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« siamo arrivati. » changbin aveva fermato la sua motocicletta proprio davanti casa del piccolo, mezzanotte e un quarto.
già, avevano passato circa quattro ore alle giostre ed entrambi si erano divertiti, felix aveva persino chiesto al moro di tornarci di nuovo, se lui avesse voluto. la risposta, a sorpresa di entrambi, era stata un ' sì ' accompagnato da un grosso sorriso.
le manine poggiate sulla vita del ragazzo - che la stringevano con forza, come se felix avesse paura di poter perdere changbin - vennero rimosse e quest'ultimo sentì la mancanza del loro calore... era perché faceva freddo, giusto?
sceso da quella moto, felix, fu lui a sentire realmente freddo, infatti si ritrovò a battere i dentini dopo poco. la cosa bella è che in casa sua non aveva nemmeno il riscaldamento, quindi avrebbe dovuto soffrire.
certo, in quei mesi si era abituato al freddo ma si ritrovava, puntualmente, ad imprecare di brutto e a farsi portare coperte su coperte da chan che ne faceva la collazione, ogni volta che doveva portargliene una diceva: "ciao bimba, ti amo da morire. a presto".
« felix, hai freddo? » annuì e changbin gli porse il peluche di pikachu, l'aveva vinto dopo aver sparato a ben dieci lattine d'alluminio, se seungmin l'avesse saputo si sarebbe fatto venire un colpo, lo avrebbe soprannominato "changbin il mafioso".
strinse il peluche a sé, arricciando il naso e sorridendo, era così morbido che avrebbe passato le ore a stringerlo; poi era pure abbastanza grande, sicuramente più del faccino di felix.
non lo sapeva nessuno - tranne seungmin e hyunjin che spesso avevano fatto irruzione nella sua cameretta, anche quando era nel mondo dei sogni - ma felix dormiva con un peluche: era un riccio - i ricci, a parer suo, sono carini - e amava lasciargli i bacetti sulle guanciotte o stringerlo a sé. se fosse stato un vero animaletto, sicuramente, sarebbe stato quello più felice.
changbin aveva portato la propria giacca sulle spalle di felix, a differenza del minore il freddo lo sopportava bene, più o meno, e gli si scaldò il cuore vederlo giocare con quel peluche. quando lo vide arrossire, e mormorare un "grazie", - per poi far incrociare i loro sguardi per un millesimo di secondo e distoglierlo - cercò di far finta di nulla, lee felix non era adorabile. vero? non era fottutamente adorabile quando faceva così.
« allora... vado. » cambiò argomento, avvicinandosi di nuovo alla sua moto, l'aveva comprata un anno prima e, stranamente, non si era ancora rotta nonostante tutti i calci che aveva dato durante momenti di rabbia. aggiungendo, molto frequenti, soprattutto nell'ultimo periodo.