Casa!

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~Marinette~

Casa!
Da quanto tempo non mettevo più piede nella mia bella Parigi.
Sembravano passati secoli da quando avevo accettato la proposta della signorina Burgoise, diventando sua assistenze personale e ottenendo una borsa di studio per la scuola di moda più prestigiosa di tutta New York.

Non riuscivo ancora a credere di essere riuscita nel mio intento, non riuscivo a credere che, alla fine, avevo realizzato il mio più grande sogno.

Perché si, alla fine ero riuscita a diventare una delle migliori stiliste al servizio della moglie del sindaco.

Cinque anni, erano passati cinque anni da quando mi ero lasciata tutto alle spalle per inseguire il mio sogno.

Pensate che io sia stata egoista?
Perché se è così non mi importa!

Ho passato troppo tempo della mia vita ad occuparmi dei problemi degli altri per badare a me stessa e, se anche la mia scelta aveva influito sulla battaglia con Papillon, le cose non erano andate male perché gli altri supereroi che avevo lasciato a proteggere la mia città avevano avuto la meglio sul nemico e liberato Parigi dalle idee contorte del portatore del Miracoulus della farfalla.
E finalmente, a Parigi, regnava la pace che era scomparsa per diversi anni e la gente non viveva più nel terrore.

Anche se dire "sconfiggere Papillon" era un eufemismo, visto che era stato proprio lui ad arrendersi e ad abbandonare i suoi piani per motivi a me sconosciuti.
Anche se mi ero fatta qualche idea.

Il taxi si fermò davanti al negozio dei miei e sospirai di sollievo.
Mamma e papà non sapevo che sarei tornato proprio quel giorno e quindi avevo deciso di fargli una sorpresa.

Pagai il tassista, che mi aiutò a scendere la valigia, ed entrai nella Bulagerie: mia madre era china sull'agenda dell'ordinazioni e, visto che mio padre non si vedeva da nessuna parte, sicuramente era nel retro a preparare i suoi tipici dolci.

Mi schiarii la voce per attirare l'attenzione della donna al bancone

- Solo un minuto - mi disse

Poi alzò lo sguardo e rimase a bocca aperta

- O mio dio! Marinette! - esclamò smettendo di fare qualsiasi cosa stesse facendo e correndomi incontro.

Mi abbracciò e rimasi un po' scioccata.
In quegli anni mi ero alzata e mia madre era rimasta piccola e minuta, mi arrivava a malapena al mento!

- Sei cresciuta tantissimo tesoro! - esclamò - Sei bellissima e....e...sono felice che tu sia qui -

- Anche io...anche io sono felice di essere tornata a casa - risposi

- Che succede qui? - chiese Papà apparendo sulla porta

Mi guardò e spalancò gli occhi

- Ciao papà! -

Lui sorrise e si avvicinò, mi strinse tra le sue grandi braccia, sollevandomi da terra

- La mia bambina, la mia bambina è tornata a casa! - canticchiò facendomi scoppiare a ridere

Nonostante fossi cresciuta di parecchi centimetri, lui era comunque un gigante al mio confronto e io continuavo a sentirmi molto molto minuscola

- Dobbiamo festeggiare! - esclamò papà - Invitiamo tutti i tuoi vecchi amici e facciamo una grande festa di benvenuto... -

- No - dissi - Tanto per cominciare ho perso contatto con tutti e poi non ho tempo, devo andare dal signor Agreste e poi vedere il posto di cui ho parlato con il sindaco per aprire la mia boutique -

Dopo tanto tempo...ho capito di amarti!Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora