Io e Te.

8.

Abbandono
L'abbandono del proprio partner, dei propri genitori durante l'infanzia o persino della stessa società è una condizione che genera una ferita che non si vede, ma che brucia, giorno dopo giorno. È come se una radice fosse stata strappata e un legame infranto, lì dove un tempo fiorivano le nostre emozioni e la nostra sicurezza.

Abbandonata da tutti. È così che mi sento.

Sono stata abbandonata dalla donna che mi ha dato e allo stesso modo tolto la vita.
Non ho mai avuto una madre con cui poter parlare delle mie cotte, dei vestiti da comprare e da indossare per il mio primo appuntamento.
Non c'è mai stata quando ho avuto bisogno di una spalla su cui piangere per le ingiustizie della scuola o per le mie prime rotture.

Sono stata abbandonata dalla persona che mi ha tirato fuori dai miei momenti di buio, ridonandomi il sorriso e la forza per andare avanti.
Lui era l'unico a capirmi, a starmi sempre vicino e a tirarmi sul il morale.
Lui ha sopportato ogni mio lamento, pianto e ogni momento di rabbia che avevo.
Lui mi ha fatto sentire importante per una volta, amata, desiderata e apprezzata.

Ma poi anche lui mi ha abbandonata.

Ha deciso di smettere di lottare, di andare avanti, di non resistere per lui, per me e soprattutto per noi.

"Tesoro tutto bene?" mi domanda mio padre mentre serve il pranzo.

Certo, va sempre tutto perfettamente a meraviglia.

"Si, sono solo un po' pensierosa" rispondo tagliando un pezzo di carne e portandomelo alla bocca.
Durante il pranzo abbiamo parlato molto di come sta andando ultimamente a scuola e delle continue assenze di Ethan a casa.

Anche Ethan sta iniziando ad abbandonarmi. Aveva promesso che non mi avrebbe lasciato, soprattutto dopo tutto quello che è successo.  Anche lui sta andando via con tutti gli altri.

Osservo tutte le foto che ho fatto in questi anni.
Tramonti, paesaggi e persone.
La mia prima foto è stata scattata a 2 anni mentre rosicchiavo il telefono di mia madre, proprio per questo la foto ritraeva i miei primi denti.

Cerco l'ultima foto che ho fatto e ne osservo ulteriormente i particolari.
Il ragazzo che mi stava guardando aveva tra le gambe uno zaino nero con la cerniera semi aperta dalla quale fuoriusciva una parte di quaderno su cui c'era un disegno.

E se frequenta l'università delle Belle Arti?

Corro in camera e accendo il computer.
Digito Accademia delle belle arti del New Jersey e premo invio.
Apro la pagina Facebook e mi ritrovo più di mille foto.

Non ci riuscirò mai.

Scorro tra alcuni disegni ma niente.

Ma che sto facendo? Perché mi interessa tanto trovarlo?

Decido di abbandonare la mia ricerca e di iniziare a studiare.

Dopo un lungo studio decido di continuare un vecchio disegno iniziato tempo fa.

Oltre la passione per la fotografia, amo disegnare, soprattutto quando non ho voglia di pensare a nulla.

Disegno per lo più volti, spesso che immagino. La parte che amo disegnare sono gli occhi perché mi piace poter trasmettere una storia anche solo da un semplice disegno.

Spesso prendo una tela, qualche pennello con le tempere, una matita e vado in un vecchio posto abbandonato a dipingere con le cuffie nelle orecchie.
Penso che prima di essere abbandonato, era un campo da calcio visto che alle due estremità presenta dei vecchi pali arrugginiti.
La parte che più preferisco è una grande quercia sulla quale amo salire per osservare l'oceano. È cosi immenso, profondo e scuro. Spesso mi fermo ad osservarlo e mi perdo a guardare ogni sfumatura di colore che presenta.

Un giorno cercando ispirazione ho iniziato a camminare per tutto il campo trovandomi davanti ad una grande pietra, che capovolta è diventata un'ottimo punto su cui sistemarmi.

Passo tutto il pomeriggio a disegnare e finito mi incammino per tornare a casa.

SPAZIO AUTRICE 💕

Scusate se questo capitolo non è un granché, appena posso lo aggiusto o lo riscrivo.
💕💕💕