Altrimenti non sarei io

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Leo

È il 19 marzo, è la terza ora di martedì e sto facendo matematica...bello schifo. Ogni tanto sorrido, nonostante questa tortura atroce che alcune persone si ostinano ancora a chiamare materia, mi viene da sorridere. Penso allo splendido sorriso che ho visto l'altro giorno sullo schermo e, come per magia, sorrido anche io. Quella ragazza, Giada, mi ha lasciato qualcosa dentro, negli occhi ho il suo sorriso, ma nel cuore...
-SANTUARI!
ma cosa sta succedendo?
-SANTUARI SMETTILA DI SOGNARE E VIENI ALLA LAVAGNA.
cazzo.
Mi alzo lentamente e con lo sguardo basso.
Devo eseguire una disequazione letterale fratta di secondo grado, fantastico! Non so cosa fare. Guardo Cristian, il ragazzo con i voti alti che aiuta chi li ha più bassi di lui, con sguardo supplicante, è lui la mia unica possibilità, ti prego ti prego aiutami. Il prof mi sta fissando e io sono in crisi: inizio a scrivere il testo della disequazione, lentamente, e prego che Cristian non impieghi tanto a risolverla. Finalmente l'insegnante non mi sta incenerendo con lo sguardo, mi giro rapido verso il mio salvatore e lui mi suggerisce il primo passaggio, mi viene in mente qualcosa di quello che ho studiat...che avrei dovuto studiare per non trovarmi in questa situazione. Il prof non si accorge di nulla e tra suggerimenti, qualche formula che, non so come, ho imparato e un bel po' di cul...fortuna ce l'abbiamo fatta.
Ero distratto, mi capita spesso, soprattutto durante matematica, dio quanto odio questa materia, però questa volta ero proprio perso. Penso di aver deciso: oggi farò il duetto, infondo cos'ho da perdere?
La giornata passa velocemente e non succede niente di speciale, mi sto dirigendo verso casa e penso di essere ancora deciso a fare quel duetto, ma inizio a pormi le prime domande.
Non sono un ragazzo come tutti gli altri, e non lo vorrei perché altrimenti non sarei io, ma sono diverso e questa diversità pesa, pesa parecchio. Sono un ragazzo ftm, una sigla inglese che significa female to male, non è piacevole doversi deifinire con una sigla e, infatti, tendo ad evitarlo. Non è facile non poter dire semplicemente "sono un ragazzo" anche se in realtà è così. Dentro di me, nella mia mente e nel mio cuore sono un maschio e non è questo che conta? Non è forse il messaggio che cercano di trasmetterci fin da bambini quello di essere noi stessi? Il resto del mondo rende questa esposizione del vero me abbastanza, come dire? Complicata?
Non è giusto, non lo è per niente, ma nonostante ciò devo conviverci. Sono contento di come mia mamma mi abbia appoggiato, l'appoggio dei genitori è fondamentale, o in questo caso di un genitore, non parlo di mio padre ed è inutile chiedermi di lui tanto non risponderei. Trovo meraviglioso condividere, ma fino ad un certo punto. Sono dell'idea che certi momenti siano privati, parlando di momenti speciali penso che quelli conservino una magia che se venissero raccontati nel dettaglio scomparirebbe, quella magia che solo io so, solo noi sappiamo e nessun altro sa. È ciò che rende ogni ricordo unico, ecco spiegato il tempo che si perde a fare domande riguardanti argomenti di cui una persona non vi parla o di cui non vi vuole parlare.
Ecco alcune risposte veloci a ciò che spesso mi viene chiesto:
- sono etero, sono un ragazzo e se sto con una ragazza lei è etero e io sono etero, anche se non mi piace etichettarmi
- ho il ciclo, esattamente così, ma prendendo il testosterone finirà e non vedo l'ora, lo odio
-faccio il bagno, al mare, in piscina o al lago, in maglietta, svelato il mistero! È una mia scelta e sono a mio agio così
- ho scelto io il mio nome, che in realtà è quello con cui mi sarei chiamato se fossi nato maschio, e no, non dico come mi chiamavo prima.
Pur non ammettendolo spesso, mi scoccia dover rispondere sempre alle solite domande anche perché mi chiedo è davvero così importante il mio orientamento sessuale? Le ragazze hanno il ciclo, i ragazzi no, sapere se io ce l'ho o meno cambia tanto? Perché vi interessa come faccio il bagno? Mi chiamo Leonardo, sono un ragazzo e questo è il mio nome da ragazzo, questo sono io.
Mentre riflettevo su tutto questo sono arrivato a casa e ho deciso di fare il video comunque. Per fortuna oggi ho la camicia e i capelli non sono male, anche se ad essere onesto prima di registrare li ho sistemati perché non si sa mai. Il video che ho scelto è con quella canzone, credo si intitoli "So Much More Than This", come faccio a farlo capire "scin uai in sci lave loo clos ior ais end giast let in go" più o meno insomma, registro e dopo infiniti tentativi riesco a guardare un video pensando che sia quasi decente. "scrivi una didascalia" beh devo essere onesto "SPOSAMI" forse è troppo onesto...proviamo così "ciao crush, provate a taggarla!" non mi convince,è poco. "#duetto con @giadaaferrarii ciao crush, taggatela vediamo se risponde" qualche emoji per non sembrare troppo serio ed è tutto pronto, l'unico a non essere pronto sono io. Riguardo il duetto per l'ultima volta e senza lasciarmi il tempo di cambiare nuovamente idea, premo il tasto decisivo: "pubblica".

Giadeo - cosa può nascere dai socialDove le storie prendono vita. Scoprilo ora