9- Suspence

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Bere mi cambia umore, dipende in quale periodo mi prendi.
Sapevo sarebbe accaduto una seconda volta, il mal di testa pulsa come se ci fosse qualcuno che mi prendela a pugni.
Quando smetterò di uccidermi con queste cose?
Ci sta divertirsi, ma ci tengo alla mia salute.
Non basta distruggermi moralmente, ora anche fisicamente.
Alla fine è colpa mia, potevo assolutamente prevenire tutto ciò, ma mi sono lasciata andare.
Per colpa di Mason, so che sono andata marcia, ma non ricordo assolutamente niente di ciò che ho fatto o detto: e se ho sbagliato qualcosa?
Ho fatto qualcosa di stupido?

Scendo dal letto e mi incanalo verso camera di Mason, devo parlargli.
Sento che è successo qualcosa e se mi mente, può reputarsi morto.

Chissà se sarà già sveglio a quest'ora.
Perciò busso toccando con le nocche la porta legnosa di Mason.

La maniglia gira e la porta si spalanca mettendo in mostra un Mason imbambolato dal sonno.

- che c'è Cloe? -

- dobbiamo parlare - si preoccupa, e deve esserlo.

- di cosa si tratta? - fa finta di niente, so che è tutta finzione.

- ieri sera - si gratta la nuca e sorride.

- ieri sera? - annuisco.

- cosa è successo? - scoppia in una risatina imbarazzante, lo conosco, so tutti i suoi movimenti.

- niente, Cloe, perché? - adesso mi sono rotta il cazzo.

- smettila di recitare con me.
So che è successo qualcosa ieri sera mentre io ero ubriaca marcia.
Non prendermi per il culo, si legge dai tuoi occhi che stai mentendo.
Perciò o sputi ciò che è successo o ti farò vedere io. - non può prendermi in giro, soprattutto se si tratta di me e lui: e se abbiamo sbagliato come a nostro solito?

- Mason, abbiamo fatto qualcosa? - Mason sta per proferire parole mentre sbuca mio padre dalla porta.

- Cloe, ti voglio giù, adesso. - ha sguardo duro, rabbioso e percepisco puzza di guai.

- Arrivo - mi volto verso Mason.

- dopo continueremo a parlare, non credere di essere salvo - sbuffa e si getta sul letto.

- dimmi papà -

- dove sei andata ieri sera? - alza il tono di voce, sarà ubriaco?

- sono andata a cena con Mason, perché sei così irritato? -

- non darmi dell'irritato, stupida bambina del cazzo - sbam! Mi da un ceffone sulla guancia destra.
E adesso, mi spiegate cosa ho fatto?

- ma perché mi tratti così? - massaggio la guancia, non mi fa male ma pizzica leggermente.

- perché te lo meriti, stai alla larga da Mason - perché dovrei stare alla larga da mio fratello?

- ma perché? Cosa c'entra Mason? -

- perché tu non c'entri un cazzo - non seguo ciò che vorrebbe farmi capire.
Cosa sta succedendo?
Perché brucia tutto?
Si prepara per darmi un altro ceffone.

- papà! Che cazzo stai facendo? - Mason blocca mio padre da dietro per evitare che mi alzi le mani.
Cosa ho fatto? Mi fate capire?

- Mason, ti rovinerà! - urla.
Pronuncia con rabbia, come se attende al più presto il mio decesso.
E mi fa male, fa male sentirmi odiata:
I genitori non dovrebbero amare i propri figli anziché farli sentire dei buon a nulla?

- riprenditi coglione che stai sparando un sacco di cazzate, ubriacone di sto cazzo! - no, Mason. Lascia perdere, perfavore.
Lo guardo scongiurandolo di smetterla e andare via.

- Mason, basta - lo blocco. Deve smetterla.

- basta un cazzo, perché state tutti contro Cloe? - Mason...

- da quando è qui, non fa altro che rovinare tutto - da quando sono qui?

- zitto animale! - Un pugno dritto in faccia.
Perché al posto di sorridere, devo stare col peso addosso?
Perché devo essere io?

- Mason! Come osi? -

- come tu osi pronunciare certe parole,
Io posso usare il mio modo di distruggerti. - sento il cuore andare in frantumi, una famiglia del genere non dovrebbe neanche esistere.

Mi porta via di lì, voleva farlo, voleva evitare che io crollassi ancora una volta.

- dove mi porti? -

- lontano dalla tua rovina -

---

- allora ? -

- cosa, Cloe? -

- devi dirmi cosa è successo ieri sera - frena di colpo e mostrandomi il suo solito viso confuso.

- Cloe, basta -

- di cosa? -

- non è successo nulla! - scoppio a ridere, sapevo avrebbe fatto così.

- quando percepisco una cosa, ho sempre ragione, Mason, mi nascondi qualcosa, forse tante cose e non vuoi mai dirmi niente - incrocio le braccia e mi appoggio allo schienale del sedile.

- davvero vuoi saperlo? -

- no guarda, era solo per dire - ironizzo, ma è scemo o cosa?

- bene, ci siamo ubriacati, siamo andati in giro e tu barcollavi.. - fin qui lo avevo intuito pure io.

- queste cose già le so - sta sudando freddo e ciò mi manda il cervello in tilt: abbiamo fatto qualche cazzata.

- beh ecco, barcollavi e ti ho portata via, tutto qui -
Sbatto la mano sul sedile con forza.

- smettila, dimmelo - urlo, sono davvero stanca.

- davvero vuoi saperlo? Va bene - mi prende il polso e mi mette a cavalcioni su di lui.
Si fionda aggressivamente sulle mie labbra portando le sue mani sui miei fianchi.
Ora sono nella merda, devo staccarmi ma non voglio. È una sensazione leggera e complicata allo stesso tempo.
È sbagliato, ma mi piace.
Le nostre lingue si strusciano a vicenda, le nostre labbra danzano senza tregua.
Vogliamo ciò e lo stiamo facendo.
E non me ne pento.
non sento nessun peso, come se non fosse sbagliato.

- basta - mi spinge dalla parte opposta

- che cazzo ti prende coglione? - ma è idiota?
Mi ha presa per una bambolina?

- è sbagliato -

- cosa? -

- come cosa? Quello che è successo adesso.
È la terza volta in una settimana, cazzo! - è agitato.

- lo so. - mi ammutolisco, so già che vuole restare solo.

Mi squilla il cellulare.
Mamma.

- mamma? -

- Cloe, torna a casa, ti devo parlare di una cosa molto importante. - è così fredda, distaccata.
Mi sta odiando? Non lo so.
Mi sento odiata anche da me stessa, ed io non ho fatto niente di male.

- va bene - riattacco.

- portami a casa -

- vacci da sola - perciò scendo dalla macchina furiosa.

- sei solo un pezzo di merda nato - e scendo.

- Cloe aspetta! Scusa! - col cazzo. Sparisci.

La sua macchina sfreccia verso la mia direzione

- Cloe, sali -

- levati -

- Cloe - mi richiama ma faccio come se fosse niente.

- Cloe, andiamo -

- levati - sono stanca di tutte ste cazzate.

E va via, lasciandomi sola in mezzo al nulla.
Tra poco sono a casa, fortunatamente non ero molto distante.

- mamma, sono Cloe - annuncio in casa.

- sono in cucina - mi incammino verso la cucina.
Ci sono tutti: mamma, papà, Mason e Giulia.
Una riunione?

- dobbiamo parlarti, Cloe -

Mio fratello Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora