Capitolo Primo

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1970

"Dai, ci divertiremo!" continuava a ripetere Freddie.

"No Fred, ti ho già detto che non metterò mai piede in un locale gay!" ribattè l'amico.

"Forza! Ci divertiremo, i gay sono brave persone!" continuò il moro.

"Non è vero, lo sai c-cosa mi ha f-fatto quello" sospirò l'amico.

"D'accordo, ci vado da solo" si rassegnò Freddie, uscendo di casa.

Freddie non era gay, aveva una ragazza di nome Mary e i due erano molto felici assieme.

Lui voleva andare in quel locale per provare qualcosa di nuovo, il proibito.

A quell'epoca i gay non erano visti molto bene dalla società, molta gente non li accettava, e non voleva che si integrassero.

Si mise a camminare per strada, guardando le persone che passavano; era sera tardi, quasi l'una di notte e giravano solo prostitute.

Arrivato dentro al locale c'erano un sacco di uomini, la maggior parte vestiti con degli abiti in pelle attillati, alcuni a petto nudo, altri con perizomi leopardati, e robe del genere.

Stranamente il ragazzo si sentiva a suo agio, era come se fosse nato per andare in quei posti.

Non appena varcò la soglia, un ragazzo dai capelli quasi rasati a zero, gli passò accanto, per poi far cadere lo sguardo sul posteriore del giovane.

Di seguito, altri ragazzi si misero a guardare Freddie.

'Forse sono vestito con troppi colori' pensò il giovane guardandosi.

Effettivamente aveva i pantaloni larghi arancioni a strisce rosse, la polo bianca e sopra una camicia di jeans rossa

Subito si addentrò nella ressa del locale, per dare poco nell'occhio e mescolarsi con la gente.

Improvvisamente non si sentiva più a suo agio, si sentiva in continuazione toccare.

Quelle persone facevano scivolare le mani sul corpo del ragazzo come se nulla fosse.

Freddie si avvicinò al palco dove ballavano i ballerini di lap dance.

C'erano moltissimi uomini di tutte le età che stavano guardando un ragazzino con i capelli rossi, che esibiva il corpo in una danza sensuale attorno al palo.

Poi un fischio di approvazione si fece vivo al fianco di Freddie.

Un ragazzo in carne e dai capelli castano chiaro lo guardava sorridendo "hai un bel culetto" disse, per poi sparire fra la folla, che era ammassata attorno a due ballerini, che si intravedevano a malapena per colpa di tutta quella gente.

Freddie si guardò intorno, era improvvisamente spaesato, in quel locale era veramente molto caldo.

"Ti ho preso da bere, offro io, vieni?" disse una voce familiare.

Freddie si voltò, era il ragazzo di prima, quello robusto.

"Sì, arrivo" rispose il moro seguendolo.

I due si sedettero a un tavolo dove c'erano due birre.

Freddie prese subito il boccale in mano, e iniziò a bere.

"Grazie di tutto" disse Freddie sorridendo dopo aver finito la birra
"di niente" rispose l'altro facendo l'occhiolino.

A un certo punto, il ragazzo castano salì sul tavolo sotto lo sguardo perplesso del moro, e puntò lo sguardo verso la massa, che era tutta attorno a quei due ragazzi che ballavano sensualmente.

"Guarda il ragazzino con i capelli lunghi come si muove bene!" esclamò il ragazzo in carne, per poi tendere la mano a Freddie, in segno di salire sul tavolo.

Il ragazzo salì tremolante, ma non appena fu sopra, gli si illuminano gli occhi: un ragazzino molto giovane con capelli lunghi, scivolava attorno a quel palo, come se l'avesse sempre fatto.

Il modo in cui muoveva i fianchi, e si strusciava contro l'altro ragazzo fece incuriosire Freddie.

"Io vado più vicino, vieni con me?" chiese il ragazzo castano, scendendo dal tavolo.

Freddie annuì, per poi farsi trascinare dal ragazzo castano per tutto il locale.

"Non ci passiamo!" urlò Freddie al ragazzino robusto davanti a lui, provando a sovrastare il brusio.

"So io come fare" rispose, per poi prendere dalla tasca dei pantaloni un tesserino.

Freddie era molto confuso, ma si fidava di quel tipo.

Il ragazzo castano prese per un braccio il moro, e lo trascinò tra la folla.

Dopo circa dieci minuti di spinte fra la massa di gente, arrivarono sotto al palco.

Secondo Freddie quel ragazzino sembrava più giovane visto da vicino.

Freddie rimase a guardare quel ragazzo, mordendosi il labbro inferiore.

'Non è che...sono...non può essere' Fred non lo accettava, lui non voleva.





ғʀɪᴇɴᴅs ᴡɪʟʟ ʙᴇ ғʀɪᴇɴᴅs (𝒯𝒽ℯ ℴ𝓇𝒾ℊ𝒾𝓃𝓈 ℴ𝒻 𝒟ℯ𝒶𝒸𝓊𝓇𝓎) Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora