20. L'unico desiderio

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Vivian non l'avrebbe mai creduto possibile, così neppure aveva osato sperarlo, ma dopo nemmeno un mese Severus era tornato e la stava stringendo forte a sé, in un abbraccio che sembrava infinito e in cui il mago, lentamente, riprendeva a vivere dopo essere stato all'inferno.

Le era bastata una veloce occhiata per capire che era in condizioni pietose, di nuovo dimagrito, pallidissimo e con occhiaie livide e profonde sotto gli occhi, neri abissi di infinita disperazione.

Ma era vivo!

Si strinse di più al mago cercando di afferrare la felicità che, inaspettata, per qualche ora le era offerta, ben sapendo che presto l'avrebbe di nuovo perduta. Lo sentiva respirare appena, tremante, mentre in piccoli sorsi d'aria assaporava piano il profumo che lo inebriava a fondo e la stringeva sempre un poco di più a sé, con delicata passione e tormentato desiderio, il viso affondato nei suoi capelli.

Poco per volta lo sentì rilassarsi e abbandonarsi all'abbraccio, il respiro che tornava normale e il tremito che cessava, le labbra che tra i neri capelli inanellati cercavano la sua pelle per sfiorarla, accarezzarla, baciarla piano. Le sentì scorrere sul collo, frementi, poi sulla guancia, brucianti, fino a raggiungere la sua bocca, il respiro caldo a confondersi con il suo in un sospiro ardente:

- Vivian, ti amo! – sussurrò il mago con amore, a fior di labbra.

- Severus! – rispose in un dolce mormorio offrendo la bocca al bacio.

Le labbra del mago, calde e morbide, si posarono sulle sue, carezza d'amore colma di tenera dolcezza, e le sfiorarono piano, con lenta e trattenuta passione, il respiro tiepido che si congiungeva al suo in delicati sospiri, la punta della lingua a lambirle, a coccolarle e vezzeggiarle con morbidi tocchi, ad alimentare il desiderio con piccoli, intriganti morsi, finché il bacio si fece all'improvviso profondo, intenso e sensuale, carico di ardenti promesse tante volte ripetute in passato e sempre mantenute, un bacio che rappresentava il loro amore, forte e indomito, capace di superare ogni ostacolo, anche quello d'un sortilegio che voleva condannare un uomo a essere un mostro.

Severus strinse a sé la sua donna, con travolgente impeto, poi la sollevò tra le braccia senza mai lasciare la sua bocca e la adagiò sul letto distendendosi al suo fianco e prendendola nuovamente tra le braccia.

L'abbraccio di Severus era così caldo e avvolgente! Vivian vi si rifugiò sentendosi protetta e circondata dal suo amore, mentre le mani del mago percorrevano piano la sua pelle, in dolci e raffinate carezze, sfiorandola con lenta sensualità, stringendola a sé, il desiderio che cresceva all'unisono e la magia della passione a dissolvere gli abiti per unire i loro corpi che già si congiungevano.

Eppure il mago sembrava volesse solo guardarla, perdersi sospirando nei suoi occhi e carezzarle il viso:

- Sei bellissima! – sussurrò sfiorandole piano le labbra e cercando di imprimersela nella memoria; troppo spesso in quelle tremende settimane era stato costretto a richiamare alla mente le insopportabili immagini in cui pareva morta, e ora, invece, l'immensa felicità d'essere ancora tra le sue braccia quasi la trasfigurava e Vivian era bella oltre ogni immaginazione e ricordo così che il mago voleva solo rimirarla e riempirsene gli occhi.

- Tu, invece, sei così pallido e stanco, amore mio, e c'è un insondabile abisso di disperazione nei tuoi meravigliosi occhi neri!

Severus li chiuse di scatto. La sua mente era sempre protetta, in una solida abitudine che gli permetteva di affrontare Voldemort, ma Vivian sapeva leggere la sua anima, quella che bruciava nel rogo delle impetuose fiamme nere dei suoi occhi, e per nessun motivo doveva riuscire a cogliervi la verità e capire quanto fosse così profondamente disperato al punto da rischiare la vita affrontando l'Oscuro a volto scoperto.

Implacabile desiderio (seguito di "Incubo di sangue")Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora