Era notte. Brandon si trovava sdraiato su un letto, in una stanza vuota, bianca. C'era una porta aperta che portava ad uno stretto corridoio. Brandon cercò di alzarsi dal letto ma non riuscì a muoversi. Era bloccato da dei lacci marrone scuro. Cercò di liberarsi ma fù tutto inutile.
Brandon guardò verso la porta e urlò cercando aiuto. Pochi secondi dopo si levò dal corridoio una nube di fumo nero, che prese una forma umana, senza volto con soli due occhi rossi come il sangue. "Ti starai chiedendo perchè sei qui, e chi sono io" disse una voce dentro la testa di Brandon che capì essere della strana creatura. Brandon cominciò ad urlare e cercare di liberarsi ma non si riuscì a muovere e tantomeno a parlare. "Qui sei nel mio mondo, ogni cosa che sei riuscito a fare prima l'hai fatta solo perchè lo volevo io." adesso Brandon riuscì a riconoscere la voce di una donna. "Puoi stare tranquillo. Non ti farò del male, sei prezioso per me, per la riuscita del mio piano." Brandon riuscì finalmente a parlare.
-Chi sei?! Cosa vuoi da me?!- urlò con tutto il fiato che aveva in gola per paura che la sua voce potesse nuovamente bloccarsi.
"Ogni cosa a suo tempo Brandon. Non mi è rimasto molto tempo per parlarti quindi ti dirò tutto subito. Sono una persona molto potente nel mio mondo, ma in questo... beh, sono come te. Ho bisogno del tuo aiuto e tu mi aiuterai, volente o nolente."
-Non ti...- la voce di Brandon si bloccò
"Ho detto che mi aiuterai, non ti ho lasciato una scelta."
Con quelle parole la donna svanì lasciando dietro di sè un fumo nero.
Brandon si alzò di scatto con la fronte imperlata di sudore. Si guardò intorno e riconobbe la sua stanza, niente di diverso. Ricordando il sogno gli salì un brivido su per la schiena. "E' solo un sogno" pensò "Non è successo veramente". Brandon guardò fuori dalla finestra e notò che era mattino, la sveglia segnava le 6.20. Tra dieci minuti sarebbe suonata. Brandon si alzò dal letto e cercò nell'armadio qualcosa da mettersi. Guardò tra le ultime maglie che aveva comprato e ne prese una caso. Si vestì e scese in cucina per prepararsi del caffè.
Dopo aver finito di prepararsi uscì di casa e si avviò verso la scuola.
-Ehi Brandon!- disse Luke correndo verso Brandon. -Tutto bene? Ieri sera mi sei sembrato molto preoccupato.
-Si si, tutto bene. Ero solo stanco.- disse Brandon ricordandosi le parole di Sarah. "Luke non deve sapere niente."
Luke e Brandon cominciarono a parlare della sera precedente. Quando raggiunsero la scuola mancava ancora un'ora prima dell'inizio delle lezioni e decisero di andare a mangiare qualcosa al bar.
-Ritornando al discorso di prima- disse Luke sedendosi al tavolo con in mano un croissant al cioccolato - La cosa più brutta di quella stanza erano i disegni. Ce n'era uno che sembrava un cane nero ma aveva gli occhi rossi.- A quel punto Brandon si sentì assalire dalla paura.
-Ah si?- disse cercando di rimanere tranquillo. -Beh sai, nella mia stanza invece mancava una parete. - cercò di cambiare discorso.
Mentre Luke cercò di dire qualcosa suonò la campanella e dovettero entrare in classe.
Dopo una giornata molto noiosa Brandon fù molto felice di tornare a casa. Quando aprì la porta però si trovò davanti una scena che non si sarebbe mai aspettato. Al tavolo della cucina erano sedute sua madre e Sarah che stavano parlando. Quando si accorsero di Brandon il viso di Isabelle cambiò espressione, sembrava preoccupata.
-Ciao Sarah, come mai sei qui?- chiese Brandon.
-Brandon, Sarah e io ti dovremmo parlare, riguardo a quello che è successo ieri sera.- Disse Isabelle.
Brandon si allarmò. "Cosa le ha detto Sarah ieri sera? Ma soprattutto, cosa dovrei dire di ieri sera?" si chiese. Brandon si sedette e cercò lo sguardo di Sarah ma lei continuava a fissare sua madre.
-Sarah mi ha raccontato cosa avete fatto ieri sera. Brandon, voglio che tu ascolta molto attentamente quello che ti sto per dire.
Brandon non capì cosa gli volesse dire la madre.
-Diciotto anni fa conobbi una ragazza, aveva vent'anni, era molto carina con dei lunghi capelli corvini e degli occhi blu.- comincò a raccontare la madre. -Questa ragazza conobbe un ragazzo della sua stessa età. Era bellissimo, era molto alto e aveva i capelli castani che risaltavano il verde brillante dei suoi occhi. Si chiamava Jack. La ragazza all'inizio pensaò che fosse uno di quei ragazzi stupidi a cui piaceva solo andare alle feste e ubriacarsi. Invece no, era molto gentile e affidabile. Andavano nella stessa università e un giorno trovaò il coraggio per chiedergli di uscire, lui accettò. Uscirono quella stessa sera e lei se ne innamoraò subito. Non aveva mai pensato che potesse esistere un ragazzo così. Qualche settimana dopo si fidanzarono e dopo neanche un anno decisero di sposarsi. Da quel momento cambiò tutto. Lui diventò più introverso, usciva la sera e tornava tardissimo, a volte le alzava le mani. Lei però ne era innamorata e pensava che potesse cambiare. Quando, pochi mesi dopo, la ragazza scoprì di essere in cinta lui le disse che essersi sposato con lei era stato solo un errore. Se ne andò di casa e non tornò più indietro. Lei era distrutta, stava aspettando un bambino ed era da sola. Poi arrivò il colpo di grazia. Trovò un diario, sotto il materasso. Era suo. Cominciò a sfogliarlo e non credette a quello che lesse. Parlava di un bambino, un futuro bambino che, però, non era del tutto normale, umano. Decise di non crederci e che tutto quello era solo frutto di un esaurimento nervoso. Quando le si presentò davanti una ragazza che aveva scoperto delle cose sul conto di Jack. Lei le disse che suo marito era stato manipolato da qualcuno di molto potente. Un demone. lei, naturalmente non credette a quella storia e la cacciò di casa. Andò in camera sua e rirpese il diario di Jack. Lo rilesse e la versione della ragazza cominciava a non sembrarle più molto strana. Riuscì a ricontattarla e a farsi spiegare meglio cos'era successo. Lei le raccontò che un demone aveva preso il controllo di suo marito. Mi disse anche che il bambino che stava aspettando non era il figlio di Jack ma il figlio di questo demone. Nessuno sapeva il motivo per cui abbia voluto fare una cosa del genere.
-Aspetta mamma- la interruppe Brandon, era rimasto zitto per tutto il tempo ma adesso basta, non voleva sentire altre cavolate. -Non so dove tu voglia andare a parare con questa storiella fantastica ma non mi importa. Non dovevamo parlare di quello che è successo ieri sera?-
-Allora sei proprio stupido!-disse Sarah. Brandon si ricordò solo in quel momento che era presente anche lei. -Tutto questo centra con quello che è successo ieri sera!-
-E tu come fai a sapere queste cose?- chiese Brandon.
-Oh mio Dio, SPOILER! Io sono la ragazza che spiegò quello che era successo a tua madre.
-Ma...aspetta. La ragazza del racconto... E quel bambino...-
-Si Brandon.- disse la madre di Brandon. -La ragazza di quel racconto sono io. E quel bambino, sei tu.-
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Red Eyes
FantasíaBrandon è un ragazzo normale come molti altri, appena trasferito in una nuova città riesce subito a fare amicizia, amicizia con delle persone che senza saperlo lo porteranno in una strada molto pericolosa, dove scoprirà chi è realmente.