10. Come una droga

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In pochi mesi aveva finito per abusare della pozione.

Aveva cominciato durante i due tremendi mesi estivi in cui era rimasto con Voldemort, nel disperato tentativo di rafforzare la propria volontà e resistere al richiamo del sangue. Così si era giustificato con se stesso quando il paiolo di pozione che distillava, ordinatamente suddiviso in minuscole fiale, durava per un tempo sempre minore e la sua scorta finiva ogni volta prima del previsto, obbligandolo a distillarne velocemente altra.

È vero, non aveva mai ceduto, non aveva mai bevuto neppure una sola goccia dell'agognato fluido, pur se era riuscito a ingannare Voldemort, convincendolo d'essere ancora schiavo di quel macabro istinto. Ma ogni volta aveva sorbito una o più fiale anche dopo, quando tutto era finito, quando non era più realmente necessario, solo per lenire la tremenda sete che lo divorava, lo prosciugava, lo torturava sempre più a fondo facendolo letteralmente impazzire di desiderio

Era in quel modo che le sue scorte si esaurivano, lo sapeva perfettamente.

Ma poi aveva continuato ad abusarne anche dopo il ritorno a Hogwarts, quando finalmente aveva avuto tregua dalle notti d'incubo, interminabili e intrise di sangue, che avevano esacerbato la sua sete oltre ogni limite.

L'aveva fatto per stare con Vivian ogni sera, per soffrire un po' meno a causa dell'implacabile desiderio che sempre lo aggrediva con forza violenza non appena rimanevano soli, vicini, e percepiva l'inebriante aroma del suo sangue; quei pochi e preziosi minuti erano necessari per concedere il tempo, alla sua volontà e al suo amore, di sottomettere e dominare completamente l'istinto e poterla così tenere tra le braccia, baciare e accarezzare, senza timore di farle del male.

Ne aveva abusato anche per tenere le lezioni, per essere sicuro di non far male ai ragazzi: era stato proprio Silente a suggerirglielo, ricordandogli quanto scorre impetuoso il sangue in un giovane e vigoroso corpo, e quanti corpi si stipano in una classe, sprigionando una dolce ed allettante fragranza che, soprattutto in un sotterraneo, persiste a lungo nell'aria, ogni giorno sempre più concentrata. Così, a ogni nuova infornata di studenti nell'aula di pozioni, l'odore dolciastro del sangue diventava sempre più intenso e quando la testa gli girava, quando la gola gli bruciava da non riuscire quasi più a parlare, quando gli sembrava di non riuscire più neppure a respirare, allora si concedeva una mezzoretta scarsa di tregua: respirare smetteva d'essere la straziante tortura che gli incendiava la gola di lancinante brama e tornava ad essere una normale, e quasi piacevole, funzione del suo corpo.

Ma non poteva andare avanti così, come un drogato che non riusciva a vivere senza le fialette maledette!

No, quel mattino non avrebbe portato con sé la solita scorta: erano ormai passati oltre tre mesi dall'inizio della scuola e il ricordo delle tremende notti trascorse nel Cerchio dei Mangiamorte, col Marchio che bruciava nel braccio e l'arsura che lo tormentava, tendeva ad affievolirsi un poco, ed anche la sua sete, non più continuamente eccitata da generose offerte di sangue fresco, che sempre si era negato, sembrava quasi essersi un poco attenuata.

O, forse, stava solo imparando a controllarsi meglio.

No, niente fiale nascoste nel mantello, quel mattino, poteva farcela con le sue sole forze: doveva riuscirci, se non voleva ridursi alla stregua di un drogato!

Era ormai arrivato alla fine dell'ultima lezione del mattino, 5° anno Serpeverde e Grifondoro, e la concentrazione dolciastra dell'effluvio del sangue era al massimo, prima della diminuzione dovuta al filtro nebulizzato che avrebbe spruzzato durante l'intervallo per neutralizzarlo per quando possibile.

Paciock, come il solito, in maniche di camicia e tutto sudato, era in grossa difficoltà e il liquido nel suo calderone gorgogliava lanciando pericolosi sbuffi di vapore violaceo, mentre il giovane Malfoy, alle spalle del Grifondoro, si faceva apertamente beffe di lui additandolo ai compagni e sporgendosi in avanti.

Implacabile desiderio (seguito di "Incubo di sangue")Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora