Credo che Mattia sia la persona più ansiosa dell'intero pianeta. Il primo giorno di lezione, a ottobre, era così in ansia che ha vomitato sulle scarpe di Giorgia, una delle nostre compagne. Quando a dicembre, invece, abbiamo avuto il primo parziale nonché primo esame della nostra vita universitaria, ha vomitato addosso al professore mentre questo gli consegnava il foglio con le domande. All'esame orale di inglese, a gennaio, è direttamente svenuto quando la professoressa ha chiamato il suo nome. A dicembre ha trovato un fidanzato di cui era davvero infatuato, anche se lui sosteneva di amarlo proprio, cosa che io reputo impossibile dopo un solo mese di conoscenza ma dettagli; fatto che sta che era così in ansia per la sua prima prestazione sessuale che ha preferito lasciarlo, e ancora oggi gli piange dietro. E adesso, che il professore di letteratura ci ha appena spiegato le modalità dell'esame, che comprendono la stesura di un articolo di giornale di tipologia culturale, è andato talmente nel panico che è uscito di corsa dall'aula. Sono sicura sia andato in bagno a vomitare, come al solito.
Insomma, oltre a somatizzare le emozioni proprio come me, Mattia è l'ansia fatta a persona, e credo nessuno lo batta.Anzi, no. Una persona di mia conoscenza effettivamente c'è.
L'attuale detentore del primato mondiale al momento è a casa sua con la febbre alta e spero stia ancora dormendo. Sono le 10:30 e ho in programma di passare da casa per farmi una doccia e cambiarmi prima di tornare da lui. Dice sempre che ha l'abitudine di dormire fino a tardi, spesso anche dopo il mezzogiorno, e spero che oggi il suo organismo non decida di fare un'eccezione.
Ho passato la notte da lui, metà della quale l'ho trascorsa accanto a lui seduta sul pavimento del bagno, a passargli una mano sulla schiena mentre rimetteva anche i succhi gastrici. Verso le 6 del mattino è riuscito finalmente ad addormentarsi e non si è più svegliato, o almeno non finché ero da lui. Sono uscita da casa sua alle 7 per raggiungere l'università, gli ho pure scritto un biglietto per avvisarlo ma non credo che rintronato com'è dalla febbre lo troverebbe, nel caso si svegliasse prima del mio ritorno. Anche se la mia speranza è quella che oggi si svegli sentendosi molto meglio. Del resto, dopo una spaghettata alla carbonara all'una di notte, chi non si sentirebbe meglio?
«Ale, salto le prossime due lezioni, mi passi gli appunti più tardi?», chiedo alla mia amica mentre buona parte degli studenti inizia ad alzarsi a fine lezione, e sul suo viso compare subito un'espressione maliziosa.
«Vai dal tuo uomo?», chiede di rimando, infatti, civettuola come solo lei sa essere.
«Innanzitutto non è il mio uomo», la correggo. «Poi vado solo a controllare come sta e a fargli compagnia».
«Uh se vuoi ti do qualche consiglio su come fargli compagnia che sono sicura apprezzerebbe», mi dice allusiva, e io roteo gli occhi.
«Non ti rispondo neanche. Comunque, per gli appunti?», chiedo ancora, e la sua espressione è già di per sé una risposta. «Ho capito. Mattia? Mi passi gli appunti delle prossime lezioni?», chiedo sporgendomi in avanti, dove si trova seduto il mio amico secchione.
«Va a fare sesso sfrenato!», aggiunge entusiasta Alessia, e sto per smentire quando le parole di Mattia mi precedono.
«Sai che approvo queste cose, quindi più tardi ti mando tutto, ora vai e fagli vedere chi comanda, tigre!».
Un amico normale. È forse chiedere troppo?
***
Di universi paralleli ne ho visti tanti nel corso dei vari videogame che ho consumato negli anni. Ho visto di tutto, draghi, scorpioni giganti, magie, mondi subacquei, sortilegi, animali mitici oppure del tutto inventati con caratteristiche assurde. Eppure, nessuno di questi universi paralleli, benché straordinari, sarà mai all'altezza di prendere i mezzi pubblici a Roma. È un'esperienza che ti cambia, davvero. Ci entri innocente e inconsapevole di ciò che ti aspetta dietro a quelle porte di vetro, e ne esci cambiato, arrivando a essere una persona totalmente diversa che nemmeno riconosci guardando allo specchio.
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Vuoi volare con me? || Ultimo
Fiksi Penggemar«Non sono ipocondriaco». «Ah no? E allora perché hai il numero di mio padre tra i preferiti in rubrica?». «Un ragazzo non può essere affezionato al proprio medico di base?». «Effettivamente, passi più tempo qui che con la tua famiglia. Ma ce l'hai u...