Theo non era mai stato un ragazzo pessimista.
Indipendentemente dalla situazione ha sempre cercato di vedere il lato positivo delle cose e spesso lo trovava.
Ma a quel giro....
Si sentiva più cupo che mai.
In quel momento si trovava su un minibus guidato da Argo, assieme a Chirone e ad i suoi amici.
Destinazione: Empire State Building. Il monte Olimpo.
Il ragazzino era seduto vicino a Mary e mentre tutti erano impegnati in una specie di riunione su 4 ruote dell' ultimo minuto , lui si era completamente estraniato dal discorso ed aveva appoggiato la testa al finestrino, mentre faceva vagare il suo sguardo sulla sua mano.
I suoi poteri a quanto pareva erano più potenti di quanto si immaginasse.
Ripensò all' episodio della statua: dopo essere riuscito a mandar via tutti gli altri, aveva provato a togliere le mani per un istante e si era accorto che anche senza il contatto fisico l' effetto dell' invisibilità persisteva.
Francamente non sapeva come funzionava la cosa.
Forse era a tempo? Non gli andava di pensarci troppo.
Guardò fuori dal finestrino: New York era una città gigantesca e molto colorata, ma il suo casino infastidita non poco il ragazzino.
Da ogni parte si girasse vedeva sempre grattacieli ed enormi insegne pubblicitarie.
Fantastico certo, ma anche ripetitivo.
Quella mattina stava piovigginando, cosa che Theo poté vedere solo una volta uscito dai limiti del Campo Mezzosangue, visto che era protetto da una barriera magica.
Il pensiero volò alla madre.
Finalmente l' avrebbe incontrata.
Si era chiesto molte volte come fosse, sia d' aspetto che di carattere e non vedeva l' ora di conoscerla.
Ma allo stesso tempo aveva paura di quello che gli avrebbe detto.
Dopotutto aveva dato alle cacciatrici degli ordini ben precisi...
Era chiaro che lei non lo vedeva di buon occhio.
Ma era sua madre dopotutto.
Theo si guardò al finestrino e quasi si fece pietà da solo: aveva le occhiaie, un' espressione profondamente preoccupata ed era più pallido del solito.
Dopo essersi visto, il ragazzino decise che fare i melodrammatici non sarebbe servito a nulla.
Si sforzò di sorridere e si diede delle forti pacche alle coscie e al viso per darsi vigore.- ( Animo Theo, ANIMO!) -
Pensò mentre voltava lo sguardo verso gli amici, i quali erano ancora occupati a parlare.Il minibus comunque non era pieno.
Quando erano ancora al campo, Annabeth aveva intelligentemente fatto notare che se tutti i semidei più forti fossero andati sull' Olimpo la Crocea Mors sarebbe stata più vulnerabile, per cui quelli che erano partiti erano coloro la cui presenza era stata espressamente richiesta dagli Olimpi.
Theo fece vagare lo sguardo su Edricksen.
Non sembrava più che pensasse alla storia della statua, visto che era troppo occupato ad evitare lo sguardo di Reyna.
La figlia di Bellona era seduta accanto a Frank, entrambi convocati per due diverse ragioni.
La presenza di Frank era richiesta poiché era stato lui a portare i frammenti al campo e gli dei avevano piacere a parlargli.
La condizione di Reyna invece era piuttosto vaga.
Theo sapeva solo che aveva certi affari in sospeso che doveva risolvere.
Insieme a loro naturalmente c' erano Theo, Mary e Edricksen ovvero coloro che avevano portato a termine l' impresa e poi c' era un' altra ragazza che però il figlio di Artemide conosceva molto poco.
Si chiamava Ginevra e faceva parte del Senato del campo Giove.
Era una ragazza sui sedici anni e a dirla tutta era una tipa molto brutta.
Era bassa, grassa, con i tratti facciali suini, la pelle gonfia e i capelli ricci, secchi, lunghi e castani, poco curati e tenuti sgraziatamente assieme da un elastico in una coda.
Ma il suo aspetto non era affatto un problema, perché conpensava alla grande con la testa.
Ginevra infatti era dotata di una fine intelligenza strategica e di capacità oratorie fuori dal comune.
Ad essere onesto Theo aveva quasi paura a parlarci, i suoi occhi erano talmente penetranti da darti l' impressione che ti stesse leggendo il pensiero.
Parlava poco, ma le poche volte che parlava diceva sempre la cosa più intelligente che si potesse dire in quel momento.
Anche lì se ne stava in disparte, ad ascoltare paziente con le mani incrociate sul grembo, quasi come un rapace che aspetta di colpire.
Assieme a loro c' era ovviamente Chirone che era venuto in qualità di rappresentante del campo Mezzosangue e accompagnatore ufficiale.
Si sarebbe aspettato anche la presenza di Tiberio, ma stranamente il ragazzo aveva annunciato che aveva del lavoro da fare al campo e non sarebbe venuto.
Tanto meglio per loro; meno ci avevano a che fare e più si sentiva tranquillo.
Theo comunque si era girato nel momento esatto in cui la conversazione fu bella che finita, ma siccome gli seccava dire che non aveva ascoltato nulla decise di fare il finto tonto.
Proprio in quel momento Mary si stirò e si rivolse verso Theo.
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I rinnegati dell' Olimpo: Le terre del conquistatore
FanfictionSecondo libro della saga " I rinnegati dell' Olimpo" Sono passate 3 settimane dalla fine dell' impresa dei rinnegati. Theo Starlord, Mary Hopper e Edgar Edricksen riescono a passare qualche attimo di tranquillità ma purtroppo è destinata a terminare...