Era un giorno di estate quando sono nato. I miei genitori erano così felici.
14 mesi dopo nacque mio fratello Mike, in un giorno d'autunno. Mi ricordo che ero felice di avere un fratello, ma allo stesso tempo ero anche un po' geloso perché attirava sempre l'attenzione dei nostri genitori. 2 anni dopo nacque la mia sorellina Violet nei ultimi giorni di primavera. Questo periodo me lo ricordo abbastanza bene:ero un bambino abbastanza capriccioso e vivace, mi piaceva giocare a calcio e con le macchinine e odiavo i posti alti.
Ogni volta che volevo giocare con la mia sorellina lei mi tirava i capelli, pensavo che lo facesse per gioco - anche se ora non credo.A settembre avrei iniziato l'asilo:non sapevo se essere felice o terrorizzato,anche se,alla fine, il primo anno ci andai più che niente. Il secondo anno ho cominciato a frequentarlo di più. Insieme a me questa volta ci sarebbe stato Mike al mio fianco e speravo che ci saremo divertiti insieme, ma niente, lui non riusciva a separarsi da nostra madre, quindi, dopo qualche giorno,tra varie volte che provammo a farlo stare tranquillo, non venne più all'asilo.
Nel periodo del secondo anno dell'asilo mi sono divertito di più (anche senza mio fratello):ho conosciuto un bambino di nome Jack e col tempo siamo diventati migliori amici e poi abbiamo conosciuto una bambina di nome Grace (ho fatto amicizia anche con lei). In questi ultimi anni di asilo sono andato volentieri:mi ricordo che quando uscivamo nel cortile dell'asilo io, Grace e un'altro bambino dell'asilo raccoglievano alcune pietre e piccole pigne dai cespugli e facevamo castelli di terra. Nell'ultimo anno d'asilo, io e Jack ci trovammo in "stanze" (aule) differenti, e mi sentii un po' solo, ma per fortuna c'era la ricreazione e quanche volta ci incotravamo per via del giro delle stanze(anche se io l'ho cambiata pochissime volte).
Ma pian piano qualcosa in me qualcosa stava cambiando.
Ci fu un giorno di pioggia in cui nessuno dei miei amici era accanto a me:stavo giocando per i fatti miei con le costruzioni quando all'improvviso un bambino distrusse il lavoro che avevo creato, dicendomi che erano suoi e di non dire nulla alla maestra, all'inizio cercai di difendermi ma poi mi arresi e lui disse che ero debole ridendomi in faccia per qualche secondo... ero arrabbiato volevo dimostrarli il contrario, ma in quel momento mi mancava il respiro, non usciva la mia voce e mi sentivo strano dentro... così alla fine non gli dissi nulla.
Nel momento in cui dovevamo andare a casa, io aspettavo mio padre dentro l'aula insieme a tre o quattro bambini più piccoli e i miei amici;quando mi videro mi chiesero se stavo bene ma mi era difficile rispondergli :mi sentivo ancora come se non avessi il respiro e anche molto strano, ma non li volevo far preoccupare così gli risposi che stavo bene quasi sottovoce con il sorriso e in quel momento mi fece male il petto, forse perché stavo mentendo loro... o per qualcos'altro. Nel frattempo mi chiesero continuamente se stavo bene sul serio e gli davo sempre la stessa risposta e più la dicevo più mi faceva male dentro finché loro si allontanarono e uscirono dalla stanza:ero solo ed ero quasi sul punto di piangere perché avevo mentito ai miei unici veri amici. La maestra era preoccupata per me in quanto mi vide un po' cupo, così si avvicinò a me e disse che tra un po' sarebbero arrivati a prendermi;
quando stavo cominciando a pensare che non sarebbero più arrivati e a perdere la speranza dalla porta comparve mio padre ancora con la divisa da lavoro e mi disse che era il momento di tornare a casa e, sinceramente, non vedevo l'ora così salutai la maestra e andammo a casa.
Dal quel giorno le cose miglioravano anche se, qualche volta, ero troppo pensieroso. Nell'ultimo periodo di asilo ci preparavamo per una recita ed ero molto felice, fino a quando non arrivò quel giorno:mi ero svegliato tardi e in fretta mia mamma mi aiutò a vestirmi per andare all'asilo e recitare la mia parte di una poesia di cui non mi ricordo il nome;
arrivammo giusto in tempo e appena mi posizionai al mio posto, dopo due turni, cominciai a parlare... "Eh... come era la mia parte? Perché... mi sento... soffocare? " pensai... tutto ciò che mi circondava diventava confuso...mi sentivo soffocare. Poi la maestra mi suggerì le parole e pian piano cominciavo a riprendere lucidità e quella sensazione cominciava a scomparire fino a che non finì la mia parte e chi mi stava accanto cominciava a parlare... in quel momento volevo scomparire... volevo non essere mai andato là ...volevo piangere...ma avevo paura di cosa avrebbero pensato gli altri.
Finita la recita ritonammo dalle rispettive famiglie e ad ognuno ci darono un foglio (una specie di diploma) e poi, dopo aver salutato le maestre, tornammo a casa. Appena tornati a casa mia mamma mi chiese se stavo bene con un tono preoccupato ...e io con un falso sorriso gli risposi di sì timidamente ...anche se in quel momento mi sentivo la testa pulsare e mi stavano venendo i capogiri, così andai verso il salotto, mi stesi sul divano e chiusi gli occhi. Ero stanco e frastornato, volevo solo allontanarmi dalla realtà e fare qualche bel sogno, volevo solo scomparire come la neve quando arriva il sole.L'ultima estate prima dell'inizio delle elementari:cominciammo subito ad andare al mare quando c'era la possibilità. Molto spesso le mattine andavamo a fare delle passeggiate e a giocare alle giostre. Ad fine agosto venne nostro zio a stare da noi per un po' per non so quale motivo. La mattina c'era sempre il sole e a tarda notte pioveva molto forte. Le giornate diventavano più lunghe, e tra momenti di felicità di ogni giorno mi sentivo più strano e assonnato, come se pian piano cominciasse a passarmi la voglia di vivere, ma soprattutto, avevo paura:la testa mi pulsava e il cuore faceva male e temevo di perdere tutto in un attimo... perché un semplice bambino, che dovrebbe pensare solo a divertirsi deve passare così le giornate? Ero stanco, molto stanco. In una notte con una forte pioggia, aspettavo in compagnia dei miei fratelli, mio zio e mia mamma il ritorno del mio papà dal lavoro:in quel lasso di tempo in TV ci fu il meteo che prevedeva cielo nuvoloso con molta pioggia per il pomeriggio del giorno dopo;era mezzanotte e mia mamma mi disse di andare al letto che era tardi, così andai in camera. Prima di addormentarmi mi feci diverse domande (potrei dire filosofiche),domande esistenziali, tipo "Per quale motivo sono nato?" e ecc - strano che un bambino si faccia domande del genere, vero? Pian piano mi addormentai,e prima di cadere in un sonno profondo... scese una lacrima sul mio viso.
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Contro me stesso.
Random"Ogni volta che mi sveglio o vado dormire mi scende una lacrima, anche due, come se avessi perso qualcosa... o qualcuno". Questa è storia di un ragazzo che agli occhi degli amici e compagni di classe è sempre sorridente e disponibile, agli occhi dei...