Briar*

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" Briar "

" Ciao a tutti dalla vostra Lesto. Prima che voi leggiate il capitolo, vorrei far presente che la volta scorsa qualcuno si era chiesto quale fosse il punto di vista di Gray in questa faccenda. Ebbene eccolo qui! Voglio solo avvisare, che se tra di voi ci sono dei lettori sensibili a certe dimostrazioni di abuso contro le donne di saltare le parti delineate dagli gli asterischi. Per il resto buona lettura "

JUVIA

Gray come promesso nonostante le mie proteste, si recò da li a una settimana, nuovamente a Crocus, dove rimase per quasi dieci giorni.

Al suo ritorno non mi fornì nessuna spiegazione superflua, mi disse soltanto che adesso era tutto a posto e che non avrei più dovuto preoccuparmi della mia ex suocera. Mi aveva informata anche, che ora parte della fortuna dei Lore apparteneva a me come vedova del defunto, salvo naturalmente la villa di famiglia che era andata a Loky come pagamento delle sue prestazioni e la casa di moda che invece sarebbe stata trasformata in un locale d'alta classe per incentivare gli introiti di Mister Makarov, intervenuto personalmente grazie alla sua influenza a risolvere la questione.

A me restava comunque il cottage di Clover... dove era nato Storm e una cospicua somma di denaro già presente sul mio conto personale.

Fu solo il giorno dopo che andando a trovare Lucy, lei stessa mi fece leggere un articolo su di un famoso quotidiano vecchio di alcuni giorni, che mi fornì tutte le delucidazioni necessarie. In una delle prime pagine, spiccava a grandi lettere la dipartita tramite suicidio di Madame Lore a seguito dell'immenso dolore che l'aveva colpita quando la polizia di Crocus le aveva consegnato le spoglie del suo unico nipote ed erede di suo figlio. Sembrava che subito dopo la funzione funebre, la povera vecchia distrutta dall'ennesima perdita, si fosse avvelenata con il cianuro. Mentre di sua nuora si era scoperto che era stata salvata in extremis da un passante trovatosi sul posto per puro caso la sera della tempesta e di come poi a causa del trauma subito, avesse perso la memoria. In seguito si raccontava che la donna aveva sposato l'uomo che l'aveva messa in salvo senza ricordare più nulla del figlioletto scomparso e perciò il suo attuale marito non aveva permesso nemmeno che lei presenziasse al funerale per non turbarla. Ogni singolo pezzo di quel puzzle complicato era stato incastrato alla perfezione per non dare adito a dubbi, ma le cose tra me e Gray invece continuavano ad essere incerte.

Dopo quella prima volta in cui eravamo andati a letto insieme ne erano seguite molte altre, altrettanto ardenti, dove erano solo i nostri corpi a parlare per noi. In quei momenti di trasporto mi donavo a lui senza remore facendo tesoro di ogni suo tocco e di ogni sua concessione, sperando di essere a mia volta abbastanza desiderabile ai suoi occhi da saziare almeno i suoi appetiti carnali. L'ultima cosa che volevo e che si cercasse compagnia altrove, quello non lo avrei mai e poi mai sopportato.

Il rituale era sempre lo stesso, entrava in camera mia spegneva la luce, si denudava, faceva l'amore con me in modo passionale e travolgente, poi restava fino a quando non mi addormentavo. Al ché, silenzioso come solo un ladro poteva essere, andava via e quando i primi raggi del sole inondavano la stanza mi risvegliavo sempre da sola nel grande letto, con solo il suo profumo ad impregnare le lenzuola e a ricordarmi i momenti di pura estasi passati tra le sue braccia.

Durante il giorno invece tornava ad essere quello di sempre, distante e glaciale, ma anche incredibilmente pensieroso. Ci comportavamo in modo molto rigido e cortese l'uno nei confronti dell'altra, senza nessuna particolare dimostrazione di affetto e le frasi che ci scambiavamo erano prettamente di circostanza, salvo naturalmente in presenza di Storm, dove ci sforzavamo di intavolare delle conversazioni abbastanza decenti. Altrimenti un buongiorno detto formalmente durante la prima colazione, poi io gli chiedevo se sarebbe tornato per pranzo o per cena e se c'era una pietanza in particolare che desiderasse – Fai tu! - Mi rispondeva quasi sempre lui in tono neutro. Una mattina si e una no poi, si recava ad Hargeon, quasi sempre in compagnia di Natsu e rientrava a pomeriggio inoltrato, oppure dopo pranzo si rinchiudeva nel suo studio fino a sera tardi. Le mattinate libere che gli restavano le dedicava interamente a nostro figlio, mentre per me invece c'era solo la notte.

§ TUTTA COLPA DI UNO SGUARDO §  Fairy-Tail  - Gruvia - ( Storia in revisione )Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora