Pov's AngelAppena esco dallo studio mi appoggio con la schiena alla porta sospirando sollevata dal non essere più osservata da quegli occhi freddi e severi, mentre sento la mia mente in sobuglio, sono confusa da quegli occhi freddi quanto un manto gelato d'inverno, rabbrividisco al solo pensiero allontanandomi dalla porta alla quale sono appoggiata, scuoto la testa cercando di schiarirmi i pensieri, da domani inizio un mese di prova come domestica in questa enorme villa, il salario è ottimo, anzi più di ottimo, ma gestire due lavori e badare anche ai bambini sarà un impresa ardua.
Sospiro iniziando ad incamminarmi verso le scale, scendo al piano inferiore, mi guardo intorno e penso che sarà un duro lavoro tenere questa mega villa in quella pulizia ed ordine maniacale.
Mi stringo nelle spalle avviandomi verso l'uscita notando che l'immenso salone è vuoto, non ce traccia di Ivana e neppure della stramba ragazza che mi ha aperto la porta.
Apro il portone principale sussultando non appena il vento freddo mi colpisce il viso, fuori si sta gelando, le temperatura sono diminuite notevolmente in tempo minimo.
Guardo il viale in ghiaia che porta all'uscita avviandomi verso il cancelletto, mi stringo maggiormente nelle spalle cercando di darmi calore, e mi maledico mentalmente per non aver messo una giacca più pesante.
Mi guardo intorno e ne rimango di nuovo incantata per la bellezza del immenso giardino, sembra di camminare tra le pagine di una fiaba, punto lo sguardo sul cancelletto trovando ancora la stessa guardia di prima, gli arrivo di fronte facendoli un cenno di saluto, che ricambia aprendomi il cancelletto.
Esco definitivamente da quella reggia avvolta nel gelo, iniziando a camminare velocemente verso la fermata del autobus, solo a pensare che devo fare ogni giorno questo lungo tratto di strada villa-fermata mi sale la febbre.
Sospiro facendo comparire una nuvoletta , mi guardo intorno e noto solo adesso che la villa di Volkov è in una via molto riservata, non ci sono molte case, solamente due villette abbastanza lontane, la villa è totalmente isolata, come a voler essere solo un illusione, una scoperta, perché tutta questa situazione mi mette i brividi? E stato solo un colloquio improvviso, solo un uomo che per quanto possa sembrare di ghiaccio a voluto donarmi una possibilità, un aiuto, eppure non riesco a stare totalmente tranquilla, c'è qualcosa in quella villa, in quelle persone, in lui, che mi fa rabbrividire al loro solo pensiero.
Scuoto la testa cercando di scacciare via pensieri negativi lanciando un occhiata alla fermata del autobus che ho quasi raggiunto, mi avvicino al cartellino degli orari, e noto che fortunatamente mancano dieci minuti al arrivo del autobus.
Mi stringo nelle spalle sedendomi sulla piccola banchina aspettando in piena solitudine l'autobus.
La solitudine, che emozione strana, che strana sensazione di pace e di abbandono da, ti fa sentire sereno, eppure aggiunge quella nota nostalgica di tristezza, ti fa sentire solo al mondo, e mi chiedo a che giova avere pace quando non la si può condividere, quando senti un pizzichio al cuore osservando il mondo intorno a te e non vedere nessuno per te, sospiro abbassando lo sguardo sulle mie mani gelate sentendo il naso ghiacciato, sicuramente sarà diventato rosso.
Inspiro cercando di alleviare il peso sul cuore, ma non aiuta tanto, mi alzo in piedi notando l'arrivo del autobus, salgo facendo un cenno al conducente andandomi a sedere su uno dei tanti posti liberi vicino al finestrino, l'autobus e stranamente vuoto, se non per due ragazze ed un signore seduti più avanti a me, io sono seduta ad una fila prima della penultima, guardando fuori dal finestrino noto solo adesso le nuvole bianche, si può vedere la nebbia aumentare ad ogni battito di ciglia, basta guardare fuori per capire che fa freddo, sfrego le mani fra loro cercando di riscaldarle cercando di rilassare le spalle alla spalliera guardando fuori dal finestrino durante il tragitto.
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The Fallen Angel
RomansaM-morte A-assassino F-furbizia I-ingiustizia A-astuzia L'angelo Caduto e così che lo chiamano quando raccontano la sua storia, la sua fiaba, le giovani mamme quando vogliono spaventare i loro figli, definendolo un'anima nera dall'aspetto terrificant...