Capitolo Quinto

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"Mary! Vieni subito qui!" gridò Freddie dal soggiorno.

La ragazza arrivò correndo. "Ormai non posso più mentire" sussurrò Freddie alzandosi in piedi.

"In che senso?" chiese Mary preoccupata.

Gocce di sudore iniziarono a bagnare le tempie del ragazzo, e se l'avesse presa male?

"Mary...io..." continuava il moro
"Tu...cosa? Parla cazzo".

La ragazza si stava innervosendo...come sapete il periodo del ciclo sposta un po' l'umorismo alle ragazze, e quindi sono facilmente irritabili.

"Io sono povero, con la mia band non riusciamo a raccogliere nulla, e ha detto il padrone di casa che ci caccerà fra due ore, abbiamo saltato anche questo mese" disse tutto d'un fiato il ragazzo.

"Oh cazzo" sussultò Mary.

"Torno dai miei!" urlò esasperata la donna.

"Io vado a vivere con Bri e Rog, in tre è meglio" disse Freddie.

I due si precipitarono in camera da letto e iniziarono a prendere i vestiti dall'armadio e a metterli nelle valige.

Un'ora era passata.

In casa i due non avevano molti mobili propri, d'altronde dormivano su un materasso appoggiato a terra, quindi avrebbero lasciato tutto lì.

Iniziarono a fare degli scatoloni e a riempirli con tutte le cose che non entravano in valigia.

Mancavano dieci minuti allo sfratto.

Freddie aveva chiamato Roger che gli aveva portato il furgone, e avrebbero messo lì dentro tutte le cose del moro.

Brian intanto stava aiutando Mary a caricare gli scatoloni in macchina dal padre.

Mancavano due minuti; Freddie aveva già messo i gatti nel veicolo.

Non mancava più nulla, nell'appartamento c'erano solo i mobili del padrone di casa.

"Ci terremo in contatto?" chiese il moro mentre chiudeva a chiave la porta della casa
"Non so, forse questo è un addio" disse la ragazza prendendo la valigia da di fianco la porta.

Freddie e Mary si scambiarono un piccolo bacetto, lasciarono le chiavi dentro al vaso della piantina lì vicino, come aveva detto il proprietario e si avviarono verso le scale dell'edificio.

~*~*~*~*

"Dai Fred, non devi disperati, né troverai un'altra" lo confortava il riccio dandogli piccole pacche sulla spalla.

"Con questi denti è difficile!" urlò il moro sbattendo le mani sul tavolo.

"No Fred! Non dire scemenze! Hai dei bellissimi denti" si oppose Brian.

Secondo il riccio, i denti di Freddie erano sempre bellissimi, e il suo sorriso faceva sciogliere chiunque.

"Andiamo fuori? Devo bere" disse il più grande.

Brian annuì e si mise il cappotto.

Freddie lo seguì e si mise la sua pelliccia.

Fuori nevicava, e faceva veramente freddo.

"Possiamo andarci a piedi?" chiese Brian con felicemente
"che due cocomeri" Freddie lo seguì calciando la neve.

*~*~*~*~
Brian e Freddie si sedettero al bancone
"Una birra e una Vodka liscia" disse il più giovane al barista
"Vero Fred?" chiese il riccio per avere una conferma.

La musica a palla sobbalzava nel petto di Freddie, che non stava ascoltando Brian.

Quella sera c'era la serata Disco, e a lui piaceva molto ballare e scatenarsi.

La pista da ballo con le luci, e la palla da discoteca, avevano catturato l'attenzione del moro.

"Fred...ci sei?" continuava il riccio.

Il più grande era completamente attirato da tutta quella gente che ballava.

"Freddie?!" il ragazzo stava perdendo la pazienza.

"Oh, sì sono io" disse il ragazzo voltandosi.

"Vodka Liscia?" chiese Brian con tono spazientito
"Eh?"
"Da bere che cazzo vuoi?!" il riccio si diede una manata in fronte.

"Una Vodka liscia, lo avevo già detto" urlò Freddie.

"Fai una Vodka liscia" disse il riccio al barista.

"Ecco a lei".

"Ma questa è Vodka Orange!" Freddie battè il pugno sul tavolo, e Brian si diede un'altra manata in fronte.

"Non si preoccupi, ci penso io", detto questo, il barista prese il bicchiere e ne bevve il contenuto.

Brian si diede un'altra manata in fronte.

"Attento, che con le manone che ti ritrovi, come minimo ti spacchi il cranio" urlò Freddie fermando  il polso al riccio.

"Sai cosa c'è? Ho voglia di ballare, mi è passata la sete" detto questo il moro si avviò verso la pista da ballo.

Brian fece per darsi un'altra manata in fronte, quando il barista lo fermò.

Diede un bacio sulla guancia al riccio e gli sussurrò all'orecchio "ascolta il tuo amico, non vorrei mai che ti rovinassi questo bel viso".

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Ciao a tutti

Sono tornata con un nuovo capitolo, che spiega un po' di cose.

Spero comunque che vi sia piaciuto e alla prossima!

ғʀɪᴇɴᴅs ᴡɪʟʟ ʙᴇ ғʀɪᴇɴᴅs (𝒯𝒽ℯ ℴ𝓇𝒾ℊ𝒾𝓃𝓈 ℴ𝒻 𝒟ℯ𝒶𝒸𝓊𝓇𝓎) Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora