Avviso: In questo capitolo i dialoghi in inglese prevalgono. Per semplificare la lettura ho tradotto le parti che ho ritenuto di non immediata comprensione per chi l'inglese lo conosce poco. Le traduzioni sono disponibili nei commenti a margine dei relativi paragrafi.
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«You know, there's one thing I can't figure out» dice Adam mentre percorriamo a ritroso il vialetto.
«What?» gli chiedo, ignorando la curiosità della folla ancora assembrata davanti casa di Peppe.
«You told that Peppe is a big fan of mine, but it seems he doesn't speak english. Usually old people love songs they understand the words. Maybe I'm wrong, but surely I never heard an old man singing a song inventing words like young people do.»
Ecco qua, è arrivato Sherlock Holmes.
«Well...» tentenno, «once Peppe used to speak English, but since Alzahimer disease affects his mind he is no longer able to do it. He has forgotten everything.»
Adam si strofina il mento, meditabondo, però lascia cadere il discorso, distratto dai suoi amici che vogliono sapere com'è andata. Che sollievo, mi sento come se mi fossi liberato di un peso enorme ora che ho superato la prova più difficile di tutta questa storia. Adesso accompagneremo la band in hotel e poi me ne andrò a casa a riposare aspettando che faccia buio e che arrivi l'ora del concerto più figo che Villagaia abbia mai visto.
Faccio per salire sul minibus, quando mi sento tirare una manica della t-shirt. Lentamente scorro con lo sguardo le dita maschili che artigliano la stoffa. Si tratta di una mano liscia da impiegato. Risalgo il braccio lungo e peloso fino alla scapola da cui si allunga. Maledizione, Aladino.
«Non possiamo lasciare andare i ragazzi così, senza ringraziarli. Invitali a bere qualcosa da Geronimo» dice.
«Ma saranno stanchi, vorranno riposare prima di esibirsi. Tra non molto avranno il soundcheck, non credo che...»
«Dai, solo un drink, è questione di ospitalità» insiste.
Non ho scuse per rifiutarmi e mi trovo costretto a girare l'invito ad Adam e agli altri sperando che declinino. Neanche a pensarci, accettano all'unanimità.
Montiamo tutti sul minibus e l'autista segue le mie indicazioni. Le transenne che chiudono il centro storico sono presidiate da volontari della protezione civile, ma ci lasciano passare, visto che a bordo c'è la band che suonerà questa sera. Facciamo scalo al bar. Nemmeno il tempo di entrare, che parte la prima bottiglia: un Prosecco DOC offerto da Geronimo stesso.
Nel giro di una quindicina di minuti saltano altri due tappi, uno sparato da Aladino, uno da un altro avventore e io inizio a preoccuparmi seriamente.
Se parte la catena alcolica diventerà un casino tenere tutti a bada.
Il bar inizia ad affollarsi: a Villagaia chi offre una bottiglia è una specie di pifferaio magico.
Per fortuna gli strumentisti della band hanno sale in zucca, si consultano e per bocca di Steven, il bassista, mi informano che è tempo per loro di tornare in hotel per darsi una rinfrescata.
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Il farabutto - Gran pasticcio a Villagaia
Fiksi UmumDopo aver perso l'impiego con cui si manteneva Londra, Giacomo torna a vivere con i genitori a Villagaia, un piccolo borgo del centro Italia. Il suo rientro coincide con la festa patronale di Sant'Ignazio, occasione in cui ha un anticipo doloroso d...