Capitolo 5 :Sunday with the family

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<<Sveglia,sono già le undici, faremo tardi>> urla Violet togliendomi brutalmente le coperte.
<<Sono sveglio...>> dico
<<Sbrigati>> dice e poi esce dalla stanza.
<<Voglio dormire>>penso.
Oggi è quel giorno della settimana in cui passi del tempo con le persone che conosci da una vita, con cui hai legami che trascendono il tempo, legami che non possono essere distrutti ... Oggi è domenica e questo vuol dire parenti.
<<Ho sonno>>dico con un filo di voce lamentandomi.
Mi alzo dal letto, infilo i piedi nelle ciabatte e mi dirigo in cucina.
<<Buongiorno>>mi dice Mike appena mi vede.
<<'Giorno>>dico e poi sbadiglio.
<<Aprile sta finendo,eh?>>dico dopo aver dato un occhiata al calendario attaccato nel muro, vicino al lavandino.
Poi vado verso il frigo, lo apro e prendo uno yogurt alla ciliegia con i pezzi di frutta e poi lo chiudo. Poi ,dopo aver aperto lo yogurt e preso un cucchiaino, mi siedo su una sedia della cucina e me lo mangio.
<<Buono come sempre.>> penso .
<<Vedi di sbrigarti>> mi dice mia madre mentre tira fuori dal forno una crostata con la marmellata.
<<Che marmellata hai usato?>>chiedo incuriosito <<Quella di fragole o lamponi? >>
<<Lamponi>>
<<Okay>>
Finisco lo yogurt e poi vado nella mia stanza a prepararmi.

15 minuti dopo

<<Siete pronti?>> chiede nostra madre con un alto tono di voce
<<Si! >>rispondiamo con lo stesso tono io, Mike e Violet .
Scendiamo le scale e appena arrivati al piano terra e c'era nostro padre già in macchina col motore acceso. Entriamo in macchina e partiamo. Di solito ci riuniamo con la famiglia a casa dei nonni da parte di mia madre, ma oggi saremo a casa dei miei zii. Prendo il telefono, attacco le cuffie, me le metto nelle orecchie e parto la musica.
Dopo circa 25 minuti arriviamo a destinazione.

Dopo che mio padre parcheggia l'auto e spegne il motore, apro lo sportello e scendo. Vado poi ad aiutare a miei genitori a prendere le cose nel cofano. Finito di prendere le cose andiamo davanti la porta di casa e poi Violet, essendo l'unica a non avere niente in mano, suona il campanello e un attimo dopo la zia Mary viene ad aprirci.
<<Ciao, siete riusciti a arrivare più presto del solito>> dice la zia Mary.
<<Già>> gli risponde Violet
Entriamo e andiamo a posare ciò che avevamo portato. Dopo che poso le cose che ho i mano nel tavolo in cucina vado un attimo fuori per prendere una boccata d'aria ma il tempo di appoggiare la mano nella maniglia della porta che... sento delle urla.
<<O no>> penso. Esco e mi nascondo dietro il muro accanto alla porta. Sto sfuggendo temporaneamente da delle entità che portano solo stanchezza e un mal di testa incredibile: i miei cugini, per esattezza dei bambini. Decido di rimanere nascosto per altri cinque minuti.
<<Achiu!>>
<<Non è che mi sta venendo il raffreddore ?>> penso
Guardo il cielo sereno e mi perdo tra i pensieri. Poi sento il rumore di una macchina: sono appena arrivati altri miei parenti.
Appena la macchina parcheggia a fianco di quella di mio padre, scendono dalla macchina i miei zii e i miei due cugini.
<<Siete arrivati prima voi, oggi ?>> mi chiede mio zio Peter con il suo solito tono scherzoso.
<<Già>> dico sorridendo per nascondere il mio disinteresse. <<Mancavate solo voi>>
Parliamo per circa un minuto scarso e poi entrarono in casa. Io rimasi per altri cinque minuti fuori. Aspetto fuori finché non mi vengono a chiamare per mangiare. 
Appena arrivo nella sala da pranzo trovo un "lungo" tavolo apparecchiato per più di una quindicina di persone (infondo siamo tanti in famiglia). Comincio a prendere  posto e all'improvviso sento qualcosa che mi abbraccia da dietro.
<<Ti ho preso!>>dice una vocina infantile tutta soddisfatta.
Mi giro di scatto <<Ora ti ho presa io!>> dico mentre sollevo verso l'alto Emily, la mia cuginetta di quattro anni, nonché la più piccola in famiglia.
Si mette a ridere e poi, il tempo di rimetterla per terra che corre verso i miei cugini più grandi, che come età sono tra i venti e i diciotto anni, e poi va verso a quelli più piccoli, che hanno sette anni. Certe volte mi metto a pensare a quanto siano "strambi"  i bambini, sembra come se nel mondo bisogno soltanto sorridere, giocare e divertirsi. E mi chiedo anche se ero anch'io così infondo. Guardo un po' intorno e poi mi siedo a tavola.

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