(vi consiglio di leggere questo capitolo mentre ascoltate la canzone impostata verso l'alto ↑)
[scusate se, magari, ci sono errori grammaticali. Non ho avuto il tempo di sistemare per bene tutto il capitolo, anche quelli precendenti. Detto ciò, buona lettura 🖤]
Neanche la luce del sole è in grado di illuminare i miei occhi, ormai inzuppati di frustrazioni e disillusioni.
Chi poteva aspettarselo? Non io, assolutamente.
Mi sono ingannata da sola, senza prevenire l'accaduto.
Doveva andare diversamente, dovevo lasciare tutto e fuggire con Mario.
E mi sento tremendamente in colpa siccome non mi sono degnata di chiamarlo una sola volta.
Era l'unico che sapeva esattamente come prendermi e mi incolpo anche dal fatto di non essermi innamorata di lui.
Praticamente è il riflesso dell'uomo che vorrei accanto ma non riesco a vederlo come qualcosa di più. O forse no.
Insomma, mi alzo lentamente e agguanto il mio cellulare.
Digito il nome Mario con le mani che tremolano dal timore di sentirlo glaciale e distante. Infondo, non gli darei torto.
Mi assumo le mie responsabilità.Il cellulare emette squilli, il cuore tamburella come se si trovasse in una parata.
- pronto? - mi si bloccano le parole, cosa potrei dirgli? Mi sento idiota, con che faccia tosta lo chiamo? Ma come si suol dice 'tentar non nuoce'
- Mario, sono Cloe - non risponde, aspetta un paio di secondi prima di rispondere.
- ah -
Lo immaginavo, sarebbe stato tutto complicato.
L' ho lasciato affondare nei suoi pensieri, nelle sue paranoie ed io ho fatto finta di niente, continuando a divertirmi senza rendermi conto che, in fondo, anche lui aveva bisogno di me, di qualche mano tesa per rassicurarlo che qualcuno sarebbe disposto ad esserci.- mi dispiace, sul serio. Non mi sono fatta sentire e non ci sono scuse per farmi perdonare. Non so come mi sia preso, ho anche notato che non ti facevi sentire perciò ho ritenuto che avessi bisogno di un po' di solitudine per stare più con te stesso. Sul serio, non sono il tipo da trascurare le persone. - strizzo gli occhi ormai innondate di lacrime.
- Cloe, rilassati, non sono arrabbiato con te. Semplicemente non mi aspettavo questa chiamata e del resto hai capito perfettamente ciò che volevo. Avevo bisogno del tempo per me stesso, i pensieri non hanno mai una via di fuga. In realtà quello a scusarsi dovrei essere io, ti ho fatta preoccupare inutilmente. Ma ti ringrazio, nessuno fa tanto per me. - sorride in chiamata e non posso fare a meno di sorridere. - Comunque, banda alle ciance, ti andrebbe di uscire stamattina? - sento il timore evaporare verso l'aria.
- Perché no? La tua mancanza è straziante, sai? - mi morsico le unghie, un abitudine presa fin da piccola.
- Anche la tua, ti passo a prendere fra una 20ina di minuti. Riesci per 20 minuti a trovarti pronta? -
- certo, per chi mi hai presa? - comincio a pescare nel guardaroba qualcosa di decente da indossare.
- per nessuno, tranquilla, ci sentiamo fra poco. Ciao piccola - stacca la chiamata e sento il cuore battere ad un ritmo esagerato. E non capita mai. Neanche con Mason.
Sarà l'ansia o qualcosa del genere.In tutto ciò, dovrei darmi una mossa.
Mi getto nella vasca da bagno e mi sgrasso completamente dai pensieri malinconici.
---- Mamma, io esco - urlo a tutte corde vocali. Potrei farmi sentire da una distanza impressionante.
- va bene tesoro, allora salutami Mario! -
Mi scontro con lo sguardo di Mason, zero emozioni, zero parole.
Niente, niente di niente.Perché uccidersi per una persona che peggiora in giorno in giorno, non ne vale la pena.
Una persona che ti illude di qualcosa ed in parte è anche colpa mia.
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Mio fratello
Romance- no, Mason. Quel bacio era rubato. - Dava per scontato qualsiasi cosa, preferiva trascorrere serate con la propria sorella, tra film, risate e abbracci caldi. Metteva in primis solo ed unicamente lei. L'amava più di se stesso, regalandogli solo am...