Ciò di cui abbiamo bisogno

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E' come risentire quel dolore per la seconda volta. Atroce e debilitante. 

Sento la voce di Derek e Kyra che mi chiamano e che mi scuotono le spalle cercando di farmi ritornare cosciente. Ma io non voglio aprire gli occhi. Non voglio ritornare alla realtà. 

Voglio restare qui, nel buio della mia mente ad essere prosciugata completamente dal dolore, la morte non sembra così male in confronto a ciò che sento. La gola è così stretta che non posso fare altro che ansimare, il petto mi fa così tanto male che mi sembra di avere un enorme masso appoggiato sopra che preme, preme e preme fino a togliermi tutto il fiato. Ma non mi muovo  nonostante abbia la sensazione di morire. 

I ricordi che la mia mente cercava di cancellare sembrano essere piombati tutti insieme colpendomi a morte.

Vedo dei flash. Io che corro nel bosco, piangendo di rabbia. Era la settimana dopo il terribile distacco con Andres. Non sapevo perchè sentivo tutta quella rabbia, era come se mi dominasse fino a prendere il controllo delle mie azioni. Mi faceva stringere i pugni e serrare i denti fino a mordermi la lingua.

 Poi, una voce soave mi chiese perchè piangevo.

L'energia dentro di me in quel momento era così potente che la sentivo scorrere in tutto il corpo fino a farmelo formicolare.

Non mi voltai neanche prima di urlare di andarsene via e lo ripetei di nuovo quando non sentii i suoi passi allontanarsi. La terza volta quando urlai con maggior impeto l'energia che non aspettava altro di riversarsi fuori dal mio corpo esplose come sottili frecce di fumo viola.

Quando mi voltai però la vidi. Vidi quella bambina dai capelli scuri e dai bellissimi occhioni azzurri. Erano aperti ma vuoti e vitrei.

Corsi verso di lei con le ginocchia molli, le urlavo di svegliarsi, che sarebbe andato tutto bene. Le accarezzavo i capelli neri per poi scendere fino alla guancia morbida. Le sussurravo parole di conforto tenendola stretta tra le mie braccia e dondolandomi avanti e indietro. Mi dispiace, mi dispiace, mi dispiace continuavo a sussurrare come se questo potesse bastare a riportarla indietro.

Ma fu inutile, la bambina era morta trafitta da una di quelle frecce di fumo proprio in mezzo al suo piccolo petto. Il sangue mi bagnava le mani e l'odore metallico permeava l'aria facendomi venire conati di vomito. Quelle mani...mani di un'assassina.

L'avevo uccisa. Avevo ucciso quella bambina. Avevo sottratto a sua madre la cosa più preziosa che aveva. 

Sono un mostro e non merito di vivere, non dopo ciò che ho fatto.

Solo dopo svariati minuti apro gli occhi ma le parole non escono dalle mie labbra perché non ho niente da dire. Non ho la forza neanche di respirare.

-Cosa le succede?- Derek sembra teso mentre rivolge la domanda a Girija.

-Il ricordo di quel trauma era stato in parte bloccato dai suoi stessi scudi, ora però è venuto tutto a galla. Non chiedetemi cos'è successo, sarà lei a parlare quando se la sentirà- sussurra Girija mentre la sento prendere qualcosa -Portatela a casa, deve riposare. Prima che si addormenti però fatele tenere tra le mani questa pietra e pronunciate le parole che vi ho trascritto su questo foglio. La pietra è già stata benedetta da me, funzionerà fidatevi-

-Grazie- afferma Kyra mentre la sento avvicinarsi a me -Derek prendila in braccio-

Anche Derek ringrazia l'anziana signora e vorrei farlo anche io ma non riesco a tenere neanche gli occhi aperti.

Ciò che successe dopo fu alquanto confuso. Mi portarono in camera mia e poi mi misero una pietra fredda tra le mani. Li sentii pronunciare qualcosa ma ero così stordita che non capii niente, però lo sentii. Sentii quella sorta di nube densa abbandonare la mia mente per poi dissolversi. Chiusi gli occhi e pregai di non sognare, di dormire e basta.

Il sigillo mancante|Sospeso|Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora