I morti che parlano

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Nel lago Incantato, benedetto da un essere superiore, una donna, sotto i chiari raggi di una luna piena e al passaggio di una stella morta diede vita una bambina.

Colei a cui venne conferito il Caos.

Abbasso lo sguardo sulle mie mani e vedo il sangue scarlatto colare fino a bagnare la terra. Tutto intorno a me ci sono dei corpi riversi e sono tutti in pose scomposte e raccapriccianti. Uomini, donne e bambini. Tutti morti nel modo più doloroso possibile e poi ci sono io. Sopra a tutti loro con un sorriso cinico e il corpo macchiato di sangue. Il loro sangue.

Mi sveglio di soprassalto in preda ai brividi e ai conati di vomito. Mi sembra ancora di vedere il sangue sulle mie mani.

Corro in bagno e mi lavo la faccia cercando di calmare il respiro irregolare e i conati che sconquassano il mio corpo. E' da quando ho compiuto diciannove anni che questi incubi mi perseguitano, da quando il Caos che riveste la mia anima è sbocciato del tutto. Ormai sono passati tre mesi dal mio diciannovesimo compleanno ma gli incubi non sembrano avere l'intenzione di cessare.

Guardo l'orologio dorato che porto al polso, regalo di John per il mio dodicesimo compleanno, e noto con immensa gioia che sono già le sei del mattino. Posso fare un giro a cavallo e vedere se Isak ha finalmente confessato il suo amore ad Aalina. Loro non sanno chi sono io ma io dall'altro canto so chi sono loro. Li vedo ogni mattina alle sei e mezzo, lui taglia la legna e lei spazza via la neve che si è accumulata davanti alla porta. Hanno all'incirca vent'anni e appartengono al gruppo dei russi poveri. Sin dalla prima volta che li vidi capii che tra loro c'era dell'amore o qualcosa di simile. Quegli sguardi però parlano da soli. Forse mi intriga così tanto perchè mi piacerebbe essere normale, farmi una vita e avere il tempo per legare con le persone.

Ma questa non è la mia vita. Io sono stata condannata ad avere il Caos e a raggiungere gli altri sette durante la cerimonia dei Sigilli. Dovrò vivere con queste persone e inserirmi in un gruppo che ormai già da anni si è consolidato dato che vivono insieme sin da quando avevano dieci anni.

La cosa peggiore è che quella cerimonia è proprio oggi. Oggi stesso cambierà radicalmente la mia vita.

Dopo aver indossato vestiti e scarponi pesanti mi infilo il cappotto di pelliccia. Ma prima di poter uscire dalla porta, Beth entra nella mia camera e mi guarda accigliata.

-Dove pensi di andare Joe?- il suo tono è preoccupato, come sempre quando si tratta di me.

-A fare una cavalcata perchè? Non pensavo fosse un problema- mi infilo i guanti ma poi mi blocco notando la sua espressione -Che c'è?-

-Oggi c'è la cerimonia e ti devi preparare, non è il momento per uscire a cavalcare tesoro- si avvicina a me e mi sistema una ciocca sfuggita alla lunga treccia -Verranno tra meno di un'ora per prepararti,Walker vuole che tu stia al meglio-

Sento il petto stringersi e non posso fare a meno di abbassare con frustrazione le spalle -Non penso di voler andare su Arcadia-

Beth mi prende le mani -Tu devi andare, qui sulla terra sei un talento sprecato. Sei destinata a fare grandi cose Joelyn. Grandi cose-

Quando guardo le nostre mani mi sembra di vedere le mie macchiate di sangue così le tolgo dalla sua stretta e faccio un passo indietro -O distruggerò tutto- sussurro muovendo le dita che sembrano essersi addormentate.

Beth inclina la testa di lato -Cosa? Cosa c'è?-

All'improvviso sembra che la stanza si sia stretta intorno a me fino a soffocarmi. Vedo i corpi strisciare nella mia direzione e sibilare qualcosa che non capisco a causa dei fiotti di sangue che escono dalle loro labbra spaccate e contorte. Socchiudo gli occhi concentrandomi sulle loro parole.

Il sigillo mancante|Sospeso|Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora