Neckless

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Mentre Aria raccontava a Stiles e Scott cosa aveva sognato, una voce profonda e ripetitiva passava da un orecchio all'altro di Lydia... ricordava un trapano che continuava imperterrito il suo lavoro lasciando la banshee con un'emicrania perforante.
A quella voce se ne aggiunsero altre e poi altre ancora creando un coro di sussurri e urla. La prima però non cessava mai, rimaneva costante: stesso volume, stessa forza e stesse parole. Non diceva molto, solo: - Fermatevi, fermatevi all'edificio grigio.

Il telefono di Chris squillò. - Scott?

- Dovete andare dalla Monroe - disse il ragazzo in fretta.

- Tutto bene?

- La madre di Aria è in pericolo.

A quelle parole il sangue di Chris raggelò. Gli servirono pochi secondi per capire cos'era successo a Clare.

- Che succede? - chiese Derek facendo tornare Chris alla realtà.

La macchina si fermò completamente in mezzo alla strada con del fumo grigiastro che usciva dal cofano. - Credo che ci sia un guasto. Derek colpì il volante della macchina violentemente.

Mentre Scott avvisava Chris della recente rivelazione riguardo la madre di Aria, Stiles continuava a guidare. - Dobbiamo sbrigarci.

Una persona in mezzo alla strada era immobile, come pietrificata, fissava davanti a sé come se qualcosa la rapisse. La Jeep si fermò di colpo a pochi passi dalla figura femminile. Aria sperava che fosse sua madre, che fosse finalmente salva.

- Malia?

Stiles e Scott scesero dall'auto mentre Aria rimase in macchina persa nei suoi pensieri. I due ragazzi aiutarono a far salire sulla Jeep Malia che non disse nulla.

- Scott tu vai.

- Ma...

- Vai. Noi poi ti raggiungiamo.

Scott allora prese a correre verso lo stabile grigio freddo in fondo alla strada. Mentre i piedi toccavano veloci l'asfalto immaginava i mille scenari che avrebbe potuto trovare in quell'edificio.

Una porta di acciaio era l'unica entrata; guardandola da lontano sembrava schiacciata dal cemento dello stabile. Era indeciso se entrare o aspettare gli altri, il dubbio continuava a torturalo fino a quando sentì una flebile voce chiedere aiuto e si fiondò dentro quell'edificio.

Si ritrovò in una stanza ampia, la luce soffusa filtrava a una finestra rotta ormai dimenticata da anni. Accanto ad una parete della stanza una sagoma minuta pendeva dal soffitto, era legata per le mani arrossate a causa dello sfregamento delle corde.

- Aiutami.

Scott si avvicinò alla donna, aveva i capelli biondo ramato, gli occhi del colore del mare, bellissimi ma ormai vuoti, il viso era scavato, provato dalle molte sofferenze. Le ferite, ancora grondanti di sangue, sbucavano dai vestiti strappati, sembrava essere lì da sempre. Come un albero secolare che anno dopo anno ricuce le sue ferite mostrando solo le cicatrici, lei era lì mostrando ancora una parvenza di splendore e bellezza che un tempo le appartenevano. Tutto in lei era mal ridotto ad eccezione di un ciondolo che portava al collo.

Lei cercò di liberarsi, si contraeva dal dolore e dalla disperazione.

Scott si avvicinò ancora di più alla donna, stava per raggiungerla ma qualcosa lo bloccò. Si accorse solo in quel momento del cerchio di polvere di frassino che la circondava. Poi la donna si fermò di colpo, il suo respiro era affannoso, quasi assente.
I suoi occhi si chiusero lasciando scorrere sulla guancia sinistra una lacrima di dolore. Era morta.

Teen wolf, il ritorno degli ArgentDove le storie prendono vita. Scoprilo ora