Capitolo 11

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Bum. Bum. Bum.Bum.Bum.Bum.Bum.Bum

Otto morti al massacro della Cornucopia. Tra poche ore il loro volto sarà in cielo e non ci sarà ne' il mio volto ne' quello di Nicolet.

"Solo otto, dovremo metterci all'opera il prima possibile" fa Caesar.

"Non ancora, prendiamoci un po' di tempo, io direi di vedere chi è morto. Poi elaboriamo una strategia".

Sono d'accordo con Madramel. Soprattutto perché per ora il pericolo maggiore sono i ragazzi del 2. Se anche uno di loro due è morto possiamo iniziare ad andare a uccidere. Ma fino a sta sera mi sembra una cosa inutile.

"Io sto con la ragazza" dico.

Nicolet mi guarda, e acconsente.

Facciamo il nostro primo pasto nell'arena. C'è di tutto qui nella Cornucopia e per ora la fame e la sete non sono minimamente un problema.

Dall'immensa pila di cibo scelgo delle noccioline e una banana, perché so che mi possono dare l'energia che mi serve per ora.

Il pomeriggio lo passiamo a fare una grande mappa dell'arena, anche se quello che sappiamo e limitato alla vista che c'è dalla Cornucopia.

" Qui c'è la cornucopia. A destra il bosco. E di qua il mare. La maggior parte dei tributi sarà andata nel bosco, quindi aspettiamoci un colpo di cannone da un momento all'altro".

Le parole di Ceasar hanno un senso. L'unico riparo e il bosco, quindi saranno tutti li, a meno che qualcuno non rischi di andare sulla spiaggia del mare, per avere una fonte sicura di cibo. Poi ragiono un attimo e mi ricordo che il mare è fonte di cibo solo per le e Nicolet.

Sono più o meno le 7 quando con la cosa dell'occhio vedo un un paracadute argentato cadere dietro la Cornucopia. Devo vedere cosa è. Se non è mio lo diventerà.

"Ho visto dei movimenti" dico e con questa scusa mi allontano dal gruppo.

Quel paracadute è per me. Lo vedo dal pane, il mio pane tipico del distretto 4 con su disegnato con la glassa il tridente. Quel tridente che mi ha regalato Annie.

So cosa vuol dire : sto lavorando per il tridente, tra poco lo sforno.

Capisco come ci voglia tempo per far arrivare un arma nell'arena, ma sono impaziente di mettere le mani sul tridente più pericoloso che Capitol City possa aver mai fatto.

Mangio il mio pane e torno dagli altri.

"Impressione, scusatemi".

Sembra non far una piega agli altri e quindi sono certo che non si sono accorti del paracaudute.

All'improvviso, da un momento all'altro la temperatura scende e la notte incombe sull'arena.

Questo sbalzo improvviso mi ricorda che gli strateghi posso fare quello che vogliono.

Parte l'inno e subito dopo compaiono i volti dei caduti .

Il ragazzo del 3, il ragazzo del 5, entrambi quelli del 6, la ragazza dell'8, la ragazza del 9,il ragazzo del 11 e la ragazza del 12.

"Andate a dormire. Farò io il primo turno di guardia" dico. Nessuno ribatte.

Così verso la notte Caesar mi sveglia e mi dice di andare a dormire. Ma la mia paura più grande ritorna : gli incubi.

Hunger Games : la quiete prima della tempestaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora