Save the possible

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Aria scese dall'auto correndo. C'era un cane a terra...

- Oddio l'ho investo! No no no no, ti prego fa che sia vivo, fa che sia vivo... Meno male respira. Però povero, starà malissimo... Quanto mi dispiace. Devo portarlo da qualcuno che lo curi.

Non ricordava quasi nulla della città, per le strade le insegne luminose distraevano la sua disperata ricerca. Dopo un tempo per lei infinito scorse un cartello con le indicazioni per arrivare dal veterinario.
Aveva iniziato a piovere e sul parabrezza piccole gocce di pioggia scandivano i minuti inesorabili. Era quasi arrivata quando decise di dover nascondere le sue tracce. Scese dall'auto, prese il cane che aveva caricato nel bagagliaio e lo mise a terra. Tolse il freno a mano e mandò la macchina nel bosco. Prese l'animale e corse fino al veterinario. In quel momento si rese conto del taglio che si era fatta scappando dalle guardie.

- Che posto infernale – pensava. E poi che motivo possono avere per usare delle armi contro i pazienti?"

Intanto la pioggia fine era diventata un temporale, l'acqua le offuscava la vista. I ricordi di quello che aveva passato tornarono a farsi strada nella sua mente, respirò profondamente cercando di non piangere.

- C'è qualcuno?

Bussava talmente forte che avrebbe potuto rompere la porta a vetro dell'ambulatorio. All'improvviso vide un ragazzo correre verso di lei dall'interno.

- Stavo guidando, non l'ho visto e...

- Non ti preoccupare.

Lui sembrava tranquillo nonostante avesse notato la divisa di Eichen House, il manicomio di Beacon Hills. Mentre visitava l'animale continuava a guardarla, era come se ad ogni sguardo cogliesse qualcosa che prima non aveva notato.

È strano – pensava lui. Io non l'ho mai vista... eppure ha qualcosa di familiare. Alcuni tratti del suo viso, l'espressione dei suoi occhi, il sorriso... Somiglia a qualcuno, già, ma a chi?

- Io sono Scott. Tu come ti chiami?

Lei non rispose.

- Non preoccuparti. Puoi fidarti di me.

- Mi chiamo Aria.

Ci fu un attimo di silenzio.

- Dovrà stare qui qualche giorno, ma si riprenderà.

Scott guardò il cane per poi soffermarsi sulla ragazza, un taglio le attraversava il braccio.

- Se vuoi posso medicarti la ferita al braccio.

- Grazie. Posso chiederti un favore?

- Dimmi.

- Devo trovare una persona.

Frugò in una tasca e tirò fuori una fotografia sbiadita che ormai sembrava un fazzoletto bagnato. La aprì. Scott rimase un po' sorpreso.

- Devi portarmi da lui.

Stava indicando al ragazzo un volto famigliare.

- Perché?

- Credo sia mio padre.

- ...

- Quindi...mi porterai da lui?

- Chiamo un amico, ci verrà a prendere. Sei tutta bagnata, ho una maglia in più, se vuoi posso prestartela.

- Va bene.

- Ecco, tieni. Tu vai pure in quello stanzino a cambiarti, io intanto chiamo un mio amico.

- Stiles, ho bisogno di te. Sono alla clinica, c'è una ragazza che dice di essere...

- Scott, non dire altro. Arrivo.

- Ah! Stiles, porta la scacchiera.

Nell'attesa dell'arrivo dell'amico, Scott decise di fare delle domande ad Aria.

- Quanto tempo sei rimasta ad Eichen House?

- Da quando avevo dieci anni. Mia madre mi ha abbandonato lì.

Si sentirono colpi di clacson.

- È arrivato.

- Hey Scott!

- Hey Stiles!

- Quindi è lei?

- Sì, Si chiama Aria.

- Ciao. Sono Stiles.

Il ragazzo le porse la mano ma Aria indietreggiò spaventa.

- Non ho mica l'ebola!

Stiles ritrasse la mano.

- Ok, ora dobbiamo andare.

Teen wolf, il ritorno degli ArgentDove le storie prendono vita. Scoprilo ora