«Ancora non riesco a crederci», commenta divertito, un sorriso appena accennato sulle labbra, la testa che scuote ritmicamente. «Mi hai completamente preso in giro».
Mi prendo qualche istante per osservare Niccolò mentre porta una mano sul cambio, per poi accelerare lungo la corsia centrale dell'autostrada. La luce fioca della luna illumina il suo profilo, mettendo il risalto il suo naso dritto e il suo profilo quasi perfetto.
«Volevo farti una sorpresa», dico in mia discolpa, scrollando le spalle e riportando lo sguardo sulla strada che scorre veloce davanti a noi. Butto l'occhio sul cruscotto: 121 km/h. Amo la velocità, mi fa sentire viva. Il sangue scorre più in fretta nelle vene, il ritmo del cuore accelera e la mente si alleggerisce dai pensieri, mentre un sorriso nasce sulle labbra con l'intenzione di restare. Amo le conseguenze che la velocità ha su di me e, se soltanto non mi sembrasse fuori luogo, credo che chiederei a Niccolò di premere ancora di più il piede sull'acceleratore.
Mentre guardo le linee bianche della carreggiata scorrere veloci davanti a noi per poi sparire, percepisco un movimento di Niccolò, che colgo con la coda dell'occhio voltarsi brevemente verso di me per rivolgermi un breve sorriso, per poi tornare a concentrarsi sulla strada. A certe velocità, anche il minimo movimento del volante può farti finire fuori strada: non sono concesse distrazioni.
«Ci sei riuscita».
Sorrido, questo lo sapevo già. L'ho capito quando i suoi occhi si sono ingranditi nell'accorgersi della mia presenza.
«Sarà meglio, ho venduto il mio biglietto per i With Confidence per farlo», replico incrociando le braccia e assumendo un tono giocosamente scocciato nella voce, giusto per prenderlo un po'in giro e smorzare la tensione, per quanto piacevole questa possa essere.
La verità è che sono spaventata dalle emozioni troppo forti, dai discorsi troppo seri, dalle connessioni troppo profonde. Così, quando ne percepisco l'avvicinamento, fuggo subito, usando il sarcasmo come scudo. Essere sarcastica mi ha sempre tirata fuori da diverse situazioni scomode e, anche se non definirei tale questa che sto vivendo ora con Niccolò, preferisco comunque tentare l'evasione prima che si vada troppo oltre, ad esempio che si arrivi a parlare di sentimenti. Non sono pronta per questa discussione, credo non lo sarò mai.
«E ho apprezzato tanto, dico davvero», replica con un sorriso, una serietà che ho sentito poche altre volte nella sua voce, il che mi fa intendere quanto fallimentare sia stato il mio tentativo di aggrapparmi al sarcasmo per scappare da questa conversazione. «Grazie Fra», aggiunge qualche istante più tardi, mentre posa la mano aperta sulla mia gamba, come fa sempre Luca quando siamo in macchina insieme. Con lui però è diverso: la mano di Luca sulla gamba non mi provoca alcuna scarica elettrica lungo la schiena.
Ed è questo che mi spaventa, che mi urla di scappare finché sono in tempo, che mi prega di chiudermi a riccio e tentare di non sentire niente. I sentimenti portano soltanto a complicazioni, e le complicazioni portano a stare male. Io non voglio stare male, non più.
Mi ero promessa di non provare più sentimenti forti per qualcuno, e allora perché la mano di Niccolò sulla mia gamba mi sta facendo andare a fuoco lo stomaco?
«Non devi ringraziarmi: l'ho fatto anche per me, che ti credi?», dico dopo qualche attimo di silenzio, tentando nuovamente l'escamotage del sarcasmo, e lo vedo corrugare la fronte, confuso, ma non fa domande.
Niccolò fa spesso così, e lo apprezzo tanto. Quando vorrebbe chiedermi spiegazioni riguardo qualcosa che ho detto, si limita a corrugare la fronte e stare in silenzio. Non mi fa domande, sta in attesa che io prosegua di mia spontanea volontà e, se non lo faccio, si inventa un altro argomento di cui parlare. È uno dei tanti motivi per cui mi sento sempre a suo agio in sua presenza: non mi sento in obbligo di fare nulla, so che lui aspetta in ogni caso i miei tempi e rispetta i miei spazi.
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Vuoi volare con me? || Ultimo
Fanfiction«Non sono ipocondriaco». «Ah no? E allora perché hai il numero di mio padre tra i preferiti in rubrica?». «Un ragazzo non può essere affezionato al proprio medico di base?». «Effettivamente, passi più tempo qui che con la tua famiglia. Ma ce l'hai u...