Alla faccia del supereroe

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~Adrien~

Era tutto confuso e bianco, estremamente bianco. Sentivo delle voci confuse e nient'altro

- Fategli aria -

- Ma che è successo? Perché è svenuto? -

- Marinette ma cosa gli hai fatto? -

- Non è colpa mia se non ha fegato -

Aprii gli occhi lentamente e provai a sollevarmi

- Si è svegliato! -

Sentii delle mani che mi sollevavano la testa e la schiena, fino a mettermi seduto.
Strinsi gli occhi e li riaprì. Cominciavo a vedere meglio

- Tieni un po' d'acqua - disse l'infermiera porgendomi un bicchiere

- Grazie - gracchiai

Mandai giù l'acqua e finalmente mi ripresi del tutto e recuperai anche la vista

La prima cosa che notai fu Marinette: era in piedi, con le braccia incrociate sotto al seno e lo sguardo truce; sembrava proprio la vecchia Ladybug.

Ok alt!
Perché ero svenuto?
Non ricordavo molto bene quello che era successo

- Marinette? - chiese la madre - Che è successo? -

Lei mi guardò, scosse il capo e sbuffò

- Diventerete nonni, ecco che cosa è successo - disse

Sentii un tuffo al cuore e gli occhi lucidi.
Mi passai le mani sul viso. Si, ecco cos'era successo: Marinette mi aveva detto di aspettare un bambino.

E io ero caduto a terra stile sacco di patate per lo shock.

Non perché non volessi un bambino, sia chiaro. Avevo intenzione di passare tutta la vita insieme a Marinette, avevo intenzione di sposarla e di avere figli con lei.
Saperla incinta ora, mi aveva tolto il fiato e la forza nelle gambe.
Era la notizia più bella che potesse darmi.

Certo c'era da considerare che le cose tra noi erano un po' strane ultimamente. E che ora, con questa notizia, avremmo dovuto parlare per forza e chiarirci assolutamente.

- Sei incinta? - chiese il signor Dupain Chang guardando sua figlia e lanciando a me un'occhiata truce - Hai messo incinta mia figlia? -

- Tom calmati, lo sapevamo che sarebbe successo prima o poi - lo rassicurò la moglie

- Si ma... -

Mi alzai in piedi e mi schiarii la voce

- Signori Dupain Chang - iniziai

La madre di Marinette mi fermò

- Ti ho detto di chiamarmi Sabine -

Annuii

- Stavo dicendo...non ho intenzione di lasciare Marinette o scappare dalla faccia della città come fanno in molti. Amo vostra figlia, l'ho sempre amata e anche se ultimamente le cose tra noi non vanno bene, i miei sentimenti non cambiano affatto. Avere un bambino con lei è la cosa più...bella, magnifica...non ho parole per spiegarvelo, che mi sia mai capitata in assoluto - dissi

- L'ha sposerai ho la lascerai zitella e con un figlio? - mi chiese il signor Dupain Chang

- Tom! -

- Solo se Marinette vorrà - dissi guardandola

Si stava mordendo il labbro, aveva le guance rosse e gli occhi lucidi.

Forse, mi aveva perdonato, forse

Quando incrociai i suoi occhi li abbassò e cercò di riassumere l'espressione imbronciata di prima

Mia piccola coccinella cocciuta

Mi avvicinai e mi misi in ginocchio

- Scusa...per tutto - sussurrai poggiandogli le mani sui fianchi - Anche per lo svenimento di poco fa -

Si fece scappare un sorriso e annuì

- Non...non lascerò mio figlio senza un padre, dopotutto - disse cedendo

- Mi farò perdonare - dissi

- Si, ti credo - sospirò

L'abbracciai poggiando la testa sulla sua pancia e chiudendo gli occhi.
Cominciò a giocare con i miei capelli

- Lasciamoli soli - bisbigliò Sabine

- Ma...ma... -

- Fuori ho detto -

                              ***

~Marinette~

- Sei tornata da poco e ora vai di nuovo via - disse mio padre dispiaciuto

- Papà non sto andando via, abito a pochi kilometri da qui - gli feci notare

Appena uscita dall'ospedale e dopo aver finito tutti i controlli, Adrien aveva insistito per farmi andare a vivere con lui. Diceva che doveva occuparsi di me ventiquattro ore su ventiquattro, e che, di conseguenza, non potevo vivere lontano da lui.

La dottoressa si era premurata di dirci che non dovevo stancarmi, non dovevo stressarmi e fare nessuno sforzo. Avevo rischiato già l'aborto una volta ed era meglio che fossi attenta al cento per cento.
Adrien l'aveva presa troppo alla lettera.
Gli avevo spiegato che a casa mia c'erano i miei genitori, ma lui aveva insistito dicendo che io ero una sua responsabilità e anche il bambino.

Non avevo ceduto subito, ma poi mi aveva fatto gli occhi da gattino impaurito e non ero riuscita a dirgli di no.

Questo era il motivo per cui mi trovavo nel soggiorno di casa mia, con le valige che non ero riuscita a finire di svuotare e che adesso erano di nuovo piene e pronte per essere caricate in macchina

- Baderò io a lei - disse Adrien prendendo due valige

Feci per abbassarmi e prendere le altre due ma mi fermò

- Non azzardarti, adesso risalgo, non muoverti da lì - disse prima di uscire

- No non può fare così! - esclamai - E quando passano nove mesi! -

Mia madre si mise a ridere e mio padre decise di prendere le valige per non far risalire di nuovo Adrien

- Si calmerà quando saprà che sei fuori pericolo - mi disse mamma

- Ma io SONO fuori pericolo - dissi esasperata e cominciando a scendere le scale di fianco a mia madre

- Ti ho detto di non muoverti! - esclamò Adrien

- Sto solo scendendo le scale - gli feci notare

Lui scosse il capo e mi prese in braccio a mo' di sposa

- Non lo stai facendo davvero - borbottai

- La dottoressa ha detto che non devi affaticarti - mi ricordò

- Ma non faccio fatica a scendere le scale -

- Invece si, quindi zitta e lasciami fare -

- Sei esagerato Mon Chaton - dissi stringendo il braccio intorno al suo collo.


Angolo me:
Eccoci con un altro capitolo

Che ne pensate di questo Adrien iperprotettivo?

Io lo trovo adorabile





Dopo tanto tempo...ho capito di amarti!Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora