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Oggi è domenica e di conseguenza è il giorno libero di mio padre, questo vuol dire che dovrò affrontarlo.

Non voglio dover parlare con lui, mi ha tenute nascoste le sue chiamate con il dottore e le innumerevoli e-mail che si sono scambiati.
Mi ha sempre promesso che non mi avrebbe mai deluso, che mi sarebbe sempre stato accanto in qualsiasi momento, ma sta facendo tutto il contrario. Come tutti gli altri d'altronde.
Spesso mi sono sentita un peso. Tutti dovevano affrontare oltre due ore di macchina solo per venire a trovarmi, provavano compassione nel vedermi in quella stanza bianca a guardare fuori dalla finestra.
Mi sono sentita un peso quando sono stata ricoverata per le mie "pazzie", come le chiamano loro.
Mi sono sentita un peso quando mia madre ha fatto le valigie ed è andata via.
Io, sono un peso per tutti.

Forse, proprio per questo sto cercando di scappare da mio padre, dal mio dottore, dai problemi, ma soprattutto da me.

Probabilmente è per questo che sono appena le cinque del mattino ed io sono già in piedi a preparami.
Ho deciso di uscire presto di casa, così da non incontrare mio padre.

Dopo essermi lavata ed aver indossato un jeans nero con una vecchia maglia che mi arriva a metà coscia, prendo il mio zaino con le mie cose ed esco di fretta da casa.

Di domenica, soprattutto a quest'ora, non ci sono autobus così decido di muovermi con il tram. 

Arrivo alla fermata con qualche minuto di anticipo, quindi decido di prendere una sigaretta dal vecchio pacchetto che porto sempre con me, ma ovviamente non ho l'accendino.
Mi guardo in torno per chiederlo a qualcuno, ma ci rimango un po' male quando noto che sono l'unica persona presente alla fermata.

Ma chi voglio che ci sia alle cinque e mezza del mattino.

Mentre prendo il mio zaino da terra per mettere al suo interno la sigaretta, arriva il tram così salgo di fretta su di esso e mi siedo infondo sull'ultimo posto.

Stranamente alle fermate successive salgono un bel po di persone.
Molte tornano da lavoro e altre hanno enormi valigie pronte per viaggiare.

Cerco il mio pacchetto di sigarette per mettere a posto quella che avevo tirato fuori poco fa, ma non lo trovo.
Rovisto all'interno dello zaino e lo scovo sotto a tutte le cose che porto con me.

"Che palle" impreco tirando tutto fuori e appoggiando le mie cose sul sedile al mio fianco.
"Eccoti qua stronzetto!" esclamo tirandolo fuori ed infilandoci dentro la sigaretta.
Ripongo frettolosamente le mie cose all'interno dello zaino prima di perdere la fermata.

Sai che novità!

Scendo velocemente prima di rimanere chiusa nelle porte e mentre il tram riprende la sua corsa mi incammino per raggiungere la mia meta. L'oceano.

Quando arrivo le prime luci della giornata iniziano a risplendere nel cielo ed è mozzafiato, decido così di prendere la mia fotocamera e di scattare qualche foto.

Scendo sulla spiaggia, levo le scarpe e cammino sulla sabbia ancora fredda fino ad arrivare all'acqua.
Poso le mie cose sulla riva ed entro in acqua fino alle ginocchia e il mio corpo si riempie di brividi a contatto dell'acqua fredda.
Resto a guardare l'immensità dell'oceano per minuti che mi sembrano interminabili.
Dopo poco decido di tornare alla realtà, così mi siedo sulla sabbia e finisco uno dei tanti disegni che ho iniziato.

Il mio telefono suona ormai da minuti interi e continuo a lasciare che la segreteria risponda al mio posto.
Mio padre sarà arrabbiatissimo con me, ma io lo sono molto più di lui.

Quando la spiaggia inizia a popolarsi, decido di alzarmi e di andare a fare un giro.
Afferro le mie scarpe per infilare una volta arrivata sulla strada.
"E questo cos'è?" mi domando da sola ad alta voce mentre vedo un pezzo di carta che esce  dalla sabbia.
Lo tiro fuori, è ripiegato su se stesso e mentre lo apro cade un bigliettino che mi affretto a raccogliere prima che voli via.
Il foglio grande è un disegno, un mio disegno.
Apro di fretta il bigliettino che c'era dentro e c'è scritto "mi sono permesso di aggiustarlo un po'"-Anonimo.

Dio è bellissimo! 
Penso aprendo il mio (o forse non più mio) disegno.
L'avevo iniziato e rappresentava un ragazza che seduta su una sedia gigante è persa nei sui pensieri, adesso sulla sua testa c'è un cielo stellato con qualche nuova e da al disegno quel "tocco in più".

Torno a casa di fretta e fortunatamente è vuota, decido così di sviluppare le foto che ho fatto oggi.
Nella mia testa continua a saltarmi in mente una sola cosa:
Chi sei?



SPAZIO AUTRICE 🦋

Allora secondo voi chi è questo Anonimo?
Da ora ci saranno molti capitoli in cui Kathleen cercherà di scoprire chi è!

Fatemi sapere cosa ne pensate di questo tipo di capitoli.

Io e Te. Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora