Sì, Jimin era corso fuori scuola, in pieno orario di lezione, con il viso sanguinante e una gamba distrutta, solo per andare a cercare quel dannatissimo nome che gli stava circolando in testa da minuti interminabili.La sera precedente lui e Taehyung si erano baciati, Jimin lo aveva baciato, di sua spontanea volontà.
E come aveva potuto dimenticarsene così vanamente?
E soprattutto, che fine aveva fatto quel ragazzo più grande di lui che si aggirava nei suoi sogni?
Dove era fuggito, se Jimin rimembrava perfettamente il sapore delle sue labbra proprio accanto a lui, sul letto della sua stessa camera?
Perché era sparito nel nulla senza più farsi sentire quella mattina?Ma il problema più grande non erano tutti quei quesiti che il piccoletto continuava a porsi continuamente.
Il vero dilemma era come sarebbe riuscito a trovarlo.
Jimin non sapeva dove abitasse, né il suo numero di telefono.Vagabondava imperterrito per le strade della città senza una meta precisa, alla ricerca di una persona quasi, a dirla tutta, invisibile.
Il bianco continuava a chiedersi se ci avrebbe mai veramente riparlato dopo quell'accaduto, se mai si sarebbero rivisti seriamente.
Un modo l'avrebbe trovato, per osservare ancora una volta quel volto perfetto che gli metteva i brividi, grazie a suo padre e le sue stupide cene di lavoro.Sì, Jimin era certo che si sarebbero rincontrati presto, ma lui non poteva aspettare ancora per molto.
Aveva bisogno di parlargli all'istante, con quello stesso volto distrutto dalle lacrime e dai pugni presi qualche minuto prima nei bagni scolastici.
Doveva vederlo, a qualsiasi costo.A Jimin non interessavano gli sguardi indiscreti delle persone, che lo fissavano con effettivo disgusto negli occhi, e ribrezzo per le condizioni in cui si era fatto ridurre.
Non gli importava niente, perché fino a quando non avesse visto il volto della persona che cercava disperatamente, avrebbe proseguito la sua impresa.Vagò senza interruzione per quelle viuzze sperdute, forse perdendo anche la cognizione del tempo, e nessun lineamento familiare gli tornò alla mente tra tutta quella gente.
Ipotizzò che Taehyung fosse probabilmente a lavoro, con suo padre, e lui ovviamente non poteva assolutamente andare a cercarlo là.Allora, cosa avrebbe dovuto fare?
Magari, la soluzione migliore era proprio tornare a casa e aspettare che anche i suoi genitori portassero a termine i loro impegni, per poi sgattaiolare nell'ufficio del suo ignaro papà e cercare il numero del soggetto ambìto di Jimin.
Era l'unico metodo che gli venne in mente al momento.Si sarebbe anche fatto una bella doccia calda e rilassante nel frattempo, e tolto il color rosso ormai incrostato sulla sua faccia, per poi rimettersi bene in sesto con tanto trucco per coprire i numerosi lividi già violacei.
STAI LEGGENDO
HEAVENLY ; vmin
Fanfiction天上的。 Jimin credeva alle favole. Taehyung non proprio. completed: 27/08/2019