Capitolo 3: Everyday Life

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Presente

Salgo le scale dell'edificio, poi mi fermo al primo piano, percorro il corridoio dritto, poi giro a sinistra ed ecco la mia classe.
<<Buongiorno>> dico appena entro.
Come al solito i miei compagni non rispondono essendo occupati a chiacchierare. Vado al secondo banco vicino alla finestra e mi siedo. Apro lo zaino e tiro fuori i libri della prima ora. <<Buongiorno! >> sento dire da una voce esaltata.
<<Buongiorno Adam. >>
<<Buongiorno. >>
<<Buongiorno Roy, Joe. >>
Ecco i miei tre compagni di classe con cui passo la mia giornata scolastica :
Adam, un ragazzo allegro e simpatico, gli piace leggere i libri e vedere serie TV collegati al soprannaturale, con occhi marroni e capelli un po' spettinati color nocciola;Roy, un ragazzo generoso e amante della musica , con occhi color ghiaccio e capelli neri ; e Joe, il più intelligente della classe nonché una persona che vuole sapere tutto ciò che non sa,con occhi marroni-verdi e i capelli scuri.
<<Certo che aprile è strano, cioè fa caldo come se fossimo già a fine maggio>> si lamenta Adam.
<<Hai proprio ragione, fa caldo. >> dice Roy.
<<È meglio così, io odio il freddo. >> aggiungo io.
<<Si, però in un certo senso è meglio il freddo piuttosto che il caldo, almeno ti puoi coprire>> dice Joe.
La disposizione dei posti dei banchi è così : Joe e Roy al primo banco, mentre io e Adam al secondo. Ci siamo conosciuti il primo anno di liceo:all'inizio non ci parlavamo molto ma poi pian piano abbiamo preso confidenza e siamo diventati "amici".
<<Il professore sta arrivando >> dice uno dei nostri compagni. Ci sediamo per bene e all'entrata il professore ci saluta con:<<Buongiorno, cominciate a separare i banchi, perché farete un compito a sorpresa. >>
Ecco come iniziare al meglio la giornata.

La giornata passò abbastanza velocemente:la maggior parte dei professori hanno spiegato, tranne uno a cui gli è venuto la geniale idea di fare un compito a sorpresa alla prima ora e la professoressa di arte che ci diede il compito di disegnare un paesaggio primaverile. Alla fine delle lezioni è il momento di andare verso la fermata dell'autobus, così saluto Adam, Roy e Joe e vado verso le scale. Le scendo abbastanza in fretta e poi esco dalla scuola. Rallento il passo e camino verso la fermata.
<<Che noia, certo che la mia vita potrebbe essere più emozionante. >> penso.
Arrivo alla fermata e dopo qualche minuto arriva il mio autobus.
<<Hai il biglietto? >> chiede il conducente quando salgo.
<<Si>> gli rispondo mostrandelo.
Vado alla ricerca di un posto libero vicino la finestra e ne riesco a trovarne uno prima che qualcuno lo occupasse.
<<È libero questo posto? >> chiede una voce femminile.
<<Si... >>gli dico e guardo la ragazza che mi aveva fatto la domanda.
<<Eli? >> dico
<<Ciao, da quanto tempo>> mi dice.
<< Eh già >>
Si sedette e posò lo zaino sopra le sue gambe. La vedo e noto che non è cambiata quasi per niente dalle elementari .
Ci siamo ritrovati il primo giorno di liceo: praticamente avevo perso l'autobus, ma per fortuna passò un altro, solo per quel giorno, e poi quando mi sedetti notai una certa somiglianza con qualcuno che conoscevo con una ragazza che era seduta davanti me, la osservai attentamente e poi capii che era Eli, la mia amica d'infanzia. Quel giorno ci salutammo e chiacchierammo fino alla sua fermata, essendo che era prima della mia. Da quel giorno, ci capita spesso momenti in cui ci incontravamo, e ora era uno di quei momenti.
<<Tutto a posto a scuola? >> gli chiesi.
<<Si, tutto a posto e tu? >>
<<Tutto okay>>
<<Meglio così>>
<<Ora che ci penso, tuo fratello a cominciato il liceo quest'anno, vero? >>
<<E già >>
<<Come si trova? >>
<<Bene. Se non sbaglio, tuo fratello Mike fa la sua stessa scuola>>
<<Davvero? Non lo sapevo. >>
Continuamo a parlare per un paio di minuti. L'autobus si ferma.
<<Questa è la mia fermata>> mi dice.
<<È stato bello parlare con te>>
<<Anche per me. >>gli rispondo con il sorriso.
<<Ciao>>
<<Ciao>>
Appena scesero i passeggeri che avano quella fermata, l'autobus ripartì. Abbasso lo sguardo e faccio scomparire il sorriso che avevo. Guardo fuori dal finestrino e noto che siamo vicini alla mia fermata.
<<Manca poco all'arrivo, quindi non vale la pena di mettere le cuffie>> penso.
Dopo qualche minuto arriviamo alla mia fermata, così mi alzo e vado all'uscita. Scendo dall'autobus e mi incammino verso casa.
Appena arrivo inserisco la chiave ed apro la porta,entro e tolgo la chiave dalla serratura e chiudo la porta.
<<Ciao>> dico appena entro in cucina.
<<Ciao>>mi dice Mike.
<<Bentornato>> dice mia madre.
<<Cosa c'è da mangiare? >> chiedo.
<<Spaghetti al pomodoro >> mi risponde mia madre<< Tra cinque minuti è pronto. >>
<<Ok>> gli dico.<<Dov'è la Violet? >>
<<È uscita con le sue amiche per pranzare insieme. >> mi risponde Mike.
<< Capisco. Papà non torna per pranzo, vero? >> chiedo rivolgendomi a mia madre sapendo già la risposta.
<<Già>> mi risponde.
Vado nella mia camera e poso il mio zaino su una piccola sedia vicino alla scrivania.
Prendo i libri e i quaderni di scuola nella libreria che mi sarebbero serviti il giorno dopo e li appoggio sulla scrivania, poi tiro fuori dallo zaino che non mi sarebbero serviti e metto gli altri lasciando sulla scrivania quelli dove c'erano i compiti assegnati e gli argomenti che devo studiare per domani. Fatto questo, poso i libri che non mi servono nella libreria e sistemino i rimanenti uno sopra l'altro da quelli più facili a quelli più difficili.
<<È pronto da mangiare! >>sento dire.
<<Arrivo! >>dico.

Dopo mangiato mi metto a studiare. Primo faccio le materie di cui domani dovrò essere interrogato:li ripeto ad alta voce dopo aver letto uno /due volte in modo che vedessi quello che mi ricordavo.
Verso le 17:45 finisco di studiare gli argomenti orali e mi metto a fare gli esercizi. Alle 18:03 finisco tutto.
<<Certo che sono abbastanza veloce a fare gli esercizi. >>penso tra me e me.
Poso i libri e i quaderni dentro lo zaino e poi lo chiudo.
Accendo il telefono e sono le 18:09. Vado nei social e guardo le foto che hanno postato le persone che seguo.
Verso le 18:37 prendo le cuffie, le collego al telefono, premo l'interruttore per spegnere la luce. Mi sdraio sul letto, metto le cuffie e parto la musica. Dopo un po' controllo l'orario e sono le 19:01.
<<Che noia.>> penso.
Mi alzo e vado a prendere un libro da una mensola della libreria :per essere chiari, la mia libreria ha due mensole, in cui in una ci sono i libri e i quaderni di scuola e nell'altra i libri da leggere.
Ne prendo uno, mi siedo sul letto e comincio a leggerlo dal punto dove ero arrivato.

<<The end. >> dico a voce bassa appena chiudo il libro.
<<Un'altro libro è finito>> dico con lo stesso tono.
Mi alzo e poso il libro al suo posto. Sento lo stomaco brontolare, così esco dalla stanza, spengo la luce e vado verso la cucina. Sento la porta aprire.
<<Bentornato, papà >>
<<Ciao>> mi saluta con voce stanca.
Chiude la porta e va verso la stanza da letto. Entro in cucina e vedo mia madre preparare delle piedine.
<<Stasera piedina? >>
<<Si, gliel'ho avevo promesso a Violet che gli l'avrei fatta oggi>> mi dice.
<<Guarda chi è uscito dalla sua tana>> sento dire da una voce dietro di me.
<<Quando si parla del diavolo>> penso.
<<Ciao Violet, ti sei divertita con le tue amiche? >> gli chiedo.
<<Che ti interessa a te >> mi dice in modo arrogante.
<<Sei mia sorella, c'è bisogno di un motivo per chiedertelo per caso? >>
<<Ah, è vero>>
Mi fa imbestialire.
<<Non cominciate a litigare voi due>>
<<Non ti intromettere Mike>> dice Violet.
<<Tranquillo Mike, se non me lo vuole dire va bene. >> mi rivolgo a lui.
<<Comunque, chiamatemi quando è pronto, okay? >>
<<Va bene>> mi risponde Mike.
<<Okay, io vado in camera. >>
Appena arrivo in camera, mi siedo sul letto e inizio a giocare a un gioco del telefono.
<<Certo che vorrei capire dove nasce tutto l'odio che prova Violet nei miei confronti. Sarà gelosia? Forse. >> penso<<Sarà meglio non pensarci>>
Mi concentro sulla partita e supero in modo abbastanza veloce i livelli.
Toc toc
<<Chi è? >>chiedo sentendo la porta bussare.
<<Sono Mike. Vedi che è pronto da mangiare>>
<<Okay>>
Finisco il livello e esco dal gioco.

Finito di mangiare vado in bagno a mettere il pigiama e a lavarmi i denti. Dopo vado nella mia stanza, apro l'armadio e scelgo i vestiti che indosserò il giorno dopo (in modo che domani non perdo tempo a scegliere). Finito tutto ciò, vado a mettere sotto carica il telefono, poi vado verso l'entrata della stanza, chiudo la porta e spengo la luce. Mi metto sotto le coperte mi giro verso la parte del muro. Mi ci vuole più o meno una mezz'oretta prima di addormentarmi. In quel l'asso di tempo penso alle cose che mi sono successe nella giornata, e riaffiorano alcuni ricordi del passato.
<<Per quanto ancora dovrò fingere? Per quanto ancora dovrò nascondere il vero me stesso? >> penso <<Qual'è il vero me stesso?>>
Il sonno cominciò a prendere il sopravvento... i pensieri si fermono... e scende una lacrima sul mio viso.

Contro me stesso. Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora