Beatrice

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*tre settimane dopo*

Durante il viaggio non ci diedero nulla da mangiare o da bere. Delle persone infatti morirono. Altre invece, tra cui me, bevemmo la poca acqua che entrava nella stanza dal pavimento.

Dopo tanto tempo la porta si aprì e lo stesso uomo che mi aveva catturato entro nella stanza. Con lui c'erano degli altri uomini. Si avvicinarono a noi e ci tolsero le catene.

- muovetevi! - urlavano mentrenci spingevano.

Uno ad uno uscimmo dalla porta.
Quando entrai in contatto con la luce del sole, chiusi subito gli occhi. Erano da giorni che non vedevo il sole.
Quando i miei occhi smisero di essere sensibili alla luce del sole, vidi che ci trovavamo in una spiaggia.
Sulla terra c'erano degli uomini dalla carnagione olivastra.

Eravamo arrivati nel regno del sud.

Uscimmo dalla nave e ci avvicinammo agli uomini. Parlarono ma non sentii quell che dissero. Vidi però il mio rapitore dare dei soldi agli uomini.

- seguitemi! - urlò uno di loro.

Tutti lo seguirono e io cominciai a camminare per ultima.

- no - disse il mio rapinatore prendendomi dal braccio. - tu appartieni già a qualcuno, la regina -

Mi trascinò con me e salimmo su un cavallo.

Andammo verso il castello. Il tragitto era lungo e potei vedere la città. Le case erano fatte d'argilla e tutti erano vestiti in modo strano.
Al nord tutti si vestivano con colori scuri e tristi, al sud invece faceva piú caldo e si vestivano con colori vivaci.
Per le strade la gente ballava e cantava.

- oggi è il Monton. È una festività in cui si celebra l'arrivo dell'altra metà dell'anno. Una festa che non si celebra lì al nord, vero? - disse il mio rapitore. - in giorni come questi c'è bisogno di molto aiuto. Per fortuna ti ho portato in questo momento -

Gli diedi una gomitata con le poche forze che avevo e lui mi diede un pugno sulla schiena.

Finalmente raggiungemmo il castello. Era bello e enorme.
Davanti c'erano delle guardie vestite con un vestito giallo scuro e un velo bianco sulla testa.
Quando li raggiungemmo non ci chiedero nulla e aprirono il cancello. Probabilmente lo conoscevano.

Quando entrammo, vidi una grande fontana e dei giardinetti colorati attorno ad essa.

Andammo più avanti fino a raggiungere un punto dove c'era un'altra fontana più piccola.
In quel posto c'era un uomo e quattro donne dai capelli corti e marroni, una più grande delle altre. Prima stavano facendo qualcosa ma smisero quando ci videro.
L'uomo era seduto su una sediane e le donne erano in piedi accanto alla fontana.

- vostra maestà - disse inchinandosi e mi inchinai anch'io. - vi ho portato la schiava che mi avevate chiesto -

- avevo chiesto una bambina. Quanti anni ha? - disse la più grnade delle donne.

Nessuno disse nulla.
All'improvviso il mio rapitore mi diede una forte pacca sulla spalla.

- quanti anni hai, sguattera? - mi urlò.

- dodici - sussurrai abbassando lo sguardo.

- la volevo più giovane - continuò a dire la donna. - ma va bene. Puoi andare. Portala nelle cucine -

Il mio rapitore si inchinò e mi trascino verso le cucine del castello.

Le cucine erano enormi e affollate. Le persone andavano avanti e dietro senza mai fermarsi. Quando il mio rapitore disse a loro che ero lì come aiuto cuoca, mi fecero subito lavorare.

Quando arrivò la sera le strade si riempirono di gente e nel cielo c'erano fuochi d'artificio.
Quando potei finalmente riposare, seguii le cameriere che portavano il cibo alla grande sala del castello.
Mi nascosi all'entrata e sbirciai.
Era pieno di colori ed era affollato. Tutti indossavano abiti blu, gialli, rossi, rosa... Sembrava un quadro policromatico.
I cibi che servivano erano esotici e anch'essi pieni di colori.

Non avevo mai pensato che il regno del sud era così vivace e pieno di colori. Non ero abituata a tutto quel divertimento ma non mi dispiaceva.

ETHOS ∽ L'abisso Dei 4 Regni {COMPLETA}Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora