All I Ask

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Il vino gli aveva sempre fatto schifo, forse un po' perché da piccolo provava un immenso disgusto per l'uva e la consapevolezza che quell'alcolico fosse il derivato di quegli acini dolciastri era stato un pensiero sufficiente a farglielo evitare per tutta la sua adolescenza.

Eppure quella sera, ai tavoli del sontuoso ristorante scelto dai novelli sposi per celebrare il grande giorno, non servivano altro che costoso Chateau Chalon, un vino francese, perfetto - a detta del sommelier - per accompagnare sia carne che pesce. Ad Eren fregava ben poco delle origini di quello che quella sottospecie di pinguino aveva definito "nettare degli dei". Non era importante se era invecchiato di due o sei anni, contava solo che quella roba amarognola e semitrasparente contenesse alcol. Sì, perché solo ingerendo spropositate quantità di alcol sarebbe riuscito a dimenticare. Voleva affogare in quelle bollicine fino a cancellare dalla sua memoria ogni singolo dettaglio, a partire dal meraviglioso abito che ricadeva sulla figura snella di Mikasa fino ad arrivare a quello che da tutto il giorno gli era stato crudelmente sbattuto sotto il naso.

Levi ci aveva provato con lui la sera prima, non era certamente così idiota da fraintendere un palese approccio, e la cosa peggiore era che ci sarebbe anche cascato con tutte le scarpe se non fosse giunto Connie in suo soccorso. Si sarebbe avventato sulle sue labbra, ci sarebbe addirittura andato a letto, perché - e il tempo gliene aveva dato ampia dimostrazione. - quando si trattava di Levi, lui diventava completamente inerme. Quel maledetto sorriso sarebbe riuscito a spazzare via anni di rancore, gli sarebbero bastate poche parole ed Eren sarebbe stato di nuovo suo.

Svuotò l'ennesimo bicchiere, oramai si stava abituando a quel sapore pungente trovando quasi piacevole il modo in cui al suo passaggio gli lasciasse la gola rovente, poi lasciò andare sgraziatamente il calice sulla tovaglia color panna.

Avrebbe dovuto ringraziare Connie, anzi no, avrebbe dovuto erigere una statua d'oro con le sue fattezze in mezzo alla sala del ristorante, unicamente per dimostrargli quanto prezioso fosse stato il suo aiuto involontario la sera precedente.

Portò una mano all'altezza della gola, allentando il nodo della cravatta che cominciava seriamente a soffocarlo, per poi passare a sfilare i primi bottoni della camicia bianca dalle asole. Si chiese distrattamente dove avesse poggiato la giacca del suo completo Armani - non che gli importasse davvero indossarla nuovamente, ma era stato un regalo di Jean e poteva rischiare di sgualcirla o perderla.

Una risatina attirò nuovamente la sua attenzione, così le sue iridi verdi tornarono ad ispezionare la scenetta che gli si parava d'avanti a pochi tavoli di distanza.

Levi non era solo, bensì aveva deciso di prendere parte al lieto evento accompagnato da una donna che, per tutto il sacrosanto giorno, era stata appesa al suo braccio. Addirittura aveva avuto l'ardire di presentargliela, non appena giunto in chiesa.

Hanji, così si chiamava quella squinternata dalla risata sguaiata e con l'eleganza e la grazia di un elefante che barcolla sotto sedativi. Come aveva potuto fargli una cosa del genere? Quella per lui altro non era che la conferma del fatto che per Levi la loro storia era stata solo un gioco, un piacevole passatempo al massimo, ma nulla di più. E allora cosa voleva ancora da lui? Provare nuovamente il brivido di stare con un uomo, approfittando meschinamente della consapevolezza che Eren ci sarebbe stato?

Aveva chiesto spiegazioni a Jean, ma il suo migliore amico era stato all'oscuro della presenza della donna fino a pochi giorni prima, quando Levi era rientrato in America accompagnato dalla suddetta, entrambi di ritorno da un viaggio in Germania. Di lei sapeva unicamente che era una brillante neolaureata in biomedicina, conosciuta dal corvino durante gli anni del college ed entrata in confidenza con lui abbastanza da passare le vacanze assieme. Eren odiava il modo in cui sorrideva a Levi, gli appellativi con cui gli si rivolgeva e le sue battutine capaci di far ridere chiunque s'intrattenesse a parlare con lei.

Snow Doesn't Give a Damn [Ereri/Riren]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora