Giulia mi fissa come se avessi appena compiuto un'azione oltremodo disdicevole e si ingrugnisce così tanto che le compare un profondo solco in fronte. Stai a vedere che si aspetta che mi senta in colpa per aver dato una svegliata ad Adam. Non gli ho fatto mica male, era solo uno scapaccione tra capo e collo. Ne ho prese tante pure io da piccolo, quando facevo il discolo, e sono ancora vivo. E poi è stato il suo tastierista, Nathan, a colpirlo per primo. Io ho solo fatto come lui.
Adam agita le braccia e scalcia in mia direzione mentre il bassista, Steven, cerca di tenerlo fermo cingendolo da dietro. Rimango fisso al mio posto e gli faccio delle boccacce perché non può colpirmi finché Steven lo trattiene. Allora lui si agita ancora di più e mi urla contro insulti a più non posso.
Pollice mi punta le mani sul petto e mi spinge via, prodigandosi in una raffica di «Sorry!». Mi trascina di peso e la smette di usarmi forza solo quando smetto di opporre resistenza e mi decido a seguirlo spontaneamente.
«Ma che ti è preso? Non ti riconosco più!» mi fa.
Se solo sapesse.
«Voglio bere!» dico quando vedo uno striscione con il logo della cantina Feliziani al di sopra di un chiosco.
Davanti allo stand c'è più coda che sulla A14 nella settimana di ferragosto, ed è proprio per questo che scelgo di andare a imbottigliarmici: non ne uscirò tanto presto. Vorrei fuggire da qui, ma senza andarmene per davvero perché non sono ancora pronto ad accettare che tutto finisca così da schifo. Ho bisogno di un time out, di stoppare il gioco per il tempo necessario a riordinarmi le idee e Pollice mi asseconda, anche se si vede che è ancora risentito per il mio comportamento.
Aladino ci sorpassa usando la sua autorità di Presidente della cantina vinicola. Aggira il banco di legno oltre il quale ci sono i ragazzi che servono da bere e riempie dei bicchieri di plastica trasparente, misura grande.
Torna indietro. Si ferma di fronte a me e mi guarda dritto negli occhi. Sulle prime, penso voglia farmi notare la differenza tra quello che deve aspettare il suo turno, io, e quello che ha la precedenza, lui. Poi però scruto più a fondo e mi sembra di vedere qualcosa di insolito sul suo volto: un che di amichevole.
«Vi ho preso da bere, offro io» dice porgendoci un bicchiere ciascuno.
Esito, ma poi penso che li ha riempiti davanti ai miei occhi, quindi non può averci messo dentro dei diuretici e nemmeno può averci sputato senza che me ne accorgessi. L'idea di affrancarmi una fila del genere è troppo allettante, così accetto l'offerta.
«Hai fatto bene a tirare una cinquina a quel buffone prima, avrei voluto farlo io» mi dice, riferendosi ad Adam.
«Si è presentato alla festa del vino novello con una bottiglia di un vino che non è locale» aggiunge.
L'orgoglio gli fa tenere nascoste le vere ragioni del suo astio e lo capisco. Strano però come, di fronte alla sconfitta comune, abbia demolito un pezzetto del muro che ci separa. Vedersi soffiare Giulia da sotto al naso con uno schiocco di dita, dal primo che capita, brucia e qui ci siamo ustionati tutti e due.
«Guardate quanta gente c'è in piazza. Tra poco dovrebbero iniziare a suonare. Ci avviciniamo al palco?» propone Pollice.
Aladino è categorico: «Ma proprio no, non mi interessa la musica di quell'idiota, se non fosse per zi' Peppe non ci avrebbe mai messo piede qui. Vado a farmi un giro» risponde.
Quasi quasi me ne vado con lui, oppure me ne vado dal lato opposto, ma comunque lontano da questo luogo e da tutta la storia che ho messo su.
Assaggio il vino. Buono però, fruttato e corposo. Mi lascio sedurre dal gusto di nuova annata e mi ricordo delle infinite sfaccettature che può assumere il piacere. Fanculo le donne, fanculo tutti, ma perché dovrei essere io a rimetterci? Perché andare via e rinunciare a un po' di buona musica? Solo perché ho avuto una delusione d'amore? Ma diamine, non ho mica preso una coltellata in un fianco! Mi è solo sfumata una fantasia con una ragazzina come ce ne sono tantissime altre.
![](https://img.wattpad.com/cover/186157065-288-k694467.jpg)
STAI LEGGENDO
Il farabutto - Gran pasticcio a Villagaia
قصص عامةDopo aver perso l'impiego con cui si manteneva Londra, Giacomo torna a vivere con i genitori a Villagaia, un piccolo borgo del centro Italia. Il suo rientro coincide con la festa patronale di Sant'Ignazio, occasione in cui ha un anticipo doloroso d...