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A passi sicuri e secchi feci il mio ingresso nel grande atrio che accoglieva gli ospiti.
La volta sopra di me esibiva un antico affresco raffigurante uno dei miei miti preferiti : La caduta di Fetonte "
Mia madre insegnava mitologia in una piccola scuola prima di conoscere mio padre e trasferirsi a Seoul. Ricordo che avrebbe voluto continuare ma mio padre non glielo aveva permesso.
Sono letteralmente cresciuto tra i miti, i miei principi erano Achille ed Ettore  e le mie principesse Penelope ed Atena.
Ho dormito con la luce accesa per un bel po' di notti.

Nel mezzo della stanza pendeva un grande lampadario ricolmo di cristalli che con la luce del tramonto creavano piacevoli giochi di luce sul pavimento di marmo.

Nessuno ad accogliermi, nessuno da cui andare , ero solo. Lo ero sempre stato.

Una figura alta e slanciata mi si parò davanti
:" Buona sera signorino, la stavamo aspettando, devo però ammettere di essermi preoccupato molto in quanto mi avevano avvertito che sarebbe arrivato nel pomeriggio"

Fissai l'uomo davanti a me, un paio di baffi grigi si stanziavano su di una bocca secca e piccola, sembrava che uno scoiattolo gigante si fosse seduto sulla sua faccia.
La targhetta che portava sul petto recitava fieramente " coordinatore generale Sun"

Quel linguaggio fintamente colto mi stava dando veramente fastidio.

In effetti ero arrivato quel pomeriggio, ma ero rimasto fuori nello stesso punto in cui mi aveva lasciato Ben riflettendo accuratamente sulle mie possibilità:

1 entrare e cercare di non far incazzare ancora di più il mio vecchio

2 voltarmi ed iniziare a correre tra campi sperduti, insetti vari, serpenti e odiose rane nella speranza di incappare in un motel nel quale certamente non mi avrebbero fatto alloggiare in quanto minorenne e senza documenti.

3 scavare una buca e vivere lì in quel punto.

Tuttavia non avevo trovato una pala e quindi avevo deciso di entrare.

:" sono arrivato ora" risposi secco.

:" certo, certo, mi segua prego le faccio vedere la camera che abbiamo preparato per"

:" non serve" lo interruppi " so già dove andare. Prendi quella roba e portala di sopra. Fa particolare attenzione al borsone " dissi voltandomi.

Il capo della servitù rimase qualche secondo immobile, sconcertato, poi d'un tratto lo sentii borbottare un :" non so cosa mi stessi aspettando "

Presi in mano il telefono 19:30
C'era un messaggio

Papà
Ciao Jungkook sei arrivato?

Non risposi

Era presto per andare a dormire dannazione, in più come osava scrivermi così tranquillamente, come se non fosse successo niente.
Sentivo già il sangue ribollire nelle vene.
Avevo bisogno di sfogarmi e subito.

:" hey tu" feci rivolgendomi al cameriere
:" fammi portare degli asciugamani puliti in piscina e delle ciabatte tra due ore"

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Camminavo spedito per il corridoio, portando con me parte dell'ordine che mi era stato affidato da Sun

Let me be the promise that you keep Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora