Περσεφόνη

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Undici cadaveri immobili erano ammassati uno sopra all'altro; nascosto fra di loro Isaac lottava per rimanere in vita.

-Non avrei mai voluto ridurmi a questo.
Spirò Isaac.
Prima di chiudere gli occhi sorrise.
Un rivolo di sangue si fece strada dalla bocca del ragazzo morente.
Lydia abbracciò Stiles singhiozzando, il ragazzo era rimasto spiazzato dalla scena a cui aveva appena assistito.
I suoi occhi, pieni di lacrime, guardavano i cadaveri pallidi accatastati uno sopra l'altro come dei ciocchi di legna.
Aria non sapeva cosa fare, non conosceva Isaac come lo conoscevano i ragazzi, cercando di non peggiorare la situazione mise una mano sulla spalla di Scott che fissava il vuoto seduto di fianco al ragazzo ucciso.
-è... è tutto finito?
Chiese Aria titubante, aveva paura dell'effetto che le sue parole avrebbero avuto sui ragazzi.
-Non lo so.
Rispose Fred che era rimasto a guardare la scena da lontano.
Il telefono di Scott suonò all'improvviso.
-Pronto? si, sono io...
Disse l'alpha alzandosi da terra.

Aria scrutava i cadaveri, non riusciva ancora a metabolizzare ciò che aveva fatto Gerard: 11 vite spezzate per una guerra impossibile.
Li facevano pena, uccisi da chi li aveva guidati, morti per mano del loro capo.
Poco a poco quel sentimento confuso fece spazio ad una rabbia incontrollata e distruttiva per suo nonno, l'autore di quel massacro.
-Tutto bene?
Chiese Aria appoggiando la mano sulla spalla di Lydia che era ancora abbracciata a Stiles.
La ragazza scosse la testa.
-Era l'ospedale.
Disse Scott guardando per terra.
-Hanno notizie di mio padre?
-Sì. Lo dimetteranno domani.
-Dov'è andato Gerard?
Chiese Aria.
-Conoscendolo sarà ritornato a Beacon Hills da quanto è codardo.
Disse Stiles alzando gli occhi al cielo liberando le lacrime che aveva tenuto in ostaggio.
-Quindi cosa facciamo?
Chiese Aria a Scott, ormai si fidava completamente di lui, era certa che tutto quello che lui avrebbe fatto sarebbe stato giusto.
-Aspettiamo.
La ragazza lo guardava senza capire.
-Aspettiamo la prossima battaglia.
Disse l'alpha facendo brillare gli occhi.

Un altro viaggio silenzioso li accompagnò all'albergo.
Nessuno riusciva a fiatare, anche Lydia per quanto scioccata smise finalmente di singhiozzare.
Entrata in camera, Aria si appoggiò alla porta e pian piano strisciò fino a toccare terra.
Iniziò a singhiozzare, non sapeva se stesse piangendo per la morte della madre o per la crudeltà di Gerard.
Si mise le mani sul volto e pian piano si ricompose per paura che qualcuno la potesse sentire.
Si alzò e lentamente si sdraiò sul letto, i suoi occhi vuoti scrutavano il ciondolo della madre come si fa con un paesaggio stupendo, cercando un segno, un indizio che, sperava, la madre avesse lasciato per lei.
Niente.
Non c'erano graffi o scritte diverse da quella a quale ormai pensava tutto il giorno.
Qualcuno bussò alla porta, di scatto si asciugò le lacrime che le scorrevano ancora sulle guance.
La porta si aprì leggermente facendo sbucare la testa di Stiles.
-Posso entrare?
-Sì.
Disse lei a mezza voce.
-Come stai?
Chiese il ragazzo dopo aver chiuso la porta alle sue spalle.
-Sinceramente non lo so. Stanno succedendo così tante cose in così poco tempo...
Aria non riusciva a guardare il viso del ragazzo, aveva paura di scoppiare a piangere in sua presenza. Odiava piangere, ogni volta che iniziava a singhiozzare si sentiva debole e patetica.
Stiles si sedette sul letto guardandola:  era sdraiata a pancia in giù, la testa affondata nel cuscino, quasi la potesse nascondere.
Il profilo del volto spuntava da quella massa di capelli biondi e un paio di occhi, seppur stanchi e profondamente tristi, cercavano di comprendere i misteri che celavano dietro l'oggetto che rigirava tra le mani.
-È il ciondolo di tua madre?
-Sì.
-Posso vedere?
La ragazza passò l'oggetto a Stiles che iniziò ad analizzarlo in ogni minimo dettaglio.
-Hai già cercato il suo significato?
-Non ne ho avuto il tempo.
-Se vuoi posso provare io. Così magari ti riposi un po'.
-Va bene.
Stiles si alzò e si incamminò verso la porta.
-Mio padre sta mentendo su qualcosa.
Disse la ragazza parando con se stessa.
-Anche secondo me.
Aria alzò la testa ed incontrò lo sguardo di Stiles.
-Sai cosa dovremmo fare?
-Cosa?
Il ragazzo si fermò un attimo e scuotendo la testa disse:
-Niente, lascia perdere.
-Stiles!
Il ragazzo si fermò nuovamente sull'uscio.
-Dovresti entrare nella mente di tuo padre come hai fatto con Fred. Potresti vedere qualcosa che ci potrebbe aiutare a scoprire il suo segreto.
La ragazza annuì abbozzando un sorriso poi il ragazzo uscì dalla stanza.
Aria si stava quasi per addormentare quando qualcuno bussò alla porta.
-Stiles?
Nessuno rispose quindi decise di aprire la porta.
Lentamente scese dal letto e si trascinò verso la maniglia, sperava che il ragazzo fosse tornato per raccontarle dei risultati della ricerca.
Aprendo la porta però non trovò il ragazzo che immaginava.
-Ciao Scott.
-Ciao.
Il ragazzo entrò nella stanza e si sedette sul letto.
-Sono venuto a vedere come stavi.
-Potrebbe andare meglio... tu invece come stai?
L'alpha rimase in silenzio, gli occhi fissi sul pavimento stavano man mano diventando lucidi.
-So che era tuo amico. Mi dispiace.
Disse lei abbracciandolo.
Pur essendo passato al lato oscuro (come direbbe Stiles), Isaac era in fondo un bravo ragazzo.
Non mostrava mai i suoi sentimenti per paura di essere schernito dagli altri, e questo lo faceva sentire un po' escluso, ma ormai si era abituato.
Rimasero in silenzio per qualche secondo poi Aria cercando di scacciare i pensieri che riempivano la stanza disse più o meno la prima cosa che le passò per la mente.
-Credo che tu abbia bisogno di fare una bella dormita.
Scott diede un bacio sulla fronte ad Aria per poi dirigersi verso la porta.
-Andrà tutto bene, vero?
Disse lei preoccupata.
Lui, con gli occhi fissi sulla porta, le rispose che sì, tutto si sarebbe sistemato e che sarebbero stati bene di nuovo.
La ragazza si sdraiò appena Scott chiuse la porta dietro di sé.

Fred era tornato all'ospedale; Stiles, chiuso nella sua stanza, aveva iniziato a fare ricerche sul ciondolo, nella stessa stanza Scott cercava in tutti i modi di addormentarsi.
Come lui, anche Lydia cercava di cadere in un profondo sonno, ma le voci nella sua testa che si stavano affievolendo lentamente lasciavano spazio ad una voce femminile a lei molto familiare.
Il brusio che si era creato nella sua testa rendeva impossibile capire cosa stessero dicendo le voci, ma un eco lontano faceva risuonare una parola a cui non riusciva ancora a trovare un significato.

Alle prime luci dell'alba, Derek svegliò i ragazzi con un colpo di clacson.
-Non potevi non tornare?
Disse Stiles stropicciandosi gli occhi.
Aria uscì dalla sua stanza correndo.
-Derek!!!
La ragazza, ancora un po' addormentata, saltò al collo del ragazzo abbracciandolo.
I due amici si fissarono per qualche secondo.
-Geloso?
Disse Stiles per scherzare.
-E tu?
Disse Scott sorridendo.
Stiles rimase fermo a guardare Derek e Aria abbracciati.
-Perché dovrei geloso?
Disse lui finalmente spostando lo sguardo verso Scott che si era incamminato verso Derek.
Lydia raggiunse il suo amato che confuso guardava il vuoto.
-Sei riuscito a dormire?
-Non molto e tu?
-Nemmeno io, c'era una voce nella mia testa che continuava a dire la stessa parola...
-Muovetevi! Dobbiamo partire!
Derek interruppe la conversazione mattutina tra la coppia assonnata.
Dopo aver caricato le valige, il branco si diresse verso l'ospedale per far ricongiungere padre e figlia.
Mentre erano in auto mille discorsi riempivano l'abitacolo.
-Dov'è Malia?
Domandò Lydia.
-Sta cercando sua madre. Ha cercato di ucciderla di nuovo.
Rispose Derek con disinvoltura, come fosse la cosa più normale del mondo e in un certo senso lo era, almeno per lei.
-E non ci ha chiesto aiuto?!
Disse Scott sconvolto.
-Theo la sta aiutando.
Stiles era troppo concentrato a scoprire il significato di quel nome che non si era neanche accorto della conversazione in atto.
-Cosa fai?
Lydia, ormai convinta che non sarebbe riuscita a dormire nemmeno durante il viaggio, guardava Stiles con i grandi occhi di una bimba curiosa di scoprire il mondo.
-Ricerche.
-Posso aiutarti?
-Se sai tradurre questa parola sì.
-Fammi vedere.
Stiles porse la collana alla ragazza dai capelli biondo fragola.
-È in greco antico...
La ragazza rimase scioccata.
-Credo sia la stessa parola che rimbombava nella mia testa ieri notte.
-E cosa significa?
-È un nome, si legge "Persefone".
-Grazie.
Stiles baciò Lydia sulla fronte per poi continuare le sue infinite ricerche alla scoperta del segreto nascosto dietro quella collana.
Stiles non smetteva un attimo di fare domande su domande alla banshee.
-Quindi si può dire che Persefone è come "risorta dalla morte"?
Chiese Stiles alla ragazza.
-Se la vuoi mettere in questo modo, suppongo di sì.
Erano tutti immersi nei loro pensieri quando scorsero il cartello che dava loro il benvenuto a Beacon Hills.
Mentre attraversavano le vie della città Stiles, continuando nelle sue infinite ricerche, fissava Aria che sembrava agitata anche se faceva di tutto per nasconderlo.
-Appena arriveremo a casa tua hai intenzione di entrare nella mente di tuo padre, vero?
-Sì...
-Sai, ho un brutto presentimento...

Teen wolf, il ritorno degli ArgentDove le storie prendono vita. Scoprilo ora