L'incubo

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Sento Jaya urlare mentre tutti gli altri diventano di pietra e cinerei. Solo Kyra cerca di aiutarmi protraendosi verso di me. 

Poi io scoppio a ridere estraendo il coltello inzuppato di sangue. Questa bella scenetta mi ha fatto parecchio male ma ne è valsa la pena dopo aver visto i loro volti sopratutto quello di Derek.

Mi faccio roteare il coltello tra le dita e poi lo lancio ai piedi di Derek -Ecco anche questo l'ho imparato per caso, non ti dico come perchè sei già abbastanza pallido. Ho altri giochetti in serbo vuoi vederli?- osservo il suo volto con un sorrisetto -No, direi di no. A me è passato l'appetito non so voi-

Il silenzio più totale fino a quando la risata argentina di Alexis rompe il clima di sconcerto -Dio! Sei...fantastica!- si piega dalle risate e dopo un po' non posso fare altro che ridere con lui.

-Ci vediamo domani a colazione, prometto che questa volta non mi taglierò la testa!- esco dalla sala con l'anima più leggera.

Se lo meritavano, è stato orribile da vedere ma la loro reazione è impagabile. Mi dispiace solo per Jaya e Atar, penso che devo a loro delle sincere scuse ma per adesso voglio solo togliermi la felpa impiastricciata di sangue.

Dopo aver fatto una rilassante doccia mi infilo sotto le coperte. Mi addormento così in fretta che non ho neanche il tempo di pensare a questa stramba giornata.

-Non farlo ti prego! Non prendere mia figlia prendi me!- urla la donna disperandosi tra le catene.

In braccio tengo una bambina di appena quattro anni che mi guarda spaventata con i suoi occhioni azzurri.

-Tu non mi servi- sibilo scoppiando in una sinistra risata.

-Ti prego!- la donna è in preda alle lacrime e cerca di strappare inutilmente le catene dalle caviglie. I capelli neri sono pieni di sporcizia e il suo volto cereo è completamente devastato da segni rossi sanguinolenti. Frustate che le ho dato pochi attimi prima.

-Ciao piccola come ti chiami?- le accarezzo una guancia con le mani sporche di sangue.

-Adele- sussurra lei coprendosi il viso con una manina.

-Vuoi fare un gioco?-

Lei guarda la madre che continua ad urlarle di darmi ascolto. Che andrà tutto bene e di non ribattere.

Dopo un po' annuisce appena.

Io la faccio scendere dalle mie braccia -Vai dalla mamma è piantale questo pugnale nella gola, così sarai salva se no lo pianterà lei a te-

La madre per la disperazione si strappa i capelli ma capisce che è in un vicolo ceco.

Adele si avvicina a lei titubante -Mamma?-

La madre annuisce tra le lacrime -Fallo tesoro, fallo, così vinci il gioco- cerca di essere il più convincente possibile ma le si spezza la voce.

La bambina le appoggia una mano sul volto -Perchè piangi mamma?-

-Perchè sono felice Adele, perchè sono felice-

Lei sembra rassicurarsi perchè infilza il pugnale nella gola della madre.

-Brava bambina-

Sento qualcuno scuotermi le spalle mentre io mi dimeno dalla stretta.

-Joelyn!- la voce di Alexis mi fa aprire gli occhi per liberarmi finalmente da quel terrificante incubo.

-Joelyn, sono io calmati- mi prende le spalle e mi aiuta a sedermi sul letto.

Mi trema tutto il corpo e non posso fare a meno di piangere -Dov'è?-

Lui si acciglia -Chi?-

-Adele- riesco a dire tra i singulti.

Lui mi guarda preoccupato -Non c'è nessuna Adele, hai solo fatto un brutto incubo-

 Lo guardo per quella che mi sembra un'infinità di tempo -Un incubo- sussurro.

Lui mi prende una mano e a forza apre le dita per impedirmi di martoriare il palmo con le unghie -Si, un incubo-

-Un incubo- continuo a ripetere a me stessa per convincermi. Un incubo, uno dei tanti in cui io sono sempre un mostro.

Lui aspetta pazientemente che io mi calmi mentre mi accarezza la schiena.

Dopo un bel po' di tempo mi asciugo le lacrime -Ti ho svegliato? Gli altri hanno sentito tutto?-

-Io sono nella stanza a fianco e ho sentito che piangevi e parlavi ma non hai urlato. Sono venuto a controllare perchè pensavo ti fosse successo qualcosa. Nessuno ha sentito niente non preoccuparti-  mi rassicura lui con voce dolce.

-Grazie, davvero- 

-Di che, tranquilla. Ti faccio riposare ora- mi rivolge un sorriso prima di alzarsi.

-Aspetta!- mi raddrizzo cercando di capire se ciò che sto per dire possa essere frainteso ma lui sta aspettando che io dica qualcosa così parlo -Ti dispiace...stare qui?-

Devo essergli sembrata davvero disperata perchè inclina la testa di lato e sorride -No, certo che no-

Ci sdraiamo uno di fianco all'altra e guardiamo il soffitto ognuno perso nei suoi pensieri.

-Sai, da quando sei arrivata non riesco a vedere il futuro di tutte le persone che ti stanno accanto. Tu blocchi completamente tutto, quando invece non sei presente, se voglio, posso vedere di nuovo il futuro di tutti-

-E questo ti turba?- gli domando io voltandomi per osservare il suo profilo. I capelli chiari sono scompigliati donandogli un'aria più vulnerabile. Da questa visuale posso notare quanto le sue ciglia siano lunghe.

-No, per niente. Per la prima volta anche io posso sorprendermi, per esempio oggi è stata la seconda sorpresa più grande di tutta la mia vita- sorride sicuramente ripensando alla scena -Ammetto che per un attimo ho temuto per la tua incolumità ma hai saputo gestire tutto per il meglio-

Sorrido anche io -Gli altri penseranno che io sia una pazza, insomma chi è che si pianta un coltello nel petto tanto per dare una lezione?-

-Tu- scoppia a ridere e devo ammettere che la sua risata è contagiosa perchè inizio a ridere anche io.

Poi inizio a parlare di tutti gli scherzi che facevo da bambina e che faccio tutt'ora, persino della storia della ragazza del bagno che racconta di provenire da un altro mondo. Lui ride così tanto da farsi venire le lacrime agli occhi. 

E io sono felice.

Capita spesso di ridere di qualcuno, ma molte meno volte capita di ridere con qualcuno.

Forse, potrei evitare Derek, Cedric e Bree e instaurare una specie di amicizia con Alexis, Jaya, Atar e Kyra. Forse Kyra potrebbe appartenere al gruppo ostile ma non posso giudicare prima di conoscerla e di cerco non posso frugare nella sua testa. Devo iniziare a conoscere le persone attraverso la loro parola.

Ci posso provare.


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