Legami

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DAMIANO

Entrai in dormiveglia, sentii tutti i rumori intorno a me, le macchine che passavano per strada, le notifiche del cellulare lasciato in suono tutta la notte. Lentamente aprii gli occhi un pò frastornato dalla luce solare che entrava dalla finestra illuminando gran parte della stanza e poco dopo mi misi a sedere, stropicciandomi gli occhi e alzando di poco la testa, non ricordai quasi nulla sulla sera precedente, solo che Marlena veni qui e che ci abbracciammo. "Marlena, devo chiamarla." pensai afferrando il cellulare e cercando subito il suo numero, segnato la sera prima. Poco prima di trovarlo vidi un messaggio di mio fratello: diceva che Marlena era rimasta a dormire nella camera dei nostri genitori perché aveva finito la benzina del motorino e che, ovviamente l'avrei dovuta portare a casa io, non che mi dispiacesse.

Dopo aver appoggiato di nuovo il telefono sul mobiletto misi i piedi coperti dalle calze a terra, notando subito i vetri del posacenere in terra, più tardi avrei spazzato, cercai di evitarli alla meno peggio ed uscii dalla camera ritrovandomi nel salotto deserto, Jacopo era già uscito e sul divano c'erano una giacca di jeans, fin troppo piccola per essere mia o di Jacopo, mi bastò sollevarla per vedere il punto vita leggermente accentuato e di conseguenza capire che fosse di Marlena. La lasciai cadere sul divano e mi girai verso la stanza dei miei genitori,dalla porta lasciata aperta riconobbi subito la figura esile della ragazza sotto le coperte.

Mi avvicinai alla stanza e silenziosamente entrai dentro, arrivando in pochissimo tempo accanto al letto. Rimasi in piedi con le mani nelle tasche ad osservare Marlena e restai come incantato, una lieve luce le illuminò il viso e potei osservarlo meglio: non era pallido ma più rosato, come la porcellana, delle lievissime lentiggini si fecero notare sugli zigomi e sul naso, non li notai mai tutte quelle volte che vidi la ragazza, le labbra parvero ancora più carnose senza il rossetto rosso, sembrarono morbide, soffici se si può dire. Istintivamente tolsi una mano dalla tasca e la avvicinai lentamente al suo viso, accarezzandolo appena con il retro delle dita, mi lasciai scappare un piccolo sorriso nel vedere Marlena inarcare appena le labbra, come se stesse per sorridere, infatti poco dopo aprì gli occhi, alzando appena lo sguardo verso di me come se fosse stupita della mia presenza.<<Ciao Dam..> mormorò quasi imbarazzata.<<Scusa, non volevo svegliarti..>>risposi spostando la mano dal suo volto.<<Non ti preoccupare>>mi rassicurò lei accennando un lieve sorriso, mettendosi poi a sedere sul materasso.<<Che ore sono?>> chiese confusa incrociando le gambe.<<Quasi le nove, vuoi fare colazione?>>chiesi gentilmente mentre mi distanziai un po' dal letto.<<Va bene.. >> rispose lei mettendosi con le gambe a penzoloni. Uscii dalla stanza e mi diressi in salotto, seguito poco dopo dalla ragazza che come me era rimasta con le calze, la notai stringersi un po' nelle spalle come se sentisse freddo.<<Voi che te do na felpa?>> chiesi avvicinandomi a lei.<< N-non ti preoccupare, metterò la giacca di jeans.>> rispose lei arrossendo lievemente.<<Nte faccio sta dentro casa co a giacca de jeans>> ribattei scherzando, per poi andare in camera e prendere una delle poche felpe "sobrie" che trovai, era totalmente nera. Tornai da lei poco dopo e gliela lanciai ridacchiando.<<Tiè> dissi accennando un piccolo sorriso mentre la osservai infilarla. <<Grazie>> disse sorridendo appena e togliendo i capelli da sotto la felpa.

Facemmo colazione in poco tempo, io mangiai un po' di biscotti con un bicchiere di latte e anche Marlena, mi aiutò a lavare i due bicchieri e poi andò in camera a infilare le scarpe mentre io tolsi i vetri del posacenere dal pavimento. Infine mi passai il deodorante al volo e infilai una maglia pulita per poi tornare da Marlena, seduta sul divano a guardare il telefono. <<Daje, te porto a casa.>> dissi ammiccando appena, notandola alzarsi da divano.<<Grazie, sei molto gentile..>> ammise sincera guardandomi dal basso. <<E te sei popo bassa!>> esclamai scherzando, sorridendo subito dopo mentre la guardai a mia volta dall'alto. <<Smettila, non è vero!>> ribatté ridendo appena, prendendo poi da dietro di lei una piccola tracollina nera.

Games Between Feelings // Damiano DavidDove le storie prendono vita. Scoprilo ora