1- La lettera

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-si okay, dopo passo da zia - il telefono cede dalla mia presa, scivolando sul pavimento. Perciò mi accascio per recuperarlo.

-ma vacci, non vorrei sentire le sue lamentele - intima mio fratello, non fa altro che decidere per entrambi ed essere un rompipalle impressionante.
Vorrei avere i miei spazi, è un reato?

- Mason, ci andrò. Quanto la fai lunga per una stupida lettera da spedire! - danno sempre un peso a qualsiasi cosa, anche la più infantile. Eppure, dovrebbero comprendere che le cose si aggiustano in qualsiasi momento indeterminato.

- il problema non sono le mie scelte, ma la mamma che romperà sicuramente ad entrambi. - si posa sulla sedia e raccoglie il suo iPhone dalla tasca della mia giacca in pelle.

- andiamo Mason, la mamma se la prende anche se non mi sveglio per andargli a comprare il pane. - ed è vero.

La mamma non fa altro che lavorare.
Di rado la incontro in cucina per cibarsi qualcosa di leggero, mai tocca dolciumi o della frutta.
Solo panini con bresaola. E se dico solo, dico assolutamente solo panini con bresaola.

- hai ragione, ma sappiamo come è fatta, e anche zia Marta. - come dargli torto, sarebbe palese.

- senti, sai cosa? Mi preparo e vado a lasciare questa maledetta lettera, mi levo il pensiero. - Poggio la lettera sul tavolo e controllo l'orario sul telefono.

- va bene, ti aspetto fuori.
Ti accompagno io, così ti porto a pranzare fuori - amo mio fratello, è come se fosse il mio migliore amico. E mi vanto di ciò.
Annuisco volgendo la mia direzione nella sua.

Prendo il mio paio di scarpe di tinta nera e le indosso.
Sono le mie preferite.
Prendo le chiavi aprendo il portone.
Quest'ultimo poi chiuso, vado in direzione della macchina di Mason.

- Cloe, hai preso tutto? - mi allaccia la cintura di sicurezza.

- si, Mason. Ho preso tutto. - sorride come un ebete.
Amo il suo sorriso, è sempre così semplice e radioso.

Accende il motore e accelera.
Abbasso il finestrino per portare la mia mano al di fuori, come se volessi farla volare.
Chissà come ci si sente a trovarsi verso l'infinito e oltre.
Sì, sono molto fantasiosa.
Avvio la musica con fare eccitato.
Mi piace la musica, specialmente il metal.
Sono strana, me lo ripeto varie volte.

- eppure non sembri una tipa da metal. - spezza quel silenzio straziante che si crea quando uno dei due non sa proprio cosa dire.

- solo perché sembro un angioletto? - la mia vista ricade nei suoi occhi, anche se sono rivolti verso la strada.
Di profilo prendono varie sfumature, dal Celestino al verde.
Ha degli occhi rari, come lui d'altronde.

- non penso proprio che tu sia un angioletto, tralasciando il fatto che ti conosco.
Ma a primo impatto, si può dire che tu sia un angioletto. - come compatirlo.
Sono esattamente come lui.
Insomma, non c'è nulla di diverso nel carattere, ma fisicamente siamo l'opposto dell'altro.

- Mason, quanto manca?
Sembrano passate ore - sono una ragazza molto paziente, presumo.

- siamo arrivati, Cloe. Fammi almeno guidare con prudenza. - che Gesù si faccia il segno della croce.
se mi trovo nei dintorni e si parla di attese, allora non sono adatta in ciò.
Mi sale tanta di quella stanchezza, che cedo senza rendermene conto.

- spegni la radio, siamo arrivati - benedico l'uomo che ha inventato l'auto,
perché davvero non riuscirei a sopravviverci senza.

Suono il campanello.
- ciao Cloe! E Mason? - stravede per Mason, ha sempre preferito lui in qualsiasi cosa: chi non preferirebbe Mason?

Mio fratello Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora