五十から四

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si lasciò sfuggire uno sbuffo mentre varcava la soglia dell'abitazione della sua ragazza, lasciando cadere lo zaino a terra come se nulla fosse.

qualche giorno dopo aver parlato con seungmin si era deciso, finalmente, a lasciare park sooyoung, e si sentiva più che sollevato. non ne poteva più, né di lei e né dei suoi comportamenti infantili.

nelle ultime due settimane, soprattutto, pareva essersi incollata ancora di più a changbin e non lo lasciava fare nulla, persino quando usciva con seungmin lei pretendeva di venire; e, puntualmente, finivano con seungmin che le lanciava occhiatine nervose - sussurrando anche dei ' se tu fossi un pokémon io uscirei dal fandom ' - e lei che voleva andare ovunque.
beh, non andavano poi così d'accordo.

non sapeva come i suoi genitori l'avrebbero presa, soprattutto se avessero scoperto che stava con un ragazzo, ma non voleva pensarci, lo aveva fatto pure per troppo tempo. da quando lui e felix avevano litigato non aveva fatto altro che pensare a come ci si sentisse a stare con una persona del proprio sesso, o meglio, a stare con il minore. e no, non gli dispiaceva affatto.

per changbin avere una relazione era un gran passo, ricordava bene come inizialmente aveva respinto sooyoung perché voleva stare da solo e quanto tempo ci avesse messo per capire cosa provava per lei, e alla fine non era nemmeno riuscito a capire del tutto le proprie emozioni.

« oppa, vieni qui e coccolami! » esclamò sooyoung, sbottonandosi con fretta la camicetta della scuola e lasciando in bella vista la propria schiena; successivamente la levò del tutto, rimanendo in reggiseno e girandosi verso il proprio ragazzo.

changbin si ritrovò a deglutire, non provava proprio nulla a vederla così, se non disgusto e voglia di andarsene via da lì, più minuti passavano e più si sentiva soffocare.

« oppa, oppa! giochiamo? » aveva continuato lei, sfoggiando un meraviglioso sorriso che avrebbe fatto invidia anche a quello di una modella, ma per seo changbin quello era solo un mediocre, un normale, normalissimo, sorriso, niente di più e niente di meno.

« sooyoung, dobbiamo parlare. ti pregherei di vestirti, grazie. » disse, sorpassandola e avviandosi nella camera della più piccola; non sapeva nemmeno cosa dire, era andato lì col preteso di lasciarla e quasi gli dispiaceva, lei sembrava provare un qualcosa di reale per lui ma, purtroppo, non gliene fregava un cazzo.

si sedette sul tanto comodo letto di sooyoung, sarebbe stato l'unica cosa che gli sarebbe mancata veramente un casino, quando dormiva da lei riusciva sempre a svegliarsi senza mal di schiena. però il mal di testa lo aveva, quella parlava sempre, altro che seungmin.

minuti più tardi, in cui changbin aveva preso il cellulare e aveva risposto ad un messaggio del suo migliore amico – che come kim lo fosse diventato nemmeno felix o hyunjin lo avevano capito –, gli aveva detto di andarci pesante con sooyoung e quasi gli venne da ridere a quel messaggio.

« changbin oppa non vuole giocare con me, oppa! cosa c'è? » ed era proprio questo il lato infantile che il diciottenne odiava, ma odiava fottutamente tanto; soprattutto quando si metteva a fare i capricci, rifiutandosi persino di salutarlo o di rispondergli, gli dava fastidio. la trovava troppo immatura.

come lo fosse diventata non lo sapeva, agli inizi era sempre stata matura ma changbin da quando aveva smesso di parlare con felix, quasi due mesi prima, era diventato molto più distaccato nei confronti di chiunque, trovandosi – per la prima volta – spaesato dal mondo esterno.

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