Capitolo 4

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... o era stato forse creato...
Per essere seppur un solo istante
Al tuo cuore legato?
I.Turgenev

Pov's Angel.

Gelo, lo sento fin dentro le ossa, sento l'anima tremare di inquietudine, sono sempre stata una persona molto intuitiva, mi è sempre bastato poco per capire una persona, mi basta uno sguardo, una frase, mi è sempre bastata una sola volta in un luogo per captarne l'essenza, e questa Villa , come la prima volta, mi mette i brividi, mi fa tremare le ginocchia, è come se ci fosse qualcosa, o qualcuno che fosse legato alla mia anima, è come se il mio cuore sapesse che ci fosse qualcosa che gli appartiene, qualcosa di suo.

Faccio un respiro profondo prendendo coraggio, suono il campanello del portone principale aspettando con ansia che mi vengano ad aprire, prima che metta in atto la malsana idea di scappare ha gambe levate, stranamente la guardia al cancello non mi ha fatto domande aprendomi subito il cancelletto indicandomi il portone principale, mi guardo intorno agitata, rimanendo sempre più stupita del lusso di tutta questa Villa, il signor Volkov dev'essere un uomo molto potente è benestante per avere tutto questo.

Sussulto non appena il portone si apre di scatto facendo comparire la figura minuta di una ragazza poco più grande di me, avra sui vent'anni, aggrotta le sopracciglia aprendo le labbra carnose in un sorriso che non nasconde la sua sorpresa facendomi sentire ancora di più fuori luogo.

<<Salve, sto cercando Ivana>> le parole lasciano le mie labbra in tono grave lasciando trapelare l'imbarazzo, mentre gioco distrattamente con le dita delle mani ha disagio, stringo i denti per il leggero fastidio che provo per la radiografia che mi fa la giovane ragazza, e mi mordo la lingua per non farle presente che è rimasta inerme dinanzi alla porta senza lasciarmi entrare.

<<Oooh, si scusami tanto, solo che non siamo abituati ad avere visite, entra purè>> la ragazza sembra riprendersi abbassando lo sguardo dispiaciuta mentre si fa da parte lasciandomi entrare nel tempore caldo della casa, inspiro in silenzio rabbrividendo per il freddo che mi è entrato nelle ossa, sono rimasta fuori venti minuti al gelo.

<<Ivana è nello studio del signor Volkov, tu devi essere Angel, Ivana mi ha chiesto di dirti di raggiungerla nello studio una volta arrivata>> le parole della giovane cameriera mi fanno scattare un sopracciglio all'insù, questa situazione si sta rendendo sempre più strana.

Non pongo ulteriori domande alla ragazza facendole un semplice cenno di saluto con il capo per poi avviarmi verso l'immensa scalinata che porta al piano superiore, mi guardo intorno annusando l'aria che sa di pulito, non ce una cosa fuori posto in questa casa, sarebbe bello viverci, avere spazio, magari avere ognuno la propria stanza, e sorrido al pensiero di dormire con i miei piccoli ometti, anche se avessi una stanza tutta mia dormirei lo stesso con i miei fratelli, i miei fratelli, essi sono tutto ciò che mi rimane, e deglutisco al suo pensiero, che arriva prepotente facendomi avere un leggero sobbalzo, sei stato proprio un pugno allo stomaco.

Tiro su con naso cercando di mandare indietro le lacrime che già hanno iniziato ha farmi bruciare gli occhi, mentre cerco di svuotare la mente dai pensieri negativi, cercando di rilassare le spalle tese, ma non ci riesco, l'ansia sale alle domande che mi pongo senza volere, che rimbombano in testa.

Spero solo di non aver combinato qualche danno, non vorrei mai che Ivana ne pagasse le conseguenze.

Prendo un respiro profondo non appena arrivo davanti alla porta di legno massiccio di color mogano, che si trova nello stesso corridoio privato, dove si trova anche la stanza del proprietario di questa Villa, guardo la porta come a volerle guardarle di traverso, come a cercare quel dolore interiore che mi scombussola dentro da quando ho messo piede in questa Villa.

The Fallen AngelDove le storie prendono vita. Scoprilo ora