-CAPITOLO 10-

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Luke arrivò dopo una ventina di minuti, insieme a Liam mezzo addormentato. Mi dispiaceva averli svegliati nel bel mezzo della notte, ma sapevo che lui conosceva bene i boschi della zona, essendo un amante delle foreste.

"Ragazze che succede?" chiese Luke stringendo al suo petto Laurie, ancora evidentemente terrorizzata.

"Umh, una storia davvero lunga Hem!" dissi scuotendo il capo "ma ho bisogno di te Liam!" aggiunsi, voltandomi verso il dolcissimo ragazzo dai capelli castani.

Proprio lui mi osservò curioso "hai bisogno di me all'una di notte?" era confuso, e lo capivo.

"Devi seguirmi nel bosco e filmare tutto con la mia telecamera" gli spiegai, sapendo già la sua reazione negativa

"Mmh...Seguirti nel bosco di notte con una videocamera...Stai forse girando un film porno?" scoppiò a ridere, portando così un pò di sollievo nella fredda aria.

"No, è qualcosa di un pò più...Preoccupante, diciamo così. Voglio fare un gioco, ma tu devi aiutarmi Liam, altrimenti dovrò giocare da sola" dissi, indossando la giacca e iniziando ad uscire sulla veranda.

La curiosità del ragazzo era tangibile a distanza, ma per non esporlo a troppi pericoli preferii restare vaga.

"Allora? Vuoi giocare con me?" lo incalzai, scendendo i gradini. L'erba bagnata mi solleticava le gambe nude, provocandomi una strana sensazione.

"Giochiamo Winter" rispose finalmente, prendendo la videocamera dalle mani di Laurie e seguendomi.

"Winter!" mi richiamò quest'ultima "per favore, sta attenta. Hai il coltello?" sussurrò, per non farsi sentire dai ragazzi.

Annuii leggermente e mi inoltrai nel bosco, sapendo che Liam mi seguiva a poche centinaia di metri di distanza con la videocamera. Con me avevo solo il cellulare, già impostato sull'applicazione che avrebbe registrato tutto, e un coltellino svizzero a lama spessa, sottratto dalla collezione che papà teneva nel suo ufficio.

Lui non mi avrebbe fatto del male, lo sapevo, lo sentivo. Non era una cattiva persona, in fondo. Lo era diventato perchè qualcosa lo turbava, e sfogava il malessere sugli altri. Chissà quante altre vittime, prima di me, erano cascate in questo gioco. E chissà se qualcuno aveva vinto.

Il cellulare nella tasca della felpa vibrò. Era lui, sicuramente. " Vedo il tuo riflesso nel ruscello."

Era nelle vicinanze. Mi voltai verso il punto in cui, secondo i miei calcoli doveva esserci Liam, e feci un impercettibile segno col capo, per fargli capire di aumentare il passo.

"Prima hai scritto che se mi trovi sono tua!" urlai, per farmi sentire "tu stai barando! Non puoi guardare dove mi nascondo, altrimenti il gioco non ha senso!"

Sms. "Le regole del gioco le decido io, non te. Continua a correre e sta zitta."

"Io non sto zitta! Voglio solo capire una cosa: per quale motivo ce l'hai con me? Ti ho fatto qualcosa di male senza rendermene conto? Oppure scegli le tue prede casualmente?" continuai, senza però smettere di camminare. Stavo affrontando il mio stalker, finalmente, anche se ancora non conoscevo il suo volto e il suo nome.

Altro sms. "La gelosia è una brutta bestia." Che voleva dire? In che modo era collegato alla gelosia? Era forse geloso di qualcosa o qualcuno?

"Perchè non ti spieghi meglio, eh?" chiesi curiosa, continuando a guardarmi intorno.

Altro sms. "Chi vuole intendere, intenda."

"Si, e tutti gli altri in camper!" aggiunsi ridacchiando, poi tornai seria. Comunicava attraverso proverbi e citazioni varie, perciò il mio obiettivo era capire ogni volta il senso profondo della frase. 

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