Capitolo2

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E tutto frastornato dalla vita, mi resi conto che niente avrebbe calmato la tempesta che ci era nei miei pensieri
MD

Pov's Angel

Il silenzio, esso per me è sempre stato essenziale, il silenzio da molte persone sottovalutato, per me è l'unico ha darmi la pace che la mia anima richiede, esso, la mia mente l'ha sempre preteso;
Lo sempre amato il silenzio, forse capendo che esso è il miglior mezzo di comunicazione tra le persone, per il dolore, per l'impotenza, per la tristezza, per il rispetto, il silenzio e rispettoso, non ti turba, non ti fa domande, non parla, ascolta solamente.

Eppure in questa notte di metà settembre, tutto questo silenzio mi sta opprimendo il petto, il mondo sembra messo in pausa, mentre ascolto solamente i miei pensieri, le mie paranoie, le mie continue fantasie, tutto mi sta stretto, tutto mi soffoca, sotto le coperte al caldo, eppure sento il gelo dentro è la gola in fiamme.

Sospiro silenziosamente lasciando una rapida occhiata ad Aryah che dorme beatamente stringendo forte al petto il corpicino minuto di Alexey, mentre Dimitri dorme con la testa appoggiata sulla mia spalla, sento il suo respiro caldo sbattere dolcemente contro la mia pelle bollente dandomi un leggero solletico, inspiro più aria possibile, per poi rilasciarlo sentendo come il peso sul petto alleggerirsi, anche sé per pochi istanti, mi alzo con il busto sistemando delicatamente la testa di Dimitri sul cuscino coprendolo bene con le coperte, anche se è solamente meta settembre qui in Russia le temperature sono molto basse.

Mi alzo il più lentamente possibile dal letto, cercando di non farlo cigolare, così da non svegliarli, gli do un'ultima occhiata assicurandomi che stiano ancora dormendo per poi uscire definitivamente dalla stanza, camminando sino ad arrivare al piccolo soggiorno dove si trova anche la cucina, con l'unico intento di farmi un latte caldo, solitamente in queste notti prive di sogni il latte caldo mi rilassa fino ha farmi addormentare.

Sospiro il silenzio, aspirandolo trattenendo il fiato nei polmoni sino ha sentirli bruciare, in cerca d'aria, mi incammino a passo lento verso la piccola cucina, avvolegndomi con le braccia magre il busto cercando di riscaldarmi dal freddo che mi punge la pelle.

Una volta di fronte al frigo lo apro in uno scatto cercando con lo sguardo il cartone di latte, trovandolo subito accanto all'acqua, lo tiro fuori appoggiandolo sul tavolo bianco che si trova in cucina, circondato da sei sedie in legno laccato di bianco, apro un anta della cucina prendendo un pentolino per poi metterci dentro il latte freddo, per poi metterlo sul fuoco aspettando che si scaldi.

Stringo i denti per la leggera fitta che mi colpisce le tempie, dannata emicrania, guardo fuori dalla finestra della cucina il cielo ancora scuro, ma leggermente più chiaro, si sta schiarendo facendo uscire le prime luci dell'alba, saranno forse le cinque, le sei, si sta aprendo un nuovo giorno, ieri e stata una giornata sfiancante, dopo che la signora Ivana mi ha lasciata da sola nella villa di Volkov sono andata nella sua stanza, e mai nella mia vita ho visto qualcosa di più bello, la stanza dell'uomo è enorme è meravigliosa, la stanza è arredata completamente di nero, anche il palché è di un nero opaco, lavare quella stanza e stata un impresa, per non parlare dell'enorme balcone è del suo bagno personale che si trova in camera, tutto bellissimo, ma un incubo per chi deve lavare, fortunatamente ho finito il tutto in due ore e sono potuta tornare a casa presto, restando le restanti ore del giorno con i bambini che erano appena usciti da scuola, Aryah e tornata verso le tre del mattino dal lavoro, mia sorella maggiore Aryah, lavora in un pub dalle sette di sera fino alle tre di notte, fa la barista-cameriera, essa ha solo diciannove anni è lavora per mantenere il nostro piccolo affitto, le bollette è tutti noi, io ho solo diciassette anni, ma lavoro da le dieci di mattina fino alle quattro di pomeriggio in una biblioteca ad una decina di chilometri da casa nostra, pagano abbastanza bene, almeno riesco ad aiutare Ary con le spese, e ha togliere qualche sfizio ai piccoli.

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