Guardai l'orologio nella speranza che da lì a poco i soccorsi sarebbero arrivati e così fu:
Vidi due volanti giungere e un'ambulanza con esse.
Finalmente quella mezz'ora agonizzante e terrificante sarebbe finita e con essa la mia mattinata che apparve essere tramutata in una scena di CSI MIAMI, un programma che iniziai a seguire per puro caso.I miei salvatori scesero dalle rispettive autovetture ed iniziarono ad urlare: «Polizia, polizia! Siamo armati, dunque chiunque è in possesso di un'arma è pregato di gettarla o spareremo!»
Tuttavia, nessuna risposta.
[Che fosse colpa mia?]
Mi trascinai verso uno di loro il quale presentava un aspetto maestoso e quasi divino; oserei dire sembianze tutto fuorché umane per l'eccesso di beltà ed imponenza.
Altezza circa due metri, capelli color oro di media lunghezza, occhi azzurri, quasi trasparenti e arguti, e corporatura maestosa.
["Alaska ti sembra il momento di contemplare la bellezza di un agente di polizia? Sei fuori luogo", dissi a me stessa].
Accortosi della mia presenza, mi venne subito incontro accogliendomi tra le sue forti braccia, senza emettere alcun suono.
Rischiai di cadere per il forte dolore allo stomaco, causato dallo sparo, ma grazie al cielo lui riuscì ad evitarlo.
«Stai bene?», mi chiese con tono preoccupato.
Non risposi, viste le mancate forze dovute alla ferita che sembrava aver paralizzato qualsiasi parte del mio corpo, tutto d'un colpo.
«Come ti chiami? Chi ti ha sparato?», insistette.
«Alaska. Uno degli uomini per terr...»
e poi il buio totale.
Persi i sensi, totalmente, senza rendermene conto.
...Mi parve fosse trascorsa un'eternità.
Attorno a me tutto nero, nessun volto, un'infinità di voci maschili e femminili tuttavia percepibili, a tratti.
«Dove mi trovo? Aiutatemi», continuai a gridare senza sosta.
«Aiutatemi! Per favore», insistetti.
Ma nessuna risposta.
[Cosa stava succedendo? E soprattutto, perché nessuno sembrava udire la mia voce e le mie parole disperate imploranti aiuto?]
«Si chiama Alaska, questo è tutto ciò che so! Aiutatela adesso!», disse una voce maschile.
["È il poliziotto di prima Alaska, è la sua voce.
Merda, sei finita in ospedale", dissi tra me e me].Solo allora compresi che nessuno avrebbe potuto sentirmi visto il mio stato di incoscienza e di conseguenza, la mia lotta per il risveglio.
Poi nuovamente il nulla, le mie orecchie cessarono di funzionare e tutto apparve svanire via: la voce dell'agente che mi portò fino a lì e delle altre persone che pensai fossero i dottori.
...
Non sapevo quanto tempo fosse passato, ma qualcosa stava accadendo dato che riacquisii, come per magia, la capacità di sentire le voci e di vedere ciò che attorno a me stava avendo luogo.
[Ma aspetta un attimo, com'è possibile che io veda me stessa ed i dottori con i defibrillatori poggianti sul mio petto?]
Realizzai allora che i medici stavano cercando di rianimarmi e che la motivazione per la quale ciò accadde era quella che il mio cuore cessò di battere.
["Nonono! Non è possibile, no e no. Alaska, riprendi il controllo, adesso", ordinai a me stessa].
«Non ce la sta facendo», disse uno dei medici urlando.
«Ce la farò, devo farcela», risposi benché non potesse ascoltare.
D'un tratto, mi sentii prosciugata da qualcosa che non riuscii a vedere.
Ecco che aprii gli occhi e notai 4 volti che mi guardavano sorridenti.
«Ce l'abbiamo fatta, è viva», disse uno di loro.
«Bentornata», controbattè un altro.
«Quanti giorni sono passati?», riuscii a chiedere.
«Quindici», rispose il primo che parlò.Sentii istantaneamente il sangue gelare nelle vene, capendo di esser stata in uno stato di incoscienza totale e nel contempo di lotta tra la vita e la morte, per ben 15 giorni.
Non ero in grado di capacitarmene.
Pensai si fosse trattato di ore, non giorni. Inaspettato come il mio corpo avesse reagito male ad un semplice sparo che, in maniera stupida, diedi per scontato non mi causasse troppi danni.
I medici si allontanarono da me, dopo aver aggiustato le flebo, assicurandomi che sarebbero tornati poco dopo, aggiungendo che avrei dovuto riposare e star tranquilla.Passati circa venti minuti, sentii bussare alla porta.
["Chi potrà mai essere?" chiesi a me stessa.
"Sei sola, in fin dei conti", aggiunsi].
Incerta su chi fosse, decisi ugualmente di rispondere:
«Si? Avanti, entra pure».
STAI LEGGENDO
L'Alaska dimenticata.
FantasyAlaska, essere angelico di 19 anni-luce, verrà catapultata, sottoforma di cometa, nella terra in veste di umana, portando con sé una missione specifica: Salvare l'umanità e le sorti d'un mondo che sembra non aver più alcuna speranza. «Pensi di pot...