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Lo so lo so, sono in ritardo. Chiedo perdono
Buona lettura 💕💕💕💕
~

:" Ma che cazzo?"
Ricontrollai l'indirizzo che Yoongi mi aveva mandato, corretto, mi trovavo nel posto indicato.
Eppure ci doveva essere qualcosa di sbagliato.

Il motivo per il quale ero così convinto di aver sbagliato posto era perché mi trovavo davanti ad un piccolo ristorantino rustico.
Molto modesto, con le pareti di legno chiaro ed un grande cartello bianco e rosso, ma di certo non una casa dover poter trovare i genitori di quel piccolo Mochi che tanto amavo.

Presi il telefono indeciso se fare il numero di Yoongi oppure no.
Erano le 9:45 del mattino, di sicuro stava ancora dormendo.
Le sue regole per una vita alla Yoongi ( e quindi una vita felice) sono :
•Sveglia alle 13:00
•Niente persone
•Solo cibo da asporto perché cucinare è faticoso
•Se i vicini disturbano procurarsi due sacchi per cadaveri e un paio di buste di plastica

Riposi il telefono, non mi avrebbe risposto comunque.
Avevo passato la notte in bianco, tanto ero nervoso, ed avevo finito per mettermi in viaggio prestissimo.

Non avevo comunque nulla da fare, tanto valeva dare un'occhiata a questo posto.

Appena varcata la soglia del piccolo locale un forte odore di ramen e spezie mi invase, riaccendendo in me la fame che negli ultimi due giorni mi era mancata.

:" è permesso?" Chiesi proseguendo verso il bancone centrale mentre sotto il mio peso le tavole di legno scricchiolavano.

Era davvero un bel posto, piccolo ma ben organizzato, dove ogni cosa sembrava avere il proprio spazio.
Una luce giallastra pioveva dal soffitto, illuminando di un calore familiare l'ambiente, e riflettendosi sulle bottiglie esposte dietro il bancone, che creavano dei riflessi di luce colorata sul pavimento.

Sembrava quasi una magia.

Un anziano signore comparve da dietro il bancone spaventandomi:" Oh buongiorno, prego da questa parte, si accomodi"
Disse indicandomi una sedia vuota davanti a lui.

:" si sieda ecco, le porto un menu"
:" non serve, mi basta il profumo, una porzione di ramen grazie"
L'anziano sorrise :" come lo facciamo noi non lo fa nessuno"
E detto ciò scomparve nuovamente.

Da lì mi era possibile osservare meglio il locale, una fila di foto era esposta accanto alla bottiglie, era posizionata in basso, non nascosta, ma se mi fossi seduti in un altro posto non le avrei notate.

Ritraevano vari personaggi, tra cui riconobbi il signore anziano, sembravano foto di famiglia.
Allora era così avere una famiglia unita...
sembravano così felici.
L'ultima mi colpì particolarmente, un ragazzo stringeva tra le braccia un bambino castano dagli occhi scuri, sorridevano, sembravano felici.
Per un attimo mi sembrò di aver già visto quegli occhi scuri, quel sorriso largo e rilassato del ragazzo più grande.
Che strano.

:" sono belle vero? È la mia famiglia, con le foto li posso tenere qui anche quando non ci sono"
Il signore era appena ricomparso sulla soglia tendendo in mano una ciotola di ramen fumante.

:" mi scusi, non volevo essere indiscreto" dissi prendendo la ciotola. Mi ci avventai immediatamente, era squisita.

Lui scosse nuovamente la testa :" no no, non ti preoccupare. Ho due figli, quello è il più grande" disse indicando il promo uomo sulla fotografia "è un avvocato adesso, vive molto lontano da qui, in una città di cui non mi ricordo nemmeno il nome he he he" rise lievemente" sono troppo vecchio per queste cose... Questo mascalzone mi viene a trovare due o tre volte all'anno, e non si è nemmeno sposato" disse scuotendo la testa leggermente.

Cosa che mi fece ridere in quanto non lo aveva detto con cattiveria, ma con un tono leggero, tra il rimprovera ed il riso.

:" questo invece è il secondo" disse indicando il ragazzo giovanissimo nella foto con in braccio un bambino.
"Lui invece lavora con me, mi aiuta di tanto in tanto, ha una bellissima moglie e un figli stupendo
È li, nella foto e-"

:" Papà, ma che fai?? Quante volte ti ho detto di non infastidire i clienti mentre mangiano??"
Un uomo sulla quarantina era appena comparso accanto all'anziano.

:" Ah buon giorno eh, io sono in piedi dalle 5 del mattino, sono le 11 e mezza, dove sei stato fino ad adesso??"

:" non si preoccupi signore, non mi stava disturbando, ascolto volentieri" dissi sorridendo.
Cavolo, ero proprio cambiato, tempo fa non avrei mai fatto una cosa del genere.

:" Ecco hai sentito, non gli do fastidio.
Dunque dov'eravamo, ah già, quello che tiene in braccio è il mio nipotino preferito, ma non dirlo agli altri. Si chiama Jimin, è davvero adorabile, ha 5 anni, 6 tra poco"

FERMI TUTTI UN ISTANTE
JIMIN?????
No piano, il mio Jimin è decisamente più grande... però in effetti quel bambino gli assomiglia un sacco.

:" papà perché non vai in cucina? Ho sentito che hanno spostato le scorte di alcool"

:" ah quegli incapaci, ci penso io. Li sistemo a dovere, li mettono sempre dove non dovrebbero" e così dicendo il vecchietto lasciò la stanza.

:" Devi scusarlo, io ci provo a farlo ragionare, ma a volte è proprio impossibile. È malato di alzheimer, in realtà ha ben due nipoti grandi ormai" disse passando una mano sulla fotografia.

Possibile che quel bambino fosse proprio Jimin?
Il mio Mochi?
D'altronde l'uomo che ora stava davanti a me gli assomigliava molto.
Inoltre Jimin mi aveva raccontato che suo padre aveva un ristorante... e se lui fosse....

:" Ah mi scusi se mi intrometto,posso sapere qual'è il suo cognome?"

Il signore fece una faccia strana, poi tese la sua mano verso di me e un grande sorriso gli comparve sulle labbra
:" mi chiamo Park, e sono il proprietario di questo locale"

Let me be the promise that you keep Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora