa!" Dice e ritorna a guardare la partita,come se niente fosse.

Mia mamma mi abbraccia in lacrime e la stringo forte.

"Posso chiederti una cosa?" Chiedo staccandoci dall'abbraccio.

Lei annuisce pulendosi tutto il trucco colato.

"Marcel e Megan non devono sapere che io sono in città,per nessuna ragione,ok?" Dico mentre attraverso il corridoio.

Lei annuisce senza chiedermi spiegazioni e chiudo la porta.

Mentre torno a casa il cellulare squilla.

Una chiamata da Paul.

"Pronto?"

"Domani sera lo stronzo sarà fatto fuori,buona fortuna."

The angel and the devil.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora