Capitolo Ottavo

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"Fred, ho bisogno del tuo aiuto!" Brian spalancò la porta del bagno.

Il cantante si stava facendo un bagno rilassante nella vasca con la schiuma.

"Non so cosa mettermi!" sbuffò Brian.

A Freddie sembrava strano, il riccio non usciva mai di sera, e soprattutto non chiedeva mai consigli su come vestirsi, così si voltò per guardare il ragazzo, e scoprì che era in mutande.

"Hai un appuntamento?" chiese Freddie

Il riccio annuì.

"Ok, arrivo, devo asciugarmi prima" il moro si alzò e prese un'asciugamano, ma si accorse che Brian non era ancora andato in camera.

Era lì fermo, con la bocca spalancata che fissava il membro di Freddie.

Il cantante appena se ne accorse si coprì con l'asciugamano e arrossì leggermente.

"Non hai mai visto un'uomo nudo?" era leggermente in imbarazzo per aver fatto al chitarrista quella domanda.

"N-no, ne ho vi-visti, ma il t-tuo è..." le guance di Brian fremevano, così si coprì il volto con le mani e uscì dal bagno.

Freddie corse fuori velocemente dalla vasca e raggiunse il riccio.

"Guarda che non ti mangia eh!" disse il moro appena arrivò nella stanza di Brian.

Freddie si mosse verso il riccio, ma gli cadde l'asciugamano, ed esso uscì allo scoperto.

"Tieni lontano da me quel coso" gridò il chitarrista terrorizzato.

Il cantante inizio ad agitare i fianchi.

Brian aveva paura, lui non aveva mai detto a Freddie di essere bisessuale, e voleva tenere il segreto, ma se il cantante avrebbe continuato così sarebbe saltato fuori.

Brian salì sul letto, per riuscire a raggiungere la porta, ma Freddie lo prese per l'orlo delle mutande e trascinò il fondo schiena dell'amico ferso il suo membro.

Il chitarrista sussultò, riusciva a percepirne le dimensioni anche attraverso il tessuto dell'intimo, e la cosa gli piaceva, ma non troppo.

"Freddie, ho un'appuntamento" gli rammentò il riccio.

Il moro spinse ancora di più il membro verso il sedere del chitarrista.

Brian strizzò gli occhi, iniziava ad avere paura.

"Dimmi con chi hai l'appuntamento" sussurrò all'orecchio del riccio.

Il più giovane non si faceva intimidire facilmente, così decise di stuzzicare il più grande, per vedere dove voleva arrivare.

"Altrimenti?"

Freddie era abbastanza incredulo, Brian secondo lui era molto intelligente, non ci era arrivato a capire che lo voleva stuprare?

"Altrimenti ti violento tesoro"

"Provaci" rispose il riccio.

Freddie lo buttò sul letto, e mise una mano nelle mutande di Brian.

"No Fred!" urlò il chitarrista.

"Dimmi con chi ti vedi stasera!" esclamò il moro palpando il contenuto dell'intimo.

Il riccio stava urlando, e si dimenava nel tentativo di liberarsi dalla presa del moro.

"Con il barista del locale!" gridò il riccio fra un urlo e l'altro.

Freddie tirò fuori la mano dalle mutande del più giovane.

"Chi?" chiese il ragazzo sedendosi.

In realtà aveva capito bene di chi si trattava ma non pensava che Brian fosse omosessuale.

"Quello dove siamo andati io e te la settimana scorsa" rispose Brian mettendosi seduto.

"Ah, ok" Freddie lasciò andare il più alto.

Il riccio aveva il respiro affannato, e lo sguardo fisso sul cantante.

"Non ti avrei mai fatto del male" sospirò Freddie.

"Lo so".

Il più grande si alzò e uscì dalla camera.

"Devi dirmi cosa mettere" disse Brian.

"Prima mi metto le mutande"
Brian annuì e fece un sorriso.

*~*~*~*~

Le luci da discoteca accecanti si spostavano su uomini che facevano l'amore anche sulle sedie, e si intravedevno dei ballerini seducenti muoversi sensualmente attorno a dei pali.

"Fred, sicuro che sia il posto giusto?!" chiese Roger.

Il volume della musica era a palla, sembrava un normale strip club, dove però erano tutti uomini.

"Sicurissimo!" esclamò il cantante.

"Io vado a cercare qualcuno che parla di macchine" disse Roger con faccia schifata.

Freddie aveva già capito dove si trovava John, era sempre il ballerino con più spettatori, e aveva capito il perché, Deaky era semplicemente la regina danzante.

Diede una pacca sulla spalla a Roger e si mise a correre verso la folla.

Ed eccolo lì, era l'inconfondibile John Deacon.

Freddie con un po' di buona volontà riuscì a guadagnarsi un posto dove si vedeva bene, e rimase a guardare il ragazzo, ma non con uno sguardo pervertito come tutti lì attorno, ma con uno sguardo che trasmetteva amore anche a cento chilometri di distanza.

Dopo qualche minuto, John si diede il cambio con un'altro ballerino, e quasi tutta la folla se ne andò.

A Freddie balenò in testa un'idea.

Senza farsi vedere da nessuno, sgattaiolò dietro al palco, e si ritrovò davanti a una porta.

Senza pensarci due volte la aprì, e si trovò in una stanza, stranamente illuminata, con delle panchine da spogliatoio messe in fila con degli abiti appesi.

Il ragazzo iniziò a camminare per la stanza, guardandosi intorno.

Gli tornò in mente quando era in collegio, quando si cambiavano tutti assieme, a lui piaceva molto quando alcuni ragazzi lo guardavano mentre si spogliava.

Freddie giunse all'ultima fila di panchine, e vide John che si stava togliendo i pantaloni.

'Ha un bel culo' pensò subito.

Decise di avvicinarsi per guardarlo meglio, ma visto che non guardava dove metteva i piedi, inciampò per colpa di una scarpa e sbattè contro a un armadietto.

Il castano sussultò e si voltò per vedere chi c'era.

"Freddie!" esclamò il più giovane spaventato.

"Scusa John, non intendevo spaventarti" lo confortò il moro.

"Mi stavi spiando?" chiese John con un filo di voce.

"Secondo te?" rispose il moro con espressione pervertita.

Fra i due c'era un silenzio imbarazzante.

"Sei molto bravo a ballare" si complimentò il cantante.

La voce di Freddie risuonò nello spogliatoio.

"Grazie" John ricominciò ad allacciarsi la camicia, ma il cantante gli prese il polso.

E fu così che successe ancora.

ғʀɪᴇɴᴅs ᴡɪʟʟ ʙᴇ ғʀɪᴇɴᴅs (𝒯𝒽ℯ ℴ𝓇𝒾ℊ𝒾𝓃𝓈 ℴ𝒻 𝒟ℯ𝒶𝒸𝓊𝓇𝓎) Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora