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"Fammi capire un attimo, la Kepner e Avery si sono fatti una dichiarazione d'amore da film. Lui le ha preso la mano, gliel'ha portata sul suo cuore e le ha detto di sentire come gli batte forte il suo cuore, implicando che il suo cuore sia di April in realtà, giusto?"
"Esatto"
"E da quel momento non ne hanno più parlato, cercano di evitarsi e si comportano da idioti?"
"Esatto"
"Va bene, dobbiamo anticipare il nostro viaggio a Seattle. Sophia, prepara le valigie!" esclamò Callie.
Arizona le diede un bacio sulle labbra prima di fiondarsi in camera a preparare i bagagli per il viaggio. Avevano già deciso di tornare a Seattle per comunicare ai loro ex colleghi e amici un'emozionate novità, si sarebbero risposate. Ma, stando ai loro piani, non sarebbero dovute partire prima di un paio di giorni. Le chiamate con April avevano preoccupato Arizona che trovava quella situazione estremamente imbarazzante e stupida. Non riusciva proprio a capire perché la sua amica e il suo ex marito non riuscissero a trovare la pace e a godersi la felicità che di diritto gli spettava. Sapeva di dover intervenire. Erano adulti, grandi e vaccinati, ma in quel periodo si comportavano da ragazzini. Un po' come quando, da bambini, ci si fidanza e si è così in imbarazzo da non riuscire nemmeno a guardare l'altra persona. Quando si tratta di ragazzini, va bene, ci sta, ma tra adulti che hanno alle spalle un matrimonio, una storia d'amore e di passione senza eguali e dei figli, non è accettabile.
Callie e Sophia la aspettavano davanti alla porta di casa con le rispettive valigie in mano. Arizona si affrettò a raggiungerle e per tutta la durata del viaggio da New York a Seattle non faceva altro che pensare a come avrebbe potuto intervenire nella vita sentimentale di April senza farglielo pesare e senza sembrare una ficcanaso. La sua futura moglie, invece, aveva intenzione di entrare in gamba-tesa nella situazione. Credeva che presentarsi a casa di Jackson e stabilirsi da loro per un po', li avrebbe sicuramente aiutati a scendere a patti col problema. E, qualora non volessero farlo, avrebbe usato le maniere forti: avrebbe tirato fuori la questione senza preoccuparsi di ferire nessuno e senza un minimo di tatto. Era stanca di vedere la sua futura moglie così preoccupata per la sua migliore amica, ed era stanca di continuare a vedere Jackson e April inseguirsi come gatto e topo, senza mai riuscire ad arrivare ad una conclusione. Voleva solo che tutti potessero godersi il tanto meritato lieto fine.
Arrivarono a Seattle e, non si sa come, Callie era riuscita a far prevalere la sua idea su quella di Arizona. Si sarebbero presentate a casa di Jackson e avrebbero tirato fuori il problema senza girarci troppo attorno. C'era solo un piccolo problema: nessuna delle due sapeva dove diavolo abitasse Avery. Durante le loro visite a Seattle erano state a casa di April e Matt, ma mai a casa di Jackson. A Callie venne in mente di chiamare Bailey e chiederlo direttamente a lei, preservando così l'elemento sorpresa. Bailey sembrò poco convinta delle motivazioni datele dalla Torres, ma le diede comunque l'indirizzo di casa Avery.
Una mezz'oretta dopo, Callie, Arizona e Sophia erano fuori casa dell'uomo. Arizona era chiaramente nervosa all'idea di entrare così prepotentemente nella vita personale della sua migliore amica. Per fortuna c'era Callie che, con la sua sicurezza, riusciva a tranquillizzarla. Suonarono il campanello e ad aprire andò una April distrutta. Sul viso c'era ancora la forma del cuscino, i capelli erano in disordine e indossava un pigiama troppo grande per lei.
"Ti sei per caso ritrovata nel bel mezzo di un uragano?" domandò senza tatto Callie.
"Che ci fate qui?" domandò sbadigliando la Kepner e spostandosi dall'ingresso per farle passare.
"Siamo arrivate un po' prima, ma la nostra prenotazione in hotel non poteva essere anticipata ad oggi. Non sappiamo dove andare, ti dispiace se per stanotte rimaniamo a dormire qui?" chiese Arizona dolcemente.
"Non è casa mia, ma se lo fosse la risposta sarebbe sì. Jackson sarà qui a breve, potrete chiedere a lui" commentò lei aprendo un'anta in cucina e cominciando a farsi il caffè.
"Non potresti chiamarlo? È solo per stanotte, domani andremo in hotel"
"Sarà qui a breve, non serve chiamarlo" si giustificò April.
Ma Arizona, che la conosceva fin troppo bene, sapeva che quella dell'amica era una scusa per non dover chiamare il suo ex marito e parlarci. Si sedettero sul divano mentre April faceva colazione e andava a lavarsi e vestirsi. Jackson arrivò un'oretta dopo. Entrò in casa stringendo la mano di Harriet. Aveva il suo zainetto sulle spalle. Immediatamente Sophia corse dalla piccola Harriet e l'abbracciò. Adorava quella piccoletta. Avrebbe tanto voluto un fratellino o una sorellina. Le due entrarono in camera di Harriet, lasciando così gli adulti da soli.
"Callie, Arizona, che piacere vedervi" commentò l'uomo.
"Anche per noi, Avery" rispose Callie.
"Che ci fate qui?" domandò lui.
"Abbiamo anticipato il volo e quelli dell'hotel sono riusciti ad anticiparci la prenotazione solo a partire da domani, quindi per stanotte non abbiamo un posto in cui dormire. Abbiamo chiesto ad April se potessimo restare qui e ci ha detto di parlare con te, dato che questa è casa tua"
"Per me non c'è alcun problema, prendete la camera degli ospiti, April si sposta nella mia, Sophia può dormire in camera di Harriet e Harriet può dormire con April. Io dormirò qui sul divano" disse lui sorridendo alle due.
"Grazie Jackson" dissero all'unisono le due per poi guardarsi e ridere come ragazzine.
In quel momento April tornò in salotto e, quando lei e Jackson si videro, abbassarono lo sguardo. Arizona scosse la testa davanti a quella reazione e Callie parlò.
"Ok, il vero motivo per cui siamo qui in anticipo è innanzitutto per invitarvi ufficialmente al nostro matrimonio. Io e Arizona ci risposiamo"
"Congratulazioni!" esclamò Jackson andando ad abbracciare entrambe.
"È fantastico" disse April facendo lo stesso.
"Grazie, ma non è tutto. Siamo qui perché Arizona è preoccupata per voi. E sì, forse lo sono anche io"
"In che senso?" domandò April
"In che senso? Me l'hai detto tu April, tu e Jackson vi state evitando, nonostante siate innamorati l'uno dell'altro. Siamo qui da un'oretta e non hai voluto parlare di lui, né parlare con lui. Appena vi siete visti avete distolto lo sguardo. Ma dove siamo, all'asilo? Perché vi comportate così?" sbottò Arizona.
"Quando fai così mi ecciti" le sussurrò nell'orecchio Callie.
Jackson e April in quel momento si guardarono. Non avevano un contatto visivo così prolungato da quando si erano professati amore eterno sul pavimento di quel bagno. Arizona capì che era arrivato il momento di portare Sophia e Harriet a fare un giro. Fece un cenno con la testa a Callie che entrò nella stanza in cui le due stavano disegnando e le portò, assieme alla sua futura moglie a prendere un gelato per poter dare ai due il tempo di parlarsi.

Erano passati pochi minuti e nessuno dei due riusciva a dire nulla. Gli occhi di entrambi erano velati di lacrime.
"April" disse per primo Jackson.
"Non voglio ferirti" esclamò improvvisamente lei.
"Nemmeno io" rispose l'altro.
"No, Jackson! È per questo che non riesco a guardarti o a starti vicino. Adesso che siamo così vicini a poter stare insieme, ho paura. Sono terrorizzata. Non voglio farti del male, non voglio farmi del male. E so che prendere le distanze è l'unico modo in cui potrei riuscirci. Ma fa male lo stesso. Perché non sto con te. E mi manchi, mi manca il mio migliore amico, mi manca la mia persona, mi manca l'uomo che amo" Disse April.
"Lo so, ti capisco. Non sai quanto. Sono terrorizzato anche io. Quando mi hai detto di amarmi, mi sono sentito l'uomo più felice sulla faccia della terra. Almeno fino a quando non mi è piombato addosso il peso di tutto ciò che ci siamo fatti. Come possiamo evitare che succeda? Non c'è un modo certo per saperlo. E se dovessi mandare di nuovo tutto a puttane? Se dovessi perderti ancora? Non sopravvivrei a tutto questo, non di nuovo. Tu e Harriet e il bambino o la bambina che avremo siete ciò che ho di più prezioso. Non voglio in nessun modo arrecarvi dolore" affermò Jackson.
"Non voglio starti lontana"
"Nemmeno io"
"Allora vieni da me"
"Da questo momento in poi smettiamola di fare gli idioti, smettiamo di evitarci e di comportarci da ragazzini" disse Jackson avvicinandosi a lei fino a prenderle la mano.
"Ti prego, baciami" gli chiese lei.
Jackson non ci pensò due volte a premere le sue labbra su quelle di April.
"Ho bisogno che tu mi dica una cosa" disse all'improvviso lui.
"Cosa?"
"Che nome diamo a ciò che c'è tra noi? Siamo tornati insieme?" domandò lui.
"Questa è il tuo modo di chiedermi di tornare insieme?" lo prese in giro lei.
"April Kepner, vuoi tornare ad essere mia?" domandò Jackson appoggiando la sua fronte a quella della donna.
"Sì, sì e ancora sì" rispose lei baciando il suo uomo ogni qual volta pronunciava quei sì.

Callie e Arizona tornarono qualche ora più tardi. Harriet e Sophia si divertivano un sacco quand'erano insieme. Callie si trovò a pensare a quanto Sophia sarebbe stata una brava sorella maggiore, considerando come trattava e proteggeva la piccola Avery. Avrebbe tanto voluto darle una sorella o un fratello, ma in seguito al suo incidente non poteva più restare incinta. L'unica possibilità era chiedere ad Arizona, ma c'erano già passate. Cosa sarebbe successo se anche questa volta non fossero riuscite ad andare fino in fondo? La Torres si fece scivolare di dosso quei pensieri autodistruttivi e si ripromise di proporre alla sua futura moglie una gravidanza, non curandosi delle conseguenze prima di aver sentito la sua risposta.
"Beh, avete chiarito vedo" affermò Arizona quando vide Jackson e April seduti assieme sul divano, il braccio di lui attorno alle spalle di lei che intrecciava le dita alla mano dell'uomo che le ricadeva sulla spalla.
"Siamo ufficialmente tornati insieme" disse April sorridendo alla sua migliore amica e avvinghiandosi a Jackson.
"Finalmente Kepner, hai visto? Avevo ragione" commentò Torres prendendo posto.
"Avevi ragione" rispose April.
"Su cosa?" domandò Jackson.
"Sin dal primo istante, sin da quando avete concepito questa meraviglia – affermò la Torres mettendo le mani sul pancione di April – ho detto ad April che prima o poi sareste tornati insieme. Ho sempre creduto che quello che c'era tra voi era troppo forte per ridursi ad una semplice amicizia. Certe relazioni vanno in contro a terribili conclusioni solo per riuscire a trovare una nuova strada tempo dopo. Avevate bisogno di tempo, come io e Arizona avevamo bisogno di tempo e di stare lontane per capire quanto ci amassimo"
"Hai proprio ragione" affermò la Robbins mettendo una mano sulla spalla della sua futura moglie accarezzandogliela per darle supporto e conforto.
"Quello che ci è capitato è una fortuna. Non tutti riescono a recuperare i rapporti" disse Jackson.
"Non tutti si amano come ci amiamo noi" commentò Arizona.
"Hai proprio ragione" continuò April riprendendo a guardare Jackson come fosse la cosa più bella e preziosa che avesse mai visto.
"Mi è venuta un'idea" esordì Avery.
"Quale?" chiese April.
"Perché non organizziamo quella cosa di scoprire il sesso del bambino domani? Sono esaltato all'idea e poi ci sono anche Callie e Arizona, farla più tardi potrebbe significare non avere loro perché saranno tornate a New York" spiegò il chirurgo plastico.
"Mi sembra un'idea bellissima" sorrise April lasciandogli un dolce bacio sulle labbra.
Gli occhi di Callie divennero lucidi e Arizona le prese la mano, convinta che si fosse emozionata per il gesto degli amici. In realtà, gli occhi di Callie si erano inumiditi davanti all'idea di poter, in futuro, fare la stessa cosa per un loro ipotetico figlio. Chissà quale sarebbe stata la risposta della sua donna.

Quel pomeriggio April, Arizona e Callie lasciarono Sophia e Harriet con Jackson e andarono in giro per Seattle ad organizzare il party del giorno dopo. Entrarono in pasticceria e consegnarono la busta col sesso del bambino. Andarono in un negozietto di dolci e comprarono dei confetti rosa e celesti per gli invitati, scelsero la confezione e la decorazione che li avrebbe racchiusi e si spostarono in un ipermercato per comprare addobbi di tutti i tipi. Jackson, Sophia e Harriet erano incaricati di scrivere l'invito più importante, quello da consegnare a Catherine. Harriet decise che doveva essere di colore rosso perché era suo preferito, Sophia avrebbe messo per iscritto quello che la più piccola le avrebbe dettato. E, a Jackson, il compito più arduo, quello di consegnarle l'invito sperando che non desse completamente di matto per il poco preavviso. Per il resto, inviò una mail a tutti i colleghi del Grey-Sloan Memorial che in poco tempo cominciarono a rispondere. Grey, Shepherd e Pierce avrebbero partecipato assieme ai corrispettivi compagni e figli. Grey avrebbe portato Ellis, quasi coetanea di Harriet nonché sua persona preferita, Bailey e Zola che non vedeva l'ora di riunirsi a Sophia con la quale era cresciuta. Ci sarebbe stato anche Andrew DeLuca. Amelia avrebbe portato la sua bambina Grace Lincoln, avuta con il compagno Atticus. Avrebbe partecipato anche Maggie, ex ragazza di Jackson e adesso fidanzata ufficialmente con il divertentissimo Lucas Smith, un dentista con dei capelli perfetti. I due non si erano ancora sposati per via delle perplessità della Pierce sul prendere il cognome del marito. Credeva che avrebbe confuso i pazienti se si fosse chiamata Maggie Smith, proprio come l'attrice di Downtown Abbey e Harry Potter. Alex Karev rispose che ci sarebbe andata solo Jo perché lui avrebbe dovuto accompagnare i loro due gemelli agli allenamenti di Judo. April tirò un sospiro di sollievo quando lo seppe. I gemelli di Karev avevano solo tre anni, ma erano delle pesti. Miranda Bailey avrebbe partecipato senza Ben, impegnato al lavoro e senza Tuck, ormai troppo grande per quel genere di cose.
Stranamente Catherine non si adirò per il poco preavviso con cui ricevette l'invito, anzi, abbracciò sua nipote e suo figlio e cercò di contribuire in ogni modo all'evento. Decise di chiamare un servizio di catering, il migliore in tutta Seattle e comprò un passeggino nuovo, una culla, una quantità esorbitante di giocattoli sia per il nuovo arrivato che per la Harriet. Inoltre, mandò l'aereo privato degli Avery a Moline, Ohio. Prenotò un albergo per i genitori e le sorelle di April con le rispettive famiglie. Tutto per quei due che, finalmente, erano tornati assieme. Le era passato per la testa di acquistargli una casa più grande, ma si trattenne lasciando quel progetto per la nascita del piccolo o della piccola.
Quando April il giorno dopo vide Catherine varcare la porta di casa sua e di Jackson assieme a Richard, i suoi genitori, le sue sorelle, i suoi cognati e i suoi nipoti, credette di essere vicina a svenire per la gioia. Non vedeva la sua famiglia da troppo tempo. La relazione con le sue sorelle si era raffreddata dopo il primo matrimonio, ma da un po' di tempo avevano recuperato i rapporti. Si sentivano molto spesso. Corse prima ad abbracciare Catherine, consapevole che fosse la ragione per cui la sua famiglia si trovasse lì. Dopodiché si lasciò travolgere dall'ondata scatenata dei Kepner. Jackson la guardava da lontano, con Harriet in braccio. Sorrise a sua madre e le mimò un grazie ricevendo in cambio una strizzata d'occhio. Si avvicinò alla famiglia di sua moglie e salutò tutti. Harriet teneva stretta la sua mano mentre si lasciava sbaciucchiare da quelle persone che quasi non conosceva. Sapeva che lì in mezzo c'erano i suoi nonni, ma non ricordava di averli mai visti dal vivo. Ci mise pochissimo a fare amicizia con tutti, soprattutto con i cugini. Al suo fianco, c'era sempre Sophia che la sorvegliava per essere sicura che nessuno facesse il bulletto con lei. Presto arrivarono gli altri ospiti. C'erano proprio tutti. Per fortuna Jackson aveva un giardino molto spazioso. C'erano bambini che correvano ovunque, gente che parlava, rideva e scherzava ovunque. Quando finalmente arrivò il momento di scoprire il sesso della creatura nel grembo di April, tutti si posizionarono davanti alla torta, in attesa della rivelazione. April e Jackson lasciarono che Harriet tagliasse col loro aiuto la torta.
"È azzurro!" esclamò la piccola.
Gli occhi di Jackson si riempirono di lacrime. Avrebbero avuto un altro maschietto e questa volta sarebbe stato bene. Guardò April che si lasciava sbaciucchiare da Harriet. Prese la bottiglia di Champagne e la stappò facendo volare il tappo che finì per colpire Callie Torres sulla spalla.
"In Italia diciamo che se il tappo ti colpisce, porta fortuna!" esclamò DeLuca.

Come mi batte forte il tuo cuoreDove le storie prendono vita. Scoprilo ora