Tu mi vuoi bene?

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Damiano

Tornai a casa dopo l'uscita con Marlena distrutto dall' incontro con la mia ex, nonostante avessi compreso che il tempo della nostra relazione fosse finito da tempo il suo ricordo ancora fresco faceva sempre più male nella mia memoria, credetti che con Marlena sarebbe iniziato un nuovo capitolo della mia vita, invece mi bastò vedere di nuovo Lucrezia dopo un anno e crollai di nuovo.

Spalancai la porta di casa con violenza e la chiusi con altrettanta per poi velocemente lanciare la giacca contro una sedia, le lacrime già mi rigavano il volto. <<Damià che è successo?!>> chiese subito mio fratello. <<Lasciame sta, ho rovinato tutto!>> urlai chiudendomi in camera, per poi generare il caos. Scatenai tutta la mia rabbia repressa in quella stanza, gettando a terra ogni cosa mi capitasse davanti, ruppi persino un posacenere di vetro tirandolo contro un muro. <<Damià porca puttana datte na calmata!>> urlò Jacopo da dietro la porta chiusa a chiave. <<Ho detto de lasciamme sta! Per colpa de qua troia e der pischello suo Marlena mi odierà!>> urlai a mia volta dando un forte pugno contro la porta in legno.

La mia vista era completamente offuscata dalle lacrime e in testa avevo ancora quella scena, Lucrezia che mi guardava, Marlena con quegli occhioni che minacciavano di allagarsi da un momento all'altro, ed io che  rimanevo fermo a guardare come un imbecille.

"Vaffanculo!" pensai mentre dalle mie labbra uscirono solo degli urli soffocati e qualche gemito di dolore per le continue botte che continuavo a dare ovunque per la stanza.
<<Marlena!>> urlai con la voce provata dal pianto, mi venne d'istinto, avevo bisogno di lei in quel momento, che fosse lì a calmarmi e a dirmi che sarebbe andato tutto bene. Tirai un libro contro la porta quando sentì una voce femminile dietro quest'ultima. <<Damiano sono io, fammi entrare!>> esclamò la voce fin troppo riconoscibile di Marlena dietro la porta.
Non risposi, ancora in preda alla rabbia, mi lasciai totalmente andare urlando una forte bestemmia per poi gettarmi con la schiena contro il muro, scivolando lentamente lungo quest'ultimo per poi portare le ginocchia al petto, nella speranza che Marlena fosse entrata.

Con la coda dell' occhio intravidi una figura entrare nella stanza, fui sicuro che fosse Marlena, la voce che ebbi sentito poco prima doveva essere per forza la sua. <<Damiano..>> mormorò la voce delicata della ragazza mentre le sue gambe coperte fino alle caviglie da una tuta bianca si avvicinarono a me. Non risposi, mi limitai ad alzare lievemente la testa per poterla guardare negli occhi.<<Che hai fatto..?>> chiese in un sussurro chinandosi davanti a me, di conseguenza notato i miei occhi gonfi e arrossati da dove le lacrime non smisero di scendere. <<H-ho rovinato t-tutto qu-quanto..>> risposi tra i molteplici singhiozzi, riprendendo poco dopo a piangere e per la vergogna nascosi la testa tra le gambe rannicchiate contro il petto. <<Non dire così, non è colpa tua..>> ribatté la ragazza con un tono rilassato, appoggiando poco dopo  la propria mano esile e pallida sul mio braccio,accarezzandolo poco dopo col polpastrello. <<I-io volevo s-solo p-passare una giornata con te, e-e ho m-mandato tutto a p-puttane..>> dissi appoggiando la testa al muro, cercando di respirare regolarmente e guardando la ragazza dritta negli occhi. <<Non è vero, sono stata benissimo Dam...Andrea e Sofia voleano farti incazzare, ma tu devi andare avanti, non curarti più di chi vuole farti male..c'è tanta altra gente che tiene a te, tipo Vic, Thomas e Ethan, tuo fratello soprattutto..>> sussurrò in risposta spostando la mano dal mio braccio al mio capo, accarezzandolo delicatamente. <<E tu, Marlena?Tu mi vuoi bene?>> chiesi con un filo di voce, guardandola negli occhi. Marlena fece una faccia al quanto stupita, probabilmente non se l'aspettava ma mi venne come spontaneo chiederlo. <<Sì.>>rispose.<<Sì che ti voglio bene, Damiano..>> continuo accennando un lieve sorriso, mostrando delle piccole fossette ai lati delle guance. <<Posso abbracciarti?>> chiesi ancora lasciando che altre piccole lacrime rigassero il mio volto, con la voce provata ancora dal pianto.

Games Between Feelings // Damiano DavidDove le storie prendono vita. Scoprilo ora