7. Verità svelata

84 4 0
                                    

La goccia di sangue, vividamente rossa e gonfia di vita, brillava sul polpastrello di Vivian emanando il più squisito e irresistibile profumo che Severus mai avesse sognato: la bramosa sete lo travolse all'improvviso.

Si leccò le labbra con voluttà, gli occhi neri luccicanti di desiderio e il respiro ansante; poi gemette, si morse le labbra con forza e balzò rapido all'indietro sbattendo con violenza la schiena contro il muro, ritrovandosi intrappolato nell'angolo, con Vivian che lo guardava sconcertata, frapponendosi tra lui e la porta.

- Non è nulla, solo un graffio... le spine!

- Va via, scappa! – gridò il mago fuori d'ogni controllo, agghiacciato all'idea di poterle fare del male quando la vide avvicinarsi tendendogli la mano graffiata.

- Ma cosa dici? Non è stata colpa tua, non mi hai fatto niente! – esclamò Vivian, incapace di comprendere la reazione del mago che le pareva solo pura follia.

Leggeva un raggelante terrore nei suoi occhi neri, spalancati all'inverosimile, e il pallore del suo viso si era fatto cadaverico rendendo ancora più evidenti le occhiaie violacee. Possibile che vedendo quella goccia di sangue, dovuta alla rosa che le aveva donato, si fosse sentito in colpa per averle fatto del male, fino al punto di paragonare la situazione attuale con quelle vissute nel passato, in cui aveva realmente versato sangue innocente? A che punto d'insopportabile angoscia era giunto, in quei due mesi con Voldemort, per lasciarsi sconvolgere da quello straziante pensiero?

- Va via, via... lontano da me... non voglio farti del male! – la implorò ancora con voce spezzata.

Severus sembrava terrorizzato all'idea di poterle veramente fare del male: tremava visibilmente e si premeva contro il muro, quasi a mettere una maggior distanza fra loro. Inoltre, incredibilmente, stava trattenendo il respiro.

E tutto per la spina di una rosa donata con immenso amore!

Ma cosa diavolo gli stava succedendo?

Vivian non riusciva a comprendere: le sembrava che il mago fosse in preda a un incubo, assolutamente incapace di ragionare lucidamente. Pareva perfino che l'odore del sangue gli fosse insopportabile, giacché ora si premeva il naso con una mano e respirava cauto solo con la bocca. Eppure, nei suoi occhi neri spalancati, lampi di panico s'intercalavano a bagliori di voluttuosa brama, subito rimpiazzati da profondi riflessi di orrore.

- Ti amo... scappa via... via da me!

Ma perché, se l'amava, Severus aveva paura di farle di male?

Vivian non riusciva a comprendere cosa stesse accadendo, salvo che il fattore scatenante fosse stato la minuscola goccia di sangue. Guardò di nuovo il polpastrello, confusa, e nel farlo sollevò la mano. A quel gesto banale ebbe l'assurda sensazione che il mago fosse trafitto da un lancinante dolore e il suo volto divenne una maschera d'intensa sofferenza, la bocca semiaperta in un gemito straziante:

- Vivian... no... amore mio!

Sembrava che il mago stesse freneticamente lottando con se stesso, il corpo percorso da un violento tremito, i pugni serrati stretti, gli occhi neri sbarrati in cui orrore e desiderio si rincorrevano in un vortice incessante e la testa piegata all'indietro, premuta forte contro il muro.

Fissava ipnotizzato la goccia di sangue che, lenta, dal polpastrello scendeva verso il palmo.

Era follia il solo pensarlo, ma Vivian d'un tratto percepì la travolgente smania che il mago nutriva per il suo sangue e, allo stesso tempo, l'orrore che provava verso se stesso.

Un mostro.

Era la parola con la quale più volte si era definito e inesorabilmente condannato, quando lei cercava, invece, di consolarlo e perdonare le sue colpe. La parola che mai era riuscita a comprendere, ma che il mago sempre ripeteva cupo quando lei affermava che aveva ormai espiato tutte le sue colpe.

Implacabile desiderio (seguito di "Incubo di sangue")Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora